La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento

 

Dazi e delocalizzazioni . La Cgil sente aria di crisi : “Non paghino i lavoratori”


Si prospettano tempi duri per l’economia del territorio. Davanti a 26 aziende del settore industriale in cassa integrazione nel circondario, per un totale di quasi 650 lavoratori, la Cgil vede un imminente peggioramento della situazione anticipata dai casi Borgwarner e Tracmec e acuita dall’arrivo (per ora solo rimandato) dei dazi americani. “Si fa avanti una crisi i cui primi segnali sono stati evidenti già nel 2024 – avverte il segretario generale Stefano Moni –. E abbiamo paura che i problemi vengano scaricati sui lavoratori. Negli ultimi anni, le aziende imolesi sono andate bene, aumentando i profitti dal 2019 al 2023; ma hanno fatto pochi investimenti, spostando tutto sui dividendi. I dazi? Temiamo una ripercussione sul Pil. Servono ammortizzatori straordinari, non delocalizzazioni e dismissioni. Dobbiamo mettere al sicuro il cuore produttivo del nostro territorio”.

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!

 

La Cgil ha commissionato al centro studi della Fiom nazionale un’analisi sui bilanci delle aziende del circondario in riferimento al quadriennio di cui sopra. Saranno studiati i conti di 100 realtà grandi, medie e piccole prese a campione che secondo il sindacato rappresentano uno “spaccato trasversale” del territorio.

Per il momento, ne è stato diffuso un primo stralcio frutto di uno studio di 50 realtà dei settori meccanico, medicale, elettronico e ceramico del circondario. Cosa emerge? “È plausibile affermare che le imprese non solo abbiano interamente trasferito sui prezzi dei loro prodotti gli incrementi di costo, ma abbiano implementato politiche di prezzi per incrementare questo margine – è l’analisi di Moni –. La distribuzione della ricchezza prodotta è andata a vantaggio dei profitti”.

Su cosa fare, il segretario della Cgil imolese avverte: “Lanceremo una vertenza per rinnovare i contratti aziendali scaduti e per estendere la contrattazione alle imprese che ancora non fanno accordi di secondo livello con l’obiettivo di redistribuire la ricchezza prodotta attraverso premi di risultato e aumenti in quota fissa. In contemporanea, sosteniamo le lotte dei nostri sindacati di categoria e dei lavoratori per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali scaduti, con aumenti che recuperino il potere d’acquisto e redistribuiscano la ricchezza prodotta”.

Sì perché, secondo la ricostruzione del sindacato, anche in presenza di un’occupazione più o meno stabile la paga è messa a dura prova dall’inflazione. “Il lavoro è sempre più povero – prosegue Moni –. E ci sono sacche di precarietà inaccettabili sul territorio. Le aziende si lamentano perché ai giovani mancano le competenze, ma se offri precarietà e bassi salari quelli vanno all’estero”.

Sullo sfondo, per la Cgil imolese che manda in archivio un 2024 positivo dal punto di vista del tesseramento (20.701 adesioni al sindacato contro le 20.592 dell’anno precedente), c’è la campagna in vista dei cinque referendum dell’8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza promossi da sindacati e associazioni tra cui il ripristino della tutela reale in caso di licenziamento illegittimo, abolita con il Jobs Act, e l’abrogazione dell’attuale requisito di dieci anni di residenza legale in Italia per ottenere la cittadinanza, riducendolo a cinque.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

“Non sono referendum ideologici – conclude Moni –. Una persona non può essere libera se è precaria, se non arriva a fine mese o se non ha la cittadinanza. Solo il lavoro di qualità può essere il lavoro del futuro”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Conto e carta

difficile da pignorare