Il consiglio regionale del Piemonte ha dato via libera al ‘Piano di gestione dei rifiuti speciali’. L’obiettivo, ha spiegato l’assessore all’ambiente Matteo Marnati, è potenziare l’economia circolare e per questo motivo entro fine anno verranno emessi bandi per 36 milioni di euro di fondi europei.
Tra i target da raggiungere c’è la riduzione del 5% la produzione dei rifiuti speciali non pericolosi; del 10% la produzione dei rifiuti speciali pericolosi; garantire un conferimento in discarica di rifiuti speciali non superiore al 5% del totale dei rifiuti speciali prodotti. “Per la prima volta, all’interno del piano di gestione dei rifiuti speciali, trova collocazione la sezione dedicata ai fanghi da depurazione e anche un programma per la riduzione della pericolosità e della produzione dei rifiuti”, spiega l’assessore regionale, “Questo piano, che completa l’aggiornamento della pianificazione regionale dei rifiuti, si inserisce in un grande disegno nell’ottica del potenziamento dell’economia circolare con la possibilità di usare i fondi europei di sviluppo regionale che ammontano a 36 milioni di euro, dedicati proprio all’economia circolare, per i quali si prospetterà nell’arco dell’anno l’apertura di bandi specifici”.
Le filiere interessate sono undici e tra queste spiccano quelle che trattano rifiuti elettronici, pneumatici fuori uso, olii minerali usati, pile e batterie, rifiuti da imballaggio e rifiuti sanitari. Inoltre, come spiegato da Marnati, viene introdotto un capitolo relativo alla gestione dei fanghi di depurazione e più precisamente sui fanghi di depurazione delle acque reflue urbane; un approfondimento dedicato alla riduzione della produzione dei rifiuti pericolosi e non pericolosi con specifiche azione da mettere in campo per i prossimi anni; una stima sulla necessità di trattamento dei rifiuti speciali al 2030 con una valutazione, puramente indicativa, sul fabbisogno di valorizzazione energetica e di smaltimento in discarica per i prossimi anni.
Le reazioni della maggioranza
Soddisfazione nella maggioranza di centrodestra, a partire dal consigliere regionale della Lista Civica Cirio, Sergio Bartoli, che ha presentato 10 emendamenti che sono stati approvati e che prevedono l’istituzione di un Tavolo Tecnico Permanente per il monitoraggio dell’attuazione del Piano e l’individuazione di ulteriori iniziative; l’incentivazione di processi che prevedono il riuso degli scarti di produzione in aziende; la costruzione di un sistema informatizzato di localizzazione degli impianti in cui si producono rifiuti speciali e dei flussi di gestione; l’introduzione di linee guida condivise con Provincia e Città Metropolitana di Torino, nell’iter autorizzativo per le aziende, in modo da diffondere buone prassi per la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti speciali.
“Siamo soddisfatti per l’approvazione del piano sui rifiuti speciali che l’Assessore Marnati ha ridisegnato tenendo conto delle esigenze dell’ambiente e, al contempo, delle realtà produttive piemontesi”, è il commento di Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega, “In questo modo il Piemonte guarda al futuro, organizzando una gestione più puntuale e sostenibile per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi e non pericolosi. Trasformare gli scarti in risorse è uno degli obiettivi principali che come Lega, nell’ottica di una transizione che deve essere ambiziosa ma soprattutto pragmatica, perseguiamo da sempre. Il piano, ponendosi degli obiettivi importanti al 2030, va nella giusta direzione coniugando le esigenze ambientali con un sostegno concreto alle imprese che con la loro attività danno un contributo fondamentale all’economia del Piemonte”.
“La nostra è una visione realista del fare ambiente: un nuovo modello di gestione per ridurre i conferimenti in discarica”, spiega Roberto Ravello di Fratelli d’Italia, “Anche nella raccolta dell’amianto, rifiuto speciale pericoloso molto presente in Piemonte, siamo avanti. Ci vogliono risorse adeguate che aiutare il sistema economico ad adattarsi alla situazione attuale”.
I dubbi dell’opposizione
L’opposizione in consiglio regionale ha espresso invece i propri dubbi. Per Alberto Unia del Movimento 5 Stelle si tratta di un documento molto tecnico: “Abbiamo deciso di non partecipare al voto sul nuovo piano di gestione dei rifiuti speciali presentato oggi in Consiglio regionale. Un provvedimento che non risponde alle reali necessità di pianificazione e demanda la programmazione ad altri enti. L’economia circolare necessita di scelte coraggiose, che purtroppo in questo Piano vengono a mancare. Gli obiettivi sono sicuramente ambiziosi, ma servirebbero misure più coraggiose e aggressive. In commissione Ambiente abbiamo voluto fornire il nostro contributo, presentando diversi emendamenti che sono stati accolti e votati oggi all’unanimità in aula: dall’introduzione di nuove tecniche per il trattamento dei fanghi ad un maggior coinvolgimento di aziende e cittadini, oltre ad un lavoro di sinergia con il settore agricolo e soprattutto un impegno concreto per preservare l’ambiente dai rischi di contaminazione dall’amianto”.
“In questo documento di programmazione manca una visione ampia e un vero indirizzo politico”, è il commento di Gianna Pentenero del PD, “Il Piemonte ormai è terra di discariche: importiamo grandi quantità di rifiuti a basso valore che finiscono solo nelle nostre discariche e invece esportiamo rifiuti da cui potremmo trarre energia e valore aggiunto. Le nostre discariche si esauriscono e richiedono nuovo suolo, come anche gli impianti tecnologici per il trattamento che richiedono spazio e investimenti. Dobbiamo avere nuove strategie che disincentivino le discariche e creino filiere migliori per la raccolta differenziata e per il riciclo che potrebbe portare sul nostro territorio maggior profitto”.
“Non abbiamo fiducia in questo Piano”, ha detto in aula Alice Ravinale di AVS, “pone obiettivi praticamente impossibili da raggiungere, come ha detto in commissione il presidente dell’autorità dei rifiuti Paolo Foietta. È un piano destinato a rimanere sulla carta. Sarà necessario approntare una nuova linea di incenerimento e quindi non verrà sostenuta la raccolta differenziata. Sono impressionanti i dati sull’ import-export dei rifiuti, il valore economico del ciclo dei rifiuti è pericoloso anche in relazione alle possibili connessioni con la criminalità”.
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