Torniamo dieci anni dopo a fare un bilancio di quello che l’esposizione universale ha lasciato e di come ha cambiato Milano e i milanesi. Il Mind Innovation District: aziende, università e ricerca, un incubatore attrattivo di cervelli
Dieci anni dopo Expo, il Mind Innovation District si sta trasformando in una città nella città a forte impronta tecnologica e di ricerca a 15 chilometri dal Duomo. Un milione di metri quadrati lasciati in eredità dall’Esposizione Universale e progettati dalla società a maggioranza pubblica Principia (che fino a poche settimane fa si chiamava Arexpo) in partnership con il gruppo australiano Lendlease che si è aggiudicato la concessione dell’area per 99 anni. L’investimento complessivo è di 4,5 miliardi di euro.
A che punto è Mind nel 2025, a sette anni dalla sua data di completamento prevista per il 2032? La realizzazione dell’area è al 30 per cento e per la fine dei lavori ospiterà 60/70mila persone (oggi sono 7000). In circa 25 minuti dal centro si arriva alla fermata della metro Rho-Fiera e si entra in Mind dopo aver attraversato la stazione ferroviaria. Siamo nella zona del West Gate dove sorgeva il Padiglione Zero che apriva la sequenza dei 141 stand degli espositori. Qui i cantieri si moltiplicano: sorgeranno il cubo avveniristico dell’Innovation Hub, i palazzi Zenith e Horizon e 400 appartamenti, oltre al MoLo, una struttura per uffici e 1500 parcheggi. A seguire, s’incontra l’ospedale Galeazzi del gruppo San Donato, entrato in funzione nell’agosto 2022 e progettato da Binini Partners: sviluppato su una superficie di 180mila metri quadrati, domina il Decumano con i suoi 16 piani d’altezza e ospita 600 posti letto. Sempre lungo il Decumano, che diventerà una Green Way alberata, è attiva Cascina Triulza, sede dell’omonima Fondazione che riunisce imprese del terzo settore, ospitando 71 associazioni. Il Mind Village è il centro ideale della nuova città con il Village Pavilion, quartier generale di Lendlease che funziona anche da spazio di sperimentazione per i Minders, il nome dato ai lavoratori e ai futuri abitanti del distretto. E ci sono gli uffici di decine di imprese, riunite nel progetto Federated Innovation, che si occupano di intelligenza artificiale, connettività, ambiente e condividono il motto «collaborare per competere». Nello stesso Village, la Scuola di restauro Botticino si concentra sul recupero di opere d’arte dell’area milanese. Nelle vicinanze, l’Esselunga Lab è un market dove sensori intelligenti leggono i movimenti del cliente mentre preleva i prodotti dagli scaffali, conteggiando gli acquisti in un cestino virtuale. Sul lato sinistro del Decumano verso l’East Gate, c’è l’unica sede mondiale, fuori della California, di SkyDeck, l’avveniristico acceleratore dell’università di Berkeley che ha scelto Milano per selezionare le startup più promettenti. Dove c’era il Cluster cereali di Expo oggi c’è The Hive, «alveare» di costruzioni aperto a lavoro flessibile e coworking.
Proseguendo lungo il Decumano si raggiunge Palazzo Italia, eredità di Expo 2015 che ospita Human Technopole, istituto di ricerca specializzato in Scienze della vita. Il centro è diviso in cinque specializzazioni (dalla genomica alla biologia) con 400 ricercatori. Palazzo Italia non ha perso la vocazione «cerimoniale» dai tempi di Expo e poche settimane è stato inaugurato il cantiere del primo studentato della Statale. Ci avviciniamo all’East Gate e all’Albero della Vita dove sorgerà il campus scientifico di UniMi che ospiterà 23 mila persone, dal 2027, su un’area di 200 mila metri quadrati. Il cantiere per la Statale procede rispettando il cronoprogramma. Per gli eventi a Mind, l’anno scorso è stato ultimato il Big Theatre, spazio polifunzionale che può ospitare 3.500 persone, promosso dalla società Big Spaces.
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