Nel corso del forum dal titolo “Segnali dall’economia reale: Italia tra crescita dell’occupazione e calo della fiducia”, promosso dalla Cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei ragionieri e degli esperti contabili (CNPR), si è acceso un confronto tra i rappresentanti dei principali schieramenti politici sulle reali condizioni economiche del Paese. Il dibattito ha messo in evidenza una profonda divergenza tra i dati ufficiali e la percezione quotidiana di cittadini e imprese, in un contesto internazionale sempre più instabile segnato da tensioni geopolitiche, inflazione, costi energetici in aumento e nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti.
Forum CNPR si discute di economia e sfiducia: tra ottimismo del governo e denunce dell’opposizione
Secondo Lorenzo Malagola, deputato di Fratelli d’Italia e segretario della Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati, “nonostante le percezioni negative, i dati macroeconomici mostrano un’Italia in crescita, con un PIL superiore a quello della Germania, disoccupazione ai minimi da 18 anni, bilancia commerciale positiva e deficit sotto controllo”. Per Malagola, il sistema produttivo e bancario italiano si dimostra solido e resiliente. Il deputato ha voluto anche sottolineare il posizionamento internazionale del nostro Paese, aggiungendo che “l’Italia gode di alta fiducia a livello internazionale ed è vista come un alleato credibile. Alla guida del Paese c’è Giorgia Meloni, considerata la leader più autorevole secondo i sondaggi”. Un’immagine di stabilità e autorevolezza, dunque, che per la maggioranza costituisce un elemento strategico in un momento di transizione delicata.
Chiara Tenerini: “Servono coesione e comunicazione chiara”
Sulla stessa linea anche Chiara Tenerini, deputata di Forza Italia e componente della Commissione Lavoro alla Camera. Tenerini ha evidenziato che, “nonostante la percezione negativa diffusa sull’economia, i dati macroeconomici indicano segnali positivi: il PIL è cresciuto dello 0,9% e la disoccupazione è in calo”. Tuttavia, ha riconosciuto che fattori esterni come “la crisi geopolitica, l’aumento dei costi energetici e i dazi USA alimentano l’incertezza”. In particolare, il riferimento è alle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea e alla recente imposizione di dazi americani, che rischiano di colpire settori strategici per l’export italiano. Tenerini ha anche ammesso che, pur lavorando su riforme strutturali, “il governo fatica a comunicare efficacemente” i risultati raggiunti. E ha puntato il dito anche contro le forze politiche di opposizione, che a suo avviso “contribuiscono a diffondere sfiducia”. Da qui l’appello finale: “Serve maggiore coesione per affrontare le sfide comuni, riconoscendo la stabilità dell’esecutivo come punto di forza per il futuro del Paese”.
Francesco Mari: “Il disagio è reale, i numeri non bastano”
A smontare la lettura ottimistica dei dati economici è intervenuto Francesco Mari, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) e segretario della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia. Mari ha ammonito che “la percezione negativa sull’economia è concreta e radicata nella quotidianità delle persone: chi lavora fatica ad arrivare a metà mese e le imprese che rispettano le regole sono in difficoltà”. Secondo il parlamentare dell’opposizione, “il quadro reale del Paese è distante da quello ottimistico descritto dal governo”. La sua denuncia si è poi concentrata sui nodi strutturali ancora irrisolti: “I costi della burocrazia restano alti e le promesse elettorali disattese”. Mari ha chiesto con forza “una profonda riforma del sistema produttivo per sostenere imprese sane e contrastare la diffusione di lavoro povero e concorrenza sleale”. Il lavoro povero, secondo l’ISTAT, riguarda in Italia circa tre milioni di persone: occupati formalmente ma con redditi insufficienti a garantire un’esistenza dignitosa. “Intanto aumentano i part-time volontari e calano i redditi: questa è l’occupazione promossa dal governo”, ha concluso Mari con tono polemico.
Elisa Pirro: “Servono politiche industriali forti e mirate”
A completare il quadro critico è stata Elisa Pirro, senatrice del Movimento 5 Stelle (M5s) e componente della Commissione Bilancio del Senato. Pirro ha affermato che “i dati reali mostrano un’Italia in difficoltà: bollette in aumento, imprese in cassa integrazione, produzione industriale in calo da 25 mesi e stipendi in perdita di potere d’acquisto”. Anche per lei la sfiducia non è soltanto una percezione, ma un riflesso diretto di una situazione economica concreta. “Questo alimenta sfiducia tra cittadini e imprese, che chiedono una guida chiara nelle politiche industriali”, ha aggiunto la senatrice. Pirro ha poi criticato l’approccio iniziale dell’esecutivo Meloni, che a suo avviso “appariva orientato al ‘lasciar fare’ e ora si mostra assente”. Sotto accusa anche il programma Transizione 5.0, voluto dal governo per sostenere l’innovazione e la trasformazione digitale delle imprese. Secondo Pirro, però, le misure attuate “sono inefficaci e poco utilizzate, mentre sarebbe stato più utile mantenere la precedente Transizione 4.0, che aveva funzionato”. Quest’ultima prevedeva incentivi automatici per le imprese che investivano in tecnologie digitali e sostenibilità ambientale, con regole semplici e accesso più ampio.
Un Paese diviso tra dati e vissuto
Il forum ha fotografato un’Italia divisa: da un lato, un governo che rivendica solidità economica e reputazione internazionale; dall’altro, cittadini e imprese che denunciano difficoltà crescenti. La distanza tra il linguaggio dei numeri e quello della vita quotidiana è il nodo centrale che attraversa tutte le posizioni. Se la maggioranza insiste sulla necessità di valorizzare i segnali positivi e sostenere la fiducia, l’opposizione chiede un cambio di passo radicale nelle politiche economiche e industriali. La discussione, in ogni caso, evidenzia come oggi più che mai le riforme e le strategie economiche debbano essere accompagnate da un ascolto reale delle esigenze sociali, per colmare il divario tra le statistiche e le esperienze di chi vive il lavoro e l’impresa sulla propria pelle.
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