(AGENPARL) – Roma, 24 Aprile 2025
(AGENPARL) – Thu 24 April 2025 Identità agricoltura, il binomio vincente è tradizione più innovazione
“Nell’agricoltura l’identità toscana trova una delle sue espressioni
più autentiche e vitali. Sapienza antica e innovazione, ricerca e rispetto
per l’ambiente: questo è l’agricoltura nella nostra regione che è non
solo un settore produttivo ma cultura, paesaggio, comunità”. Così il
presidente Eugenio Giani aprendo il panel dedicato al settore nell’ambito
del Festival dell’identità toscana.
“L’agricoltura toscana presenta un quadro di assoluta eccellenza a
livello nazionale – ha proseguito Giani – Siamo primi nel bio, col 37,5%
della superficie coltivabile bio. Dal punto di vista della valorizzazione
dei prodotti siamo la regione che ha più di 90 fra IGP e DOP, peculiarità
che ci rende famosi in tutto il mondo. Contemporanemante possiamo ancora
vantare la suprficie boscata più imponente d’Italia. Insomma la Toscana
vede nell’agricoltura una fonte di reddito, di innovazione sociale, di
cooperazione, di elemento distintivo che si lega al turismo e all’immagine
culturale della nostra regione perché è proprio in paesaggi come il
Chianti, la Valdorcia, la Maremma, la Valdelsa che la Toscana presenta un
carattere distintivo della propria identità. Ritengo che l’agricoltura sia
motore di sviluppo in una società che guarda al futuro, uno sviluppo
sostenibile che stiamo favorendo con diverse misure e finanziamenti europei
e nel quale vogliamo possano trovare posto tanti giovani che vogliono
avvicinarsi all’imprenditorialità agricola”.
“La tradizione non è nemica dell’innovazione ma la nostra storia e i
nostri valori devono essere coniugati sempre di più con un mondo che muta,
con un’agricoltura che si modifica, con i cambiamenti climatici che
richiedono sempre altre applicazioni – ha detto la vicepresidente e
assessora all’agricoltura Stefania Saccardi -. In questo panel presentiamo
quattro esperienze di agricoltura sociale, una delle tematiche su cui
abbiamo lavorato di più, abbiamo fatto un bando che ha coinvolto più di
mille persone con fragilità, pesone che hanno problemi di diabilità o che
vengono da circuiti particolari; presentiamo un’esperienza di economia
circolare, un esempio di agricoltura di precisione in cui la tecnologia è
al servizio dell’agricoltura e un’esepreonza sull’olio, uno dei nostri
prodotti identitari, su cui anche in futuro vogliamo lavorare sempre di
più”.
Il pomeriggio ha centrato vari focus: l’agricoltura sociale che restituisce
dignità e opportunità, ma anche vivibilità alle aree rurali;
l’innovazione sociale in cui gli agricoltori sono attori chiave che
collaborano con gli altri principali stakeholder dell’ecosistema.
Attenzione è stata quindi dedicata ai risultati di uno spin off
dell’Ateneo senese, che ha trovato un metodo per realizzare creme e
cosmetici dai ricci di castagna, scarti alimentari, ricchi di
antiossidanti, una vera e propria miniera che la professoressa Annalisa
Santucci del dipartimento di Biotecnologia, Chimica e Farmacia
dell’Università di Siena ha deciso di sfruttare al massimo attraverso un
processo di estrazione green e innovativo dando vita a una linea viso e
corpo Biocastanea, prodotta interamente in Toscana, biosostenibile nel
metodo di produzione e nella confezione. Un esempio di economia circolare e
di bioeconomia, che punta al rifiuto zero.
Spazio poi all’agricoltura di precisione che migliora l’efficienza e la
sostenibilità delle aziende.
E, naturalmente, sono stati celebrati alcuni dei prodotti simbolici della
tradizione agroalimentare toscana: l’olio extravergine d’oliva a Dop e Igp,
che incarna perfettamente il connubio tra tradizione e innovazione e il
Pane Toscano Dop come prodotto identitario e testimone della tradizione e
particolarità della nostra regione.
“La Toscana – ha proseguito Saccardi – è una regione che sa guardare
avanti senza perdere le proprie radici. E oggi più che mai, in un contesto
globale complesso, dobbiamo rafforzare questa identità, sostenere le
nostre filiere, promuovere l’eccellenza, investire nella formazione, nella
digitalizzazione e in modelli produttivi che siano equi, giusti e
sostenibili. Il lavoro che stiamo facendo con il Programma di Sviluppo
Rurale e con i fondi europei va in questa direzione. E continueremo a farlo
ascoltando i territori, valorizzando le buone pratiche, promuovendo reti di
collaborazione tra istituzioni, imprese, università e cittadinanza”.
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