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Bonus Tari, da quando? Sconti a rischio


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TARI è operativo su carta dal 1° gennaio 2025 ma, a livello operativo, c’è il rischio che lo sconto sulla tassa rifiuti slitti al prossimo anno.

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Il motivo è legato alle tempistiche per l’adeguamento degli importi richiesti ai contribuenti: se l’ARERA ha già predisposto la delibera per consentire il riconoscimento dello sconto già sugli importi dovuti per il 2025, l’ANCI chiede più tempo.

Bonus TARI già dal 2025, già pronte le regole ARERA

Sono le famiglie con ISEE fino a 9.530 euro (20.000 euro con quattro o più figli a carico) le beneficiarie del bonus TARI, lo sconto del 25% sulla tassa rifiuti introdotto nel 2020 e reso operativo con il DPCM pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 marzo 2025.

A distanza di cinque anni il bonus sociale è pronto a entrare nel novero delle agevolazioni per i contribuenti in situazione economica disagiata, ma non mancano le criticità.

Le tempistiche sono l’aspetto più controverso della nuova agevolazione. Il DPCM in vigore da metà marzo prevede l’avvio della misura dal 1° gennaio 2025 e l’ARERA, con la delibera pubblicata il 3 aprile, ha fissato le regole per l’erogazione dello sconto sulla tassa rifiuti dovuta per l’anno in corso.

La delibera 133/2025/R/rif ha avviato il procedimento per l’attuazione del bonus TARI, definendo la cornice delle regole da applicare per l’erogazione dell’agevolazione e la copertura dei relativi oneri a partire dall’anno 2025.

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Il provvedimento si inserisce nel solco delle attività che impegnano i Comuni per la riscossione della TARI. In molti casi però i bollettini di pagamento sono stati emessi prima dell’adozione delle regole da parte dell’ARERA, senza tener quindi conto dell’erogazione del bonus sociale.

Ed è questo il motivo principale che rischia di far tardare i tempi di avvio dell’agevolazione.

Bonus TARI dal 2026, i Comuni chiedono più tempo

Il lavoro tempestivo dell’ARERA potrebbe non bastare per far partire nell’immediato il bonus TARI e da ANCI e IFEL è arrivata la richiesta di un rinvio della decorrenza di applicazione.

In un documento inviato all’Autorità l’11 aprile vengono evidenziate le criticità operative per i Comuni.

In primo luogo l’assenza di misure di coordinamento tra il bonus TARI e le agevolazioni sociali già adottate da moltissimi comuni. L’immediata applicabilità dell’agevolazione genera inoltre una distorsione nelle dinamiche di sistema, sia sul fronte organizzativo che regolamentare.

I Comuni evidenziano in primo luogo che in molti casi i bollettini di pagamento sono già stati predisposti e trasmessi. Procedere con un nuovo invio per integrare le comunicazioni rischia di creare confusione nella fase di riscossione e, non da meno, comporta dei costi che ricadrebbero sulle casse degli Enti locali.

Pur condividendo l’obiettivo di garantire una riduzione della tariffa rifiuti per le famiglie in condizioni di disagio economico e sociale, gli Enti chiedono tempo e propongono di rinviare l’applicazione del bonus al 2026.

Criticità anche per l’aumento di 6 euro per tutti

Le problematiche non riguardano solo le procedure di applicazione del bonus TARI, ma anche la componente perequativa introdotta per finanziare lo sconto sulla tassa rifiuti.

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ARERA ha previsto infatti un aumento generalizzato pari a 6 euro per tutte le utenze, domestiche e non, comprese quelle intestate ai titolari del diritto al bonus sociale.

ANCI e IFEF sottolineano la preoccupazione legata all’entità di questa nuova componente, ben più elevata delle precedenti, che in caso di mancato pagamento da parte degli utenti del servizio ricadrebbe sui Comuni.

L’Autorità, si legge nel documento, si sta apprestando a imporre un onere del tutto ingiustificato a tutti i Comuni, chiedendo di anticipare alla CSEA le quote calcolate sulla base delle bollette emesse e non su quelle effettivamente riscosse.

Un’ulteriore criticità a sostegno della richiesta di prorogare le operazioni per l’avvio del bonus TARI al prossimo anno, consentendo agli Enti di adeguarsi alle novità entro la fine dell’anno in corso.



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