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Record di iscritti negli Its, ma solo il 58% si diploma. Innovazione, pochi addetti


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Da un lato c’è chi è alla disperata ricerca di un lavoro, dall’altro ci sono le imprese che fanno fatica a reperire figure altamente specializzate. Uno studio dell’Arti, Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione, analizza il sistema formativo regionale – con particolare attenzione ai 10 Its Academy presenti sul territorio regionale – mettendolo in relazione con i fabbisogni delle imprese pugliesi.

In Puglia il sistema dell’istruzione terziaria professionalizzante è ampio e ben distribuito. Inoltre, la regione è la terza (dopo Lombardia e Veneto) per numero di iscritti agli Its. Dal monitoraggio emerge però come in Puglia la percentuale di diplomati sul totale degli iscritti è pari al 58,8%: bassa rispetto alla media nazionale pari al 76,1%. Gli occupati sul totale dei diplomati sono invece l’82,4%, in linea con il dato nazionale che si attesta sull’87%.

Le vocazioni produttive

L’indagine ha rilevato che, a livello territoriale, ogni provincia pugliese presenta specifiche vocazioni produttive. Lecce, ad esempio, è fortemente caratterizzata nel sistema moda, mentre Brindisi nella chimica e nella mobilità e Foggia nell’agroalimentare. La parte più interessante del report, però, è l’analisi per settori, perché mette in relazione l’offerta formativa con la difficoltà di reperimento delle figure professionali.

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Sono sei i corsi erogati nell’area Moda, settore in cui la Puglia si presenta come specializzata nel settore di confezionamento degli articoli di abbigliamento e, in misura inferiore, per quelli in pelle. Le province di elezione per queste attività produttiva sono Lecce e Bat, dove infatti si concentra la maggior parte degli addetti. Il numero di assunzioni non è particolarmente cospicuo rispetto alle altre aree, ma allo stesso tempo non si registrano difficoltà di reperimento. Nell’agroalimentare i corsi attivi sono sei, quasi tutti erogati nella provincia di Bari. Nel contesto nazionale, la Puglia è particolarmente vocata alle attività di trasformazione e alle altre connesse ai prodotti agricoli, ma la stessa pervasività del settore fa sì che nessuna provincia si distingua particolarmente. Numero di addetti e di assunti in linea con la media, senza particolari difficoltà di reperimento. Pertanto, non si rilevano particolari carenze. «L’erogazione dei corsi – si legge nel report – si concentra sì nella provincia con il maggior numero di addetti, ma probabilmente andrebbe maggiormente diversificata».

L’area Tecnologie per i beni e le attività artistiche e culturali e per il turismo vede attualmente l’erogazione di 20 corsi. Tutte le province pugliesi (tranne la Bat) hanno almeno un corso attivo, con la maggior parte dei corsi ubicati tra Bari e Lecce. La Puglia è poi specializzata per attività di ristorazione e, a seguire, di intrattenimento ed alloggio. A livello provinciale, è Lecce a mostrare il maggior grado di specializzazione, seguita da Brindisi e Bari. Il settore occupa un gran numero di addetti, soprattutto nelle province di Bari e Lecce e anche gli assunti sono notevoli in quantità (fatto dovuto probabilmente anche ai lavori stagionali). Nonostante ciò, si registra una certa difficoltà di reperimento, dovuta soprattutto all’inadeguatezza dei candidati. Guardando al l’area Tecnologia dell’informazione, della comunicazione e dei dati, sono 21 i corsi erogati, ma si concentrano, per la maggior parte, nella provincia di Bari. Salvo che nella Bat, in tutte le altre vi è almeno un corso. Rispetto al livello nazionale, la Puglia è specializzata per la divisione Ateco “riparazione di computer”. Bari è la provincia nettamente più specializzata, seguita a distanza da Taranto. Ma questa è anche tra le aree con maggiori difficoltà di reperimento di nuovi assunti, soprattutto per il ridotto numero di candidati. Sulla base delle informazioni raccolte, nel report si prospetta «una eventuale ricollocazione dei corsi a livello provinciale, con un rafforzamento dell’offerta formativa rivolta alla provincia di Taranto».

Per l’area Energia non risulta alcuna provincia particolarmente specializzata. È tuttavia un settore con un gran numero di addetti, concentrati soprattutto in provincia di Bari, ma con decise difficoltà a reperire nuovi addetti, dovute principalmente al ridotto numero di candidati. «Pertanto – è la raccomandazione contenuta nello studio – potrebbe essere opportuno prevedere l’attivazione di ulteriori corsi, soprattutto per figure direttamente connesse alla transizione energetica ed ambientale, non ancora formate in Puglia, soprattutto nelle province di Brindisi e Taranto». In conclusione, le imprese pugliesi dichiarano maggiori criticità nell’assunzione di profili legati ai settori dell’energia e delle tecnologie informatiche a causa del ridotto numero di candidati. L’inadeguatezza dei candidati si riscontra soprattutto, invece, nelle aree casa e ambiente costruito e tecnologie per i beni e le attività artistiche e culturali e per il turismo. Viceversa, risultano meno critiche le aree della mobilità sostenibile, del sistema moda e dei servizi alle imprese. Infine, a Brindisi e Taranto l’offerta formativa potrebbe completarsi con corsi in area energetica e dei servizi alle imprese e nella Bat dovrebbe rafforzarsi quella del settore moda. Nell’agroalimentare, invece, andrebbe maggiormente diversificata l’offerta tra le province, visto che attualmente appare particolarmente concentrata nella provincia di Bari.

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