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“Viaggio del Pd nelle realtà industriali”, la visita di Fina e Orlando nel comparto industriale della Val di Sangro


Si è svolta oggi la tappa abruzzese del “Viaggio del Pd nelle realtà industriali del Paese” promosso  dal Forum Industria del partito e da Andrea Orlando, ex ministro del Lavoro e attuale responsabile  delle Politiche industriali del partito il quale, insieme al senatore Michele Fina, al segretario  regionale del partito Daniele Marinelli e a un’ampia rappresentanza del partito regionale ha  incontrato la stampa a Lanciano dopo aver visitato alcune aziende della Val di Sangro.  

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“Abbiamo scelto con Andrea Orlando di visitare il comparto dell’automotive in Val di Sangro – ha  spiegato Marinelli – perché è la realtà industriale più rilevante d’Abruzzo. Nella cerniera tra  Abruzzo e Molise parliamo di oltre 300 aziende e 30.000 lavoratrici e lavoratori, compreso  l’indotto, coinvolti da una crisi complessa che va decifrata a più livelli, cercando di capire anche  quale può essere il ruolo del decisore pubblico. Noi siamo molto critici con il governo nazionale,  che definanzia il fondo automotive, non incide su fattori importanti come il costo dell’energia e non  ha una politica industriale. Stesso discorso vale per il livello locale, con la Regione che non fa nulla  a livello di infrastrutture, reti, di investimenti su formazione, ricerca, innovazione e sviluppo. Il  confronto con imprese, lavoratori e parti sociali è stato molto interessante e ricco di spunti. Siamo  molto felici della presenza di Andrea Orlando qui oggi perché questa è una regione che fa della  manifattura uno dei suoi elementi cardine a livello economico e non possiamo permetterci lo  smantellamento del tessuto produttivo, ad iniziare proprio dalla Val di Sangro”.  

Secondo il senatore Fina “la crisi che investe la Val di Sangro e il settore automotive è il simbolo di  un problema nazionale: la mancanza di una politica industriale capace di guardare al futuro. Siamo  in presenza di dinamiche globali che pesano, come la minaccia dei nuovi dazi annunciati da Trump,  che colpirebbero direttamente le nostre esportazioni manifatturiere, o come l’uso strumentale che la  destra fa della polemica contro il Green Deal, che invece dovrebbe essere accompagnato con  intelligenza per creare nuove opportunità di sviluppo e di lavoro. A tutto questo si aggiunge  l’inverno demografico, che rischia di svuotare le aree produttive come la Val di Sangro e molte altre  zone dell’Abruzzo, rendendo ancora più urgente investire su formazione, innovazione, qualità del  lavoro e politiche attive. L’Abruzzo ha dimostrato di poter essere una regione leader nella  manifattura e nell’export: non possiamo permettere che sia sacrificato dall’inerzia di chi governa.  Siamo qui non solo per ascoltare, ma per costruire proposte serie, difendere il lavoro e rilanciare lo  sviluppo, portando la voce di questi territori sui tavoli istituzionali, in Parlamento e nel confronto  con il governo”.  

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Andrea Orlando ha osservato: “Questa è la settima tappa del tour nazionale che stiamo effettuando  nelle realtà produttive del Paese. Tutto parte da questo presupposto: un paese mantiene la sua  competitività soltanto se resta industriale e manifatturiero. Abbiamo visto che in questi mesi c’è  stata una tenuta dei livelli occupazionali ma se andiamo a vedere dentro quei numeri ci rendiamo  conto che si tratta di lavori precari e sottopagati, che non riescono a trattenere la manodopera nel  nostro paese, tanto che stiamo assistendo a un’erosione progressiva della forza lavoro. Noi come  partito – ha proseguito l’ex ministro – abbiamo lanciato una campagna sul tema del salario minimo:  purtroppo è in atto un processo di deindustrializzazione che impoverisce la manodopera. A luglio  terremo una conferenza nazionale proprio sull’assenza di una strategia industriale da parte del  governo, e le dichiarazioni del ministro Urso sull’automotive non fanno che confermare questa  realtà. Il governo si è mostrato molto debole di fronte alle dichiarazioni di Stellantis, i cui impegni  sono stati assolutamente generici i quantitativi indicati non consentono di essere ottimisti sul futuro  dell’indotto e credo ci sia stata anche un po’ di reticenza rispetto all’impegno che lo Stato, nel corso  del tempo, ha messo in campo per sostenere questa realtà che è stata una grande realtà nazionale e  che oggi, dobbiamo ricordarlo, lo è sempre meno”.  

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In merito alla crisi del settore, quello dell’automotive, Orlando ha ricordato che “il nostro Paese  paga l’energia tre o quattro volte più di altri competitor che a livello globale producono le stesse  cose. Questo tema sta emergendo come una contraddizione evidente, proprio in questi giorni.  Abbiamo visto anche un po’ di discussione che si è aperta in Confindustria perché una parte delle  imprese paga l’energia a costi stratosferici, ma una parte di quelle imprese è quella che ha  determinato questi costi. Il governo è stato complice anche di una disattenzione rispetto a fenomeni  di carattere speculativo che hanno consentito di realizzare extraprofitti che ha pagato il tessuto  produttivo del nostro paese con una difficoltà ad essere competitivo con chi produce le stesse cose  con costi dell’energia molto più bassi”.



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