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L’instabilità monetaria spinge le Pmi ad adottare misure di protezione in misura maggiore. Lo studio di iBanFirst su 10mila aziende europee


Dalla sua rielezione, Donald Trump ha esercitato una pressione senza precedenti sul mercato dei cambi, un fenomeno che ha avuto un impatto anche sulle PMI che svolgono attività internazionali. Le sue recenti dichiarazioni contro Jerome Powell, Presidente della Federal Reserve, hanno ulteriormente alimentato l’incertezza economica a livello mondiale. In questo scenario, come stanno reagendo le piccole e medie imprese europee – e italiane in particolare – tradizionalmente più esposte alle dinamiche valutari globali?

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iBanFirst, fintech leader nella copertura dal rischio cambi nei pagamenti internazionali, ha analizzato i comportamenti recenti dei suoi diecimila clienti aziendali europei, di cui una parte significativa è rappresentata dalle PMI italiane. L’analisi ha rivelato un significativo aumento dell’attività di copertura del rischio valutario, con due picchi distintivi: il 5 marzo (discorso di Trump al Congresso) e il 3 aprile (Giorno della Liberazione), segnando momenti di forte volatilità per le aziende.

Stiamo attraversando una fase di profonda instabilità economica globale, in cui politica monetaria e geopolitica si intrecciano in modo sempre più imprevedibile – commenta Michele Sansone, country manager di iBanFirst ItaliaLe PMI, in particolare quelle italiane, si trovano oggi a navigare mercati estremamente volatili, dove la tempestività e la capacità di adottare strumenti evoluti per la gestione del rischio valutario non sono più un’opzione, ma una necessità. I dati mostrano chiaramente che le imprese stanno reagendo, con un approccio più maturo e strategico”.

Tendenze e adattamenti delle PMI in un contesto di volatilità:

  • Raddoppio dei contratti di copertura: da settembre 2024 ad aprile 2025, il numero di contratti stipulati per la copertura del rischio di cambio tra le PMI è raddoppiato. Le aziende italiane, in particolare quelle che esportano, hanno approfittato della debolezza del dollaro rispetto all’euro per proteggere i propri flussi finanziari e assicurarsi condizioni favorevoli per il pagamento delle fatture nei mesi successivi
  • Crescita del 400% nelle attività di gestione del rischio valutario: in particolare, gli annunci di Trump il 5 marzo e il 3 aprile hanno spinto le PMI ad adottare misure preventive, come il blocco dei tassi di cambio per le operazioni future, minimizzando l’impatto di possibili ulteriori fluttuazioni nei tassi di cambio
  • Incremento del 10% nell’attività dei clienti sulla piattaforma iBanFirst: a fronte delle fluttuazioni nei tassi di cambio tra euro, dollaro, renminbi e sterlina, i responsabili finanziari delle PMI hanno intensificato il monitoraggio giornaliero dei tassi di cambio per effettuare pagamenti al momento e nella valuta più vantaggiosa. Questo aumento è stato determinato anche dal numero crescente di clienti che hanno utilizzato la piattaforma nei mesi di marzo e aprile, con un incremento dell’8% rispetto a coloro che non avevano utilizzato i servizi di iBanFirst nei mesi precedenti
  • 650 nuovi clienti da gennaio a marzo 2025: tutti i paesi europei stanno vivendo un periodo di forte volatilità dei tassi di cambio, che ha spinto le PMI a concentrarsi maggiormente sulla protezione dei propri margini. La gestione della volatilità valutaria è diventata una priorità strategica, specialmente per le imprese italiane che hanno scambi commerciali all’estero e quelle che operano con fornitori internazionali

In un clima di incertezze economiche globali, la possibilità di pagare al momento giusto, nella valuta giusta, e di coprirsi quando i tassi di cambio sono favorevoli sono diventati strumenti cruciali per le Pmi italiane che desiderano preservare la competitività e i margini di profitto.

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