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LAVORO & POLITICA/ L’Italia prepara il nuovo Piano su Impresa e Diritti umani


Il Comitato interministeriale diritti umani (Cidu) – in un Gruppo di lavoro apposito (Glidu) – sta lavorando insieme a tutte le amministrazioni e ai diversi portatori di interesse alla stesura aggiornata del secondo Piano d’azione nazionale su Impresa e Diritti Umani 2021-2026.

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Si tratta di uno strumento per andare incontro alle nuove esigenze di interazione fra diritti umani e dimensione economica, come prescritto dai “Guiding Principles on Business and Human Rights“. Un approccio che ha trovato nuova linfa con il varo dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo sostenibile e che ha nell’Italia un Paese impegnato a dare il proprio contributo.



Il nostro Paese è stato nel 2016 tra i primi a dotarsi di un Piano su Impresa e Diritti umani (BHR) per il quinquennio 2016-2021. La partecipazione attiva tra le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali e della società civile, dei diversi esperti del settore e di tutti i cittadini alla redazione del secondo Piano per gli anni 2021-2026 è in fase di aggiornamento con i vari Ministeri.



Nell’impostazione del Piano, il rispetto dei diritti umani, con particolare attenzione alle categorie più vulnerabili, è un veicolo primario per arrivare al riequilibrio delle distorsioni e delle inefficienze prodotte da contesti economici e produttivi dimostratisi non efficienti sotto questo profilo. L’Italia è uno dei nove Paesi a essersi dotati finora di un Piano d’azione nazionale su Impresa e Diritti umani e ciò rappresenta l’impegno del Governo a farsi portatore nelle competenti sedi internazionali di azioni mirate a stimolare l’effettiva applicazione dei diritti umani.

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Nel Piano sono inoltre previste azioni volte alla razionalizzazione del quadro giuridico interno e finalizzate alla sensibilizzazione delle imprese, al contrasto al caporalato e a ogni altra forma di sfruttamento dei lavoratori. Azioni che si inquadrano anche nelle politiche di gestione dei flussi migratori. Si tratta di una sfida di notevole portata, che richiede un cambiamento anche di natura culturale.

Fondamentali sono le “Linee guida dell’Ocse per le imprese multinazionali sulla condotta responsabile d’impresa” aggiornate nel 2024 rivolte dai Governi alle imprese multinazionali che operano nei Paesi aderenti. Forniscono principi e standard non vincolanti per una condotta d’impresa responsabile in un contesto globale coerente con le leggi applicabili e gli standard riconosciuti a livello internazionale.

Le Linee guida sono l’unico codice di condotta d’impresa responsabile concordato a livello multilaterale che i Governi si sono impegnati a promuovere. Anche le Pmi sono invitate a osservarle nella misura più ampia possibile.

Le imprese sono chiamate, per quanto possibile, a incoraggiare i propri partner commerciali, compresi fornitori e subcontraenti, ad applicare principi di comportamento imprenditoriale responsabile conformi.

Le Linee guida descrivono la condotta responsabile in relazione ai principali rischi sociali e ambientali che l’attività di impresa multinazionale comporta nel mercato globale. Esse mirano a incoraggiare i contributi positivi che le imprese possono apportare al progresso economico, ambientale e sociale e a ridurre al minimo gli impatti negativi nelle aree oggetto delle Linee guida stesse che possono essere associati alle attività, ai prodotti e ai servizi di un’impresa.

Esse coprono tutte le aree chiave della responsabilità d’impresa, inclusi i diritti umani, i diritti del lavoro, l’ambiente, la corruzione, gli interessi dei consumatori, la divulgazione, la scienza e la tecnologia, la concorrenza e la fiscalità.

L’edizione 2024 delle Linee guida contiene raccomandazioni aggiornate per una condotta responsabile d’impresa in aree strategiche come il cambiamento climatico, la biodiversità, la tecnologia, l’integrità aziendale e la due diligence nella catena di fornitura, nonché procedure di attuazione aggiornate per i Punti di contatto nazionali per la condotta responsabile d’impresa.

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Lo stesso ministero dell’Università e ricerca è impegnato ad arricchire il contenuto del nuovo Piano d’azione nazionale con le iniziative che varie accademie e lo stesso Ministero hanno adottato nell’ambito della collaborazione tra imprese e territorio a tutela e sviluppo della politica attiva sul tema diritti.

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