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“Il Parco del Delta può decollare. Ma serve un piano marketing unico”


Da anni si parla dell’istituzione di un Parco unico del Delta del Po per valorizzare ulteriormente il meraviglioso scrigno di natura e biodiversità che si è estende tra Emilia-Romagna e Veneto. Anche nell’ottica di un vero sviluppo turistico dell’area, con una promozione e un marketing territoriale unitario, che garantirebbe indubbi benefici. Ne è convinto il presidente della delegazione Confcommercio di Comacchio e coordinatore della cabina di regia di Destinazione Turistica Romagna Gianfranco Vitali: “Sono trascorsi trent’anni da quando vennero istituiti i due Enti Parco dell’Emilia Romagna e del Veneto. E in questo lasso di tempo, con il Delta diviso, non si è creato quel flusso turistico legato alla natura: ad oggi il 80% delle presenze si concentra nei 4 mesi estivi, quando si avrebbero le potenzialità per attrarre visitatori tutto l’anno. Quindi, auspichiamo che il percorso per un unico Parco del Delta del Po possa decollare. E in attesa di un accordo tra le due Regioni, le nostre imprese si stanno adoperando per costruire un piano marketing condiviso con il Veneto”. Vitali ricorda come il Delta del Po sia la zona umida protetta più importante d’Italia, “a cavallo tra due regioni, l’Emilia-Romagna e il Veneto, che complessivamente registrano oltre 100 milioni di presenze turistiche all’anno” ed evidenzia come “la meno estesa Camargue in Francia conta oltre 3 milioni di presenze suddivise in tutto il tempo dell’anno”. Dunque, a suo parere occorre credere maggiormente nel Parco come risorsa, prendendo a esempio il Lago di Garda, “suddiviso tra tre regioni, ma con una promozione unitaria”. Vitali guarda anche all’opportunità della recente visita dei reali inglesi a Ravenna: “È noto l’amore di Carlo III per la natura e l’ambiente. E l’auspicio è che questa visita possa incentivare un turismo dal Regno Unito, da dove giungono ogni giorno molti voli agli aeroporti di Venezia, Bologna e Rimini, e il Parco è al centro”. Di uno sviluppo turistico dell’area beneficerebbero tutti, “anche i nostri giovani – conclude Vitali -, perché si creerebbero nuove opportunità di lavoro”. Da parte sua la Regione Emilia-Romagna è da sempre determinata a scommettere sul Parco del Delta, favorendo un asse con il Veneto. Marcella Zappaterra, consigliera regionale con delega del presidente Michele De Pascale alla Politiche interassessoriali sui siti Unesco e sul Parco del Delta in Provincia di Ferrara: “Come procedere sarà oggetto di un percorso che dovrà coinvolgere non solo le due Regioni, ma anche i due Enti Parco, tutte le istituzioni locali, le imprese e le associazioni. È evidente che per rilanciare il Parco del Delta del Po dal punto di vista turistico ma non solo occorra creare un rapporto sinergico, favorendo una promozione coordinata, una comunicazione riconoscibile ed eventi diffusi. Ma sono diversi i livelli su cui lavorare”. Riguardo l’assetto giuridico-amministrativo l’assessora regionale Gessica Allegni aprirà una riflessione sulla Legge regionale Parchi che dopo tanti anni è giusto rivalutare in una visione complessiva “che – prosegue Zappaterra – certamente aprirà un capitolo specifico anche sul Parco del Delta del Po”. Il tema si porrà anche nell’ambito del percorso di aggiornamento del nuovo piano di gestione del sito Patrimonio Mondiale Unesco “Ferrara, città del Rinascimento e il suo delta del Po”. “E confido che – aggiunge la consigliera regionale – la buona collaborazione con la Regione Veneto (che già aveva portato nel 2015 al riconoscimento Mab Unesco, nel 2022 all’intesa tra l’ex presidente dell’Emilia-Romagna Bonaccini e il governatore del Veneto Luca Zaia per l’A13 e in questi mesi ad un impegno congiunto su Berco) porti a mettere anche il Parco del Delta del Po tra i temi prioritari sui quali fare scelte strategiche”.

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Valerio Franzoni



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