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Il “giallo” delle presenze turistiche, all’Istat ne mancano 300 mila. “Incide il tema degli affitti brevi”


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Un gap di oltre 300 mila presenze turistiche. Quando i conti non tornano. E’ quanto emerge mettendo a confronto il dato finale 2024 (fonte Istat) con quello comunale dei rilievi amministrativi per il versamento dell’Imposta di soggiorno. L’Istituto Statistico Italiano, fonte ufficiale, registra al 31 dicembre 2024 per il Comune di Rimini 6.938.992 pernottamenti, mentre l’incasso record di 14,2 milioni di euro da imposta di soggiorno scaturisce da 7.242.295 pernottamenti dichiarati.

I numeri che non tornano

Si tratta di una differenza rilevante, su cui a spendere una riflessione ĆØ in prima persona il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad: ā€œ303.303 presenze turistiche che non rappresentano solo una anomalia comunque da studiare ma, se vogliamo, hanno anche un rilievo nel dibattito pubblico. Invariabilmente ogni anno, anzi ogni mese, si ‘apre la discussione’ sul dato temporaneo, con le opposte interpretazioni che oscillano tra apocalittici e propagandisti. In questo caso 7,2 milioni di pernottamenti, con la scomparsa pressochĆØ totale del turismo russo dal 2022 in poi, andrebbero giĆ  oltre il dato turistico pre Covid. A ciò andrebbe aggiunto, senza alcun intento polemico, che sulla carta ci si aspetterebbe probabilmente che Istat fosse più ‘alto’ del dichiarato sull’imposta di soggiorno, a causa della percentuale (limitata a Rimini ma comunque presente) di una potenziale evasione di quest’ultimaā€.

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La spiegazione più semplice di questo scostamento sta nell’ancora complessa assunzione statistica degli affitti brevi turistici, esplosi dopo la pandemia in Italia e nel mondo. ā€œI 463Ā  ‘alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale’ nel Comune di Rimini, calcolati da Istat per i suoi periodici report, rappresentano oggi un numero realistico rispetto alla portata di un fenomeno che, oggi, anche per l’assenza o l’indeterminatezza di leggi che lo regolamentino, si nutre di numerosissime situazioni ‘in forma non imprenditoriale’? A semplice titolo di esempio, sono oltre 1.507 gli appartamenti gestiti ‘in forma non imprenditoriale’ destinati a questo tipo di offerta, registrati per l’imposta di soggiorno nel Comune di Rimini. Empiricamente, in attesa magari di analisi tecniche più dettagliate (Istat comprende, magari in altri studi, gli ‘alloggi in affitto gestiti in forma non imprenditoriale’? E se sƬ, perchĆØ non indicarli, in toto o in parte, nell’analisi turistica?), si può pensare che la consistente differenza statistica di oltre 300 mila presenze turistiche nel solo anno 2024 registrata a Rimini stia non lontanissimo da quiā€ aggiunge il sindaco.

La proposta

Sadegholvaad avanza una proposta: ā€œForse varrebbe la pena pensare a come aggiornare gli strumenti di rilevazione, almeno a livello locale, per permettere letture più fini dell’attualitĆ . Penso ad esempio al ruolo fondamentale che potrebbe sempre più assumere l’Osservatorio Regionale sul Turismo. Uno strumento giĆ  molto buono, che giĆ  ha dimostrato nei pochi anni di attivitĆ  di potere ampliare il quadro generale di analisi sull’industria turistica dell’Emilia Romagna. So che la Regione e l’assessora Roberta Frisoni stanno lavorando a un ulteriore upgrade di questo strumento, implementandolo proprio sul fronte delle nuove tendenze (escursionismo, affitti brevi, dati non tradizionali), in poche parole tutto ciò che può permettere una comprensione più profonda (e più utile ai fini delle susseguenti decisioni e azioni politico amministrative) di uno dei principali comparti economici e occupazionali della nostra Regioneā€.

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Sugli effetti che il boom degli affitti brevi sta avendo in tutte le cittĆ  del mondo, spingendo nelle periferie e ai margini il bisogno sociale di affitti permanenti o per residenti, il primo cittadino aggiunge: ā€œUna vera e propria piaga che sta addirittura cambiando la forma delle cittĆ . D’altra parte però ĆØ evidente come sia crescente la domanda dei viaggiatori rispetto a questa nuova forma di ospitalitĆ , diciamo individuale o in sharing ristretto. Non ĆØ un mistero che diversi imprenditori tradizionali anche a Rimini e sulla nostra Riviera stiano gestendo, oltre a strutture alberghiere consolidate, alloggi per affitti brevi, perchĆ© questa ĆØ una domanda di mercato reale e che va esaudita. Mi spingo anche oltre, al turismo dell’entroterra. E’ evidente come il fenomeno degli airbnb e degli affitti brevi stia dando una spinta al settore dell’accoglienza delle aree interne, andando a concretizzare idealmente quell’idea di ‘albergo diffuso’ vagheggiata (e non realizzata) da anni, non potendo pensare di costruire stecche di alberghi in collina o in montagna per motivi evidenti. Quello che voglio dire ĆØ anche nel valutare politicamente questo fenomeno, sicuramente con tantissimi aspetti negativi, bisogna usare equilibrio, togliere i pregiudizi, che siano di demonizzazione o di eccessiva esaltazione. C’ĆØ una domanda turistica reale; ci deve essere un’offerta equilibrata che da una parte non sottragga alloggi e spazi alle famiglie e agli affitti lunghi e dall’altra non frustri un settore dell’economia che comunque crea benessere e posti di lavoroā€.



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