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Le pmi cambiano veste: sempre più Srl e sempre meno imprese individuali


Calma piatta nell’imprenditoria. O, almeno, così pare dal punto di vista meramente numerico: il bilancio tra le imprese nate e quelle che hanno chiuso i battenti, tra gennaio e marzo 2025, è sostanzialmente stabile (-0,05%). Ma se si guarda meglio, nel dettaglio, si scopre che il sistema imprenditoriale sta cambiando veste e si conferma a doppia velocità, con sempre più Srl e sempre meno imprese individuali. Secondo i dati di Movimprese, la periodica analisi condotta da Unioncamere e InfoCamere sul mondo delle imprese, le società di capitali stanno continuandosi ad espandersi a ritmi elevati (+0,7%), “segnalandosi come l’unica forma giuridica d’impresa a chiudere il trimestre con un saldo positivo (+13.358 unità), mentre continuano a contrarsi le imprese individuali (-11.597), le società di persone (-4.316) e le altre forme (sostanzialmente cooperative, -506 unità)”.

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Secondo il report elaborato sulla base delle iscrizioni e cessazioni rilevate dal Registro delle Imprese delle Camere di commercio, il saldo complessivo tra aperture e chiusure si è attestato a -3.061 imprese, pari ad un tasso di variazione dello stock del -0,05%, il terzo dato meno negativo degli ultimi dieci anni.

“Rispetto allo stesso periodo del 2024, quando il saldo era stato di -10.951 unità, la dinamica della nati-mortalità segna dunque un miglioramento, tenuto conto che il primo trimestre è tradizionalmente caratterizzato da una stagionalità negativa, causata dal consolidarsi nei primi mesi del nuovo anno delle chiusure pervenute a fine dicembre”, si legge in una nota.

A livello settoriale, il dato più positivo arriva dai servizi professionali, scientifici e tecnici, che segnano un saldo di +2.795 imprese (+1,10% in termini relativi rispetto alla fine di dicembre), consolidando una tendenza di fondo che premia le attività ad alto contenuto intellettuale e consulenziale. Continua invece la flessione di comparti tradizionali come il commercio (7.627 imprese in meno, per una variazione dello stock di -0,56%), l’agricoltura (-5.809 imprese, -0,84%) e la manifattura (-2.747 imprese, -0,55%).

Effetto Giubileo sull’economia: a Roma e nel Lazio la crescita maggiore di nuove imprese

Nel primo trimestre dell’anno, Roma è stata la città che ha registrato il miglior saldo imprenditoriale a livello italiano (+1.767 imprese)
in controtendenza rispetto al dato complessivo del Paese che è negativo (-3.061 imprese)

Dal punto di vista territoriale, è il Centro Italia l’unica macro-ripartizione con un saldo attivo alla fine del trimestre (+422 imprese), trainata in modo decisivo dal Lazio. Le altre aree geografiche rimangono in terreno negativo, ma con tassi di contrazione inferiori rispetto allo scorso anno.

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La Capitale, nel primo trimestre del 2025, ha registrato il miglior saldo imprenditoriale a livello italiano: 8.626 iscrizioni a fronte di 6.859 cessazioni, pari a un saldo attivo di +1.767 imprese. E un tasso di crescita dello 0,4% (in controtendenza rispetto alla media nazionale che è leggermente negativa e pari a -0,05%). Il numero totale delle imprese registrate a fine marzo 2025, a Roma e provincia, è pari a 437.649 unità, pari al 7,5% delle imprese italiane.

“In una situazione generale socio-politica che resta di estrema incertezza e in un quadro economico globale di forte imprevedibilità, i dati diffusi oggi dalla rilevazione di Unioncamere/Infocamere – sottolinea il Presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti – inducono a un moderato ottimismo e confermano una tenace dinamicità del nostro tessuto produttivo. Roma nel primo trimestre 2025, con il miglior saldo imprenditoriale nazionale, dimostra – ancora una volta – di saper reagire in maniera efficace alle difficoltà, ma non bisogna adagiarsi ed è prioritario insistere nelle azioni di supporto al tessuto produttivo locale. L’anno passato e i primi mesi di quest’anno hanno registrato, in particolare, una forte crescita del turismo e la tenuta del settore delle costruzioni, due comparti vitali per l’economia romana. Le ingenti risorse del Pnrr, insieme a quelle stanziate per il Giubileo del 2025 – conclude Tagliavanti – stanno facendo sentire il loro effetto sull’economia reale e sono propedeutiche a un percorso di crescita strutturale”.



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