E’ stata una scelta fortissimamente voluta dall’ex ministro degli affari europei, Raffaele Fitto, che ha voluto unificare le 8 zone speciali, Basilicata, Abruzzo, Campania, Puglia, Molise, Sardegna, Calabria e Sicilia, in un unica zona che le accorpasse tutte. Una scelta che aveva obiettivo, raggiunto di semplificare le procedure e rendere il tutto molto piu snello e agevole per le imprese interessate. E proprio per rendere ancora piu forte lo strumento ha voluto a capo della struttura un uomo di sua provata fiducia, l’avvocato Giuseppe Romano.
A partire dal 1° gennaio 2024, la Zona Economica Speciale (Zes) Unica è diventata operativa, segnando un passo decisivo nella strategia del governo per attrarre investimenti e rilanciare il tessuto produttivo delle regioni meridionali italiane (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna).
La Zes Unica rappresenta un importante cambiamento nelle dinamiche di promozione della politica industriale del Sud Italia, grazie a strumenti finalizzati a una semplificazione amministrativa senza precedenti e a un pacchetto di incentivi fiscali che puntano a rendere il Mezzogiorno un’area strategica per lo sviluppo economico e a consolidare gli ottimi indici di sviluppo delle regioni del Sud. La Zes Unica non è solo un’opportunità per le imprese locali, ma un segnale chiaro agli investitori nazionali e internazionali: oggi investire nel Sud Italia è più vantaggioso che mai.
Come ha detto di recente proprio Romano in una intervista la zes unica è stata importante proprio per la sua funzione di semplificazione dei processi normativi, da sempre un freno agli investimenti nel sud Italia. “Ha superato le differenze tra territori limitrofi. Mentre prima c’erano territori tra di loro confinanti, uno caratterizzato per avere i benefici della Zes e l’altro tacciato di non avere quei benefici, questa nuova perimetrazione che fa assurgere a tutti i territori, “a territori Zes”, permette di superare i divari e beneficiare degli strumenti agevolativi».
E tutto ciò è supportato dai dati di fatto, come ha evidenziato Romano a fine dicembre in un primo consuntivo dei risultati della Zes nel suo primo anno e mezzo di vita “Nell’anno e mezzo di gestione delle otto Zes erano state rilasciate 279 autorizzazioni uniche per investimenti pari a 1,9 miliardi e 6.027 assunzioni, con una media di 150 giorni per dare risposta all’impresa. Abbiamo accelerato notevolmente rilasciando, da gennaio scorso, 415 autorizzazioni uniche (di cui ben 335 da agosto, da quando ci sono io) per quasi 2,5 miliardi e quasi 8mila assunzioni. E il tempo medio di risposta è sceso da 150 a 31 giorni”.
L’introduzione della Zes Unica si inserisce in un contesto economico che ha visto il Mezzogiorno registrare una crescita straordinaria. I dati Istat confermano che il Pil delle regioni meridionali è aumentato del 5,9% nel 2022 e dell’1,5% nel 2023, con un incremento complessivo del 7,4% rispetto al 2021. Questi numeri superano di gran lunga quelli del Nord-Centro Italia (+4,4% e +0,5% negli stessi anni), evidenziando come il Sud abbia trainato la ripresa economica nazionale. A spiccare in particolare alcune regioni che hanno registrato performance eccezionali nel biennio 2022-2023: Sicilia: +10,1%; Sardegna: +7,7%; Abruzzo: +7,6%; Campania: +7,4%; Puglia: +6,5%. Questi dati confermano che il Mezzogiorno è già sulla strada giusta per affermare il suo ruolo centrale nello sviluppo del Paese in un processo inedito e per certi versi sorprendente.
La Zes Unica non è solo un mero incentivo, ma un vero strumento di trasformazione economica con l’obiettivo di diventare il perno di una strategia a lungo termine. Il governo ha raddoppiato gli stanziamenti iniziali, portandoli da 1,6 miliardi di euro a oltre 3,2 miliardi, dimostrando una forte volontà di sostenere il rilancio produttivo del Mezzogiorno. Inoltre, grazie alla politica di coesione europea 2021-2027, le Pmi del Sud possono beneficiare di ulteriori 4,2 miliardi di euro per migliorare la loro competitività.
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