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Concessioni balneari e direttiva Bolkestein: in Versilia investimenti in calo di 100 milioni in 5 anni


PIETRASANTA. Crollano gli investimenti negli stabilimenti balneari versiliesi: negli ultimi 5 anni i concessionari, complice le aste delle spiagge, hanno infatti deciso di sigillare i portafogli per un calo degli impieghi, stimato dalla Banca Versilia Lunigiana Garfagnana, intorno agli 80-100 milioni di euro.

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L’opinione del Consorzio Mare Versilia

«E il peggio, a mio avviso, deve ancora arrivare. Da tempo il balneare ha smesso di investire, anche perché non ha alcuna certezza di riavere la concessione dopo il 2027, ma nei prossimi anni a perdere il posto di lavoro saranno molte persone, giovani e non, del posto perché chi si aggiudicherà la concessione con le gare pubbliche – le parole del presidente del Consorzio Mare Versilia Francesco Verona – si porterà dietro in molti casi i propri dipendenti, le proprie ditte per rifare gli stabilimenti, i propri canali di credito. Ecco perché affermo, a ragion veduta, che al momento non abbiamo ancora visto niente e a chi ci dà dei folli, di quelli che gridano solo perché temono di non avere più la concessione fra 2 anni, rispondo che i fatti, purtroppo, ci daranno ragione. Già a Forte dei Marmi, in alcune grandi realtà , gli stabilimenti balneari si affidano, sia dal punto di vista occupazionale che per i lavori di riqualificazione, a soggetti che niente hanno a che vedere con la Versilia. Quel dato – prosegue Verona – che parla di un calo di investimenti stimabile, nell’ultimo lustro, in 80-100 milioni di euro è purtroppo reale. Oggi, a investire, sono solamente quei concessionari che hanno comprato lo stabilimento e che non hanno problemi a rinnovare il bagno portando in dote, queste opere, al momento dell’assegnazione delle nuove concessioni». Verona che critica anche l’amministrazione Giovannetti. «Il nuovo Piano degli arenili, così come è stato impostato oggi, consente troppo: la demolizione e il completo rifacimento dello stabilimento più un suo ampliamento fino al 20% rischiano di snaturare la nostra proposta turistica all’insegna della tradizione e, soprattutto, di attirare sempre più investitori. Avevamo chiesto al Comune di attuare un Piano con migliorie minime e un ampliamento contenuto nella percentuale massima del 5%: non ci hanno ascoltato».

L’incertezza normativa

Dalla preoccupazione dei balneari alla riflessione del direttore di Bvlg Maurizio Adami, sempre sul tema aste e investimenti,

«La direttiva Bolkestein, con le sue implicazioni sul settore balneare, crea una condizione di incertezza normativa che rende difficili gli investimenti a medio-lungo termine da parte dei concessionari. Come Bvlg il nostro impegno resta fermo nel sostenere il territorio, i soci e le aziende locali, che sono il cuore pulsante della nostra attività. Tuttavia, l’introduzione di operatori internazionali nel settore potrebbe comportare sfide rilevanti, sia in termini di competitività che di capacità di supporto finanziario. Rimaniamo fermamente convinti che sia cruciale un quadro normativo stabile e a tutela delle realtà locali, in modo da garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile per il futuro delle imprese balneari e dell’intero comparto economico del nostro territorio. Il nostro obiettivo sarà sempre quello di fornire supporto a chi, da anni, contribuisce a creare valore per la comunità».

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