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come le grandi aziende tecnologiche dominano le connessioni globali marine – ASSODIGITALE.IT



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I cavi sottomarini: la nuova frontiera delle big tech

Nel corso degli ultimi anni, i cavi internet sottomarini sono divenuti un asset cruciale nelle strategie infrastrutturali delle principali Big Tech mondiali. Questi sistemi, che trasportano oltre il 99% del traffico dati intercontinentale, sono al centro di investimenti miliardari da parte di colossi come Google, Meta, Microsoft e Amazon. La loro capacità di connettere continenti e mercati rende queste infrastrutture il cuore pulsante della rete globale, ridefinendo equilibri tradizionali in favore delle aziende tecnologiche. Il peso di queste imprese nel controllo e nello sviluppo delle infrastrutture sottomarine si è rapidamente intensificato, andando a coprire oltre il 70% della capacità totale utilizzata, in netto contrasto con il loro ruolo marginale solo un decennio fa.

Questa predominanza nasce dalla necessità di gestire direttamente i flussi di dati essenziali per servizi cloud, streaming, e-commerce e intelligenza artificiale, garantendo così prestazioni ottimizzate, latenza ridotta e maggiore sicurezza operativa rispetto alla dipendenza dalle tradizionali telco. La competizione tra i giganti tecnologici si manifesta non solo negli investimenti, ma anche nella pianificazione di infrastrutture sempre più estese e sofisticate, con progetti che ricoprono migliaia di chilometri e collegano continenti, rafforzando il ruolo strategico degli Stati Uniti nel panorama digitale globale.

Il ruolo strategico dell’Italia e dell’Europa nel Mediterraneo

L’Italia si sta affermando come attore chiave nelle infrastrutture critiche delle reti sottomarine, con un posizionamento strategico nel cuore del Mediterraneo. La società italiana Sparkle, vera eccellenza nel settore, vanta una rete proprietaria di fibra ottica che si estende per oltre 600.000 chilometri, coprendo Europa, Mediterraneo e Americhe. Il valore di Sparkle è cresciuto ulteriormente con l’acquisizione da parte del Ministero dell’Economia e di Retelit, sottolineando il crescente interesse istituzionale verso queste infrastrutture essenziali.

I progetti BlueMed e BlueRaman, sviluppati in collaborazione con Google, sono esempi emblematici di questa dinamica: BlueMed, in particolare, inaugura nuovi corridoi digitali che attraversano lo Stretto di Messina e collegano direttamente il Mediterraneo con il Medio Oriente e l’Asia, bypassando rotte tradizionali e garantendo maggiore resilienza e sicurezza. Questo nuovo assetto infrastrutturale contribuisce non solo a migliorare la connettività intraeuropea, ma anche a consolidare i legami economici e digitali con Africa e Medio Oriente.

Oltre a Sparkle, emergono iniziative di rilievo da parte di aziende italiane come Unidata, che, insieme ad Azimut, ha dato avvio al progetto Unitirreno. Questa nuova dorsale, lunga oltre 1.100 km e collegante la Sicilia, la Sardegna, il Lazio e la Liguria, rappresenta un ulteriore passo avanti nel rafforzamento delle infrastrutture nazionali, grazie anche a finanziamenti significativi da parte di istituti bancari italiani.

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Il rafforzamento delle reti sottomarine in Europa assume un significato geopolitico e geoeconomico fondamentale, poiché il Mediterraneo si conferma base cruciale per i collegamenti orientali e meridionali. Le autorità europee, consapevoli di questa centralità, favoriscono partnership pubblico-private per sostenere l’espansione e la sicurezza delle infrastrutture digitali, finalizzate a garantire sia la competitività che la sovranità tecnologica del continente.

Il piano europeo per la sicurezza e la resilienza delle reti sottomarine

La Commissione europea ha avviato un piano d’azione concreto per incrementare la sicurezza e la resilienza delle reti di cavi sottomarini, riconoscendone il ruolo critico nelle comunicazioni globali e nello sviluppo digitale. L’iniziativa prevede investimenti complessivi superiori a 960 milioni di euro tra il 2023 e il 2027, destinati a rafforzare la protezione fisica e la capacità di risposta a eventi di guasto o sabotaggio. Questi fondi si sommano agli oltre 420 milioni già stanziati per progetti infrastrutturali nell’ambito del Digital Decade europeo, dimostrando un impegno crescente verso il consolidamento delle rete sottomarina.

L’attenzione della Commissione si concentra su un contesto di minacce crescenti, non solo accidentali ma anche deliberatamente orchestrate, come evidenziato dai report dell’International Telecommunication Union (ITU) che denunciano una media annua di 150-200 incidenti a livello globale. Il piano prevede la creazione di un quadro normativo comune, il potenziamento del monitoraggio in tempo reale e l’adozione di tecnologie avanzate di sorveglianza per individuare e prevenire possibili attacchi.

Fondamentale è anche la promozione di una collaborazione rafforzata tra Stati membri, operatori di rete, organizzazioni multilaterali come la Nato e i principali attori del settore privato. L’obiettivo dichiarato è aumentare la capacità europea di resilienza contro interruzioni critiche, minimizzando rischi geopolitici in aree strategiche quali il Mar Baltico e il Mediterraneo. «Con questa strategia – ha sottolineato la commissaria per la Sovranità tecnologica Henna Virkkunen – l’Europa consolida la propria posizione come attore autonomo e sicuro nella governance delle infrastrutture digitali essenziali».

Il piano oltre a rafforzare la difesa delle infrastrutture esistenti, supporta lo sviluppo di nuovi collegamenti che migliorano la ridondanza delle rotte dati, stimolando innovazione e competitività digitale. La sicurezza delle reti sottomarine diventa così un elemento imprescindibile per la continuità dei servizi digitali, la salvaguardia economica e la stabilità geopolitica del continente.


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