L’Assemblea del CNEL ha approvato, nella seduta del 23 aprile 2025, il XXVI Rapporto sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva, documento redatto dalla Commissione dell’informazione presieduta dal consigliere Michele Tiraboschi. Il Rapporto include una nota di sintesi che, come da indicazione legislativa, offre un esame critico condiviso delle fonti e dei dati disponibili, destinato agli operatori e all’opinione pubblica.
“Un impianto – dichiara il presidente Renato Brunetta – che rafforza il ruolo istituzionale del CNEL e il compito assegnatoci dal Legislatore nella lettura delle complesse dinamiche del mercato del lavoro e degli assetti evolutivi della contrattazione collettiva, fenomenale indicatore del metabolismo della nostra economia e società.”
Per il CNEL, crescita economica non adeguata
Nel 2024, il numero degli occupati in Italia è cresciuto dell’1,5%, raggiungendo i 24 milioni, con oltre 10 milioni di donne occupate. Tuttavia, questa crescita occupazionale non è stata accompagnata da un corrispondente incremento del PIL. L’aumento è stato trainato prevalentemente dagli over 50, mentre i lavoratori indipendenti sono aumentati di sole 47.000 unità.
Persistono forti differenze territoriali: il tasso di occupazione è del 69,7% al Nord, 66,8% al Centro e 49,3% nel Mezzogiorno, con il Sud che registra un divario di 12,9 punti percentuali rispetto alla media nazionale.
Inattività elevata, soprattutto tra le donne
Il Rapporto segnala un tasso di inattività del 33,4% nella fascia di età lavorativa, con 7,8 milioni di donne inattive. Rispetto alla media europea, l’Italia mostra un tasso di inattività superiore di 7,5 punti percentuali (Italia 42,2%, Europa 34,7%).
Divario di genere ancora marcato
Nonostante l’incremento dell’occupazione, il tasso italiano resta il più basso d’Europa, inferiore di 8,6 punti rispetto alla media UE, con un gap che sale a 12,9 punti per l’occupazione femminile e a 15 per quella giovanile. Nel 2024, il tasso di occupazione medio è stato del 62,2%, con un 71,1% per gli uomini e 53,3% per le donne. Il tasso di inattività è del 24,4% per gli uomini e del 42,4% per le donne.
Permangono anche forti criticità nel lavoro sommerso e nella tutela della componente più vulnerabile del mercato del lavoro.
Giovani: miglioramenti ma criticità persistenti
Il tasso di occupazione giovanile (25-34 anni) si attesta al 68,7%, ma il Rapporto evidenzia problematiche nella transizione scuola-lavoro, nell’uso improprio dei tirocini extracurriculari, nella scarsa diffusione dei percorsi di apprendistato e nella precarietà lavorativa. L’apprendistato continua a essere utilizzato più per abbattere il costo del lavoro che come strumento formativo.
Nel 2024 i NEET (giovani 15-29 anni non impegnati in lavoro, studio o formazione) sono circa 1,34 milioni, uno dei valori più alti in Europa, anche se in riduzione del 4,8% rispetto all’anno precedente. Il fenomeno è più marcato al Sud (17,7% tra i laureati) rispetto al Centro (12,7%) e al Nord (7,9%).
Inclusione ancora limitata per le persone disabili
Nel 2023 solo il 33% delle persone con disabilità grave e il 57% di quelle con disabilità lieve risultavano occupate, contro il 62% della popolazione senza disabilità.
Salute e sicurezza sul lavoro, aumentano i decessi
Nel 2024 si registra un lieve calo degli infortuni denunciati (-0,7%), ma un aumento del 4,7% dei casi mortali (da 1.029 a 1.077). Crescono soprattutto gli infortuni in itinere (+5%), mentre calano quelli in occasione di lavoro (-19%).
La questione dei salari e rinnovi
Il XXVI Rapporto CNEL analizza i dati dell’Archivio nazionale dei contratti collettivi, confermando una fase di recupero delle retribuzioni contrattuali, dopo tre decenni di stagnazione (+1% a fronte di una media OCSE del 33%).
Tuttavia, si evidenzia una forte concentrazione della copertura contrattuale: pochi contratti collettivi nazionali coprono la maggioranza dei lavoratori. Ad esempio, nel settore metalmeccanico, i primi quattro CCNL coprono oltre il 98% degli addetti.
Al 31 dicembre 2024 erano depositati 1.017 contratti al CNEL, di cui 74 non rinnovati da almeno dieci anni. I lavoratori in attesa di rinnovo erano 6,389 milioni, contro 8,349 milioni disciplinati da contratti aggiornati. La copertura dei rinnovi varia: dal 13% nei trasporti al 95% nel terziario e servizi.
Leggi il Rapporto integrale del CNEL
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