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i delegati UILM bocciano il piano industriale


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Il giorno dopo la presentazione del piano industriale da parte di ST Microeletronics la UILM Lombardia, attraverso le parole dei delegati conferma l’irricevibilità di quanto presentato dalla multinazionale italo francese.

E nel commentare il tutto i delegati fanno osservare il grande apprezzamento da parte dell’assessore di Regione Lombardia Guido Guidesi che ha criticato quanto presentato così come il fatto che il tavolo di discussione è e sarà di fronte al Ministero del Made in Italy.

<<ST ha dichiarato insieme agli esuberi che non chiama mai col suo nome – sottolinea Gianluca Cogno, Delegato UILM ST – un rilancio della produzione. A nostro sentore un po’ una bella fantasia dei nostri manager perché basa gran parte della sua efficacia proprio su un avanzamento e un aumento degli ordini e delle quote di mercato dell’auto elettrica che è ormai tristemente un disastro. E i numeri sono sotto gli occhi di tutti con un calo della produzione. E l’altro aspetto che non possiamo accettare è che ST percepisca soldi pubblici statali ed europei erogati e concessi con l’idea di aumentare l’occupazione sopranazionale, mentre invece il risultato di quei contributi che arrivano anche dalle tasche dei lavoratori vengano usati per abbassare la quota di lavoro in Italia. E non sopportiamo i silenzi. Quelli che anche davanti alla Regione Lombardia sono arrivati puntuali. Se il piano è fino al 2030 perché dal punto di vista delle risorse umane si parla di interventi fino al 2027? E poi? Altre “pratiche su lavoratori inutili” da definire con i sindacati?>>.

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Cogno insiste anche dal punto di vista della produzione e conclude evidenziando un altro aspetto che confermerebbe la poca lungimiranza del piano che è stato presentato. <<Oggi prevedono di arrivare entro il 2027, a 4700 fette di silicio da 300 millimetri a settimana. Numeri che avremmo dovuto raggiungere nel 2020. Peccato che da altre notizie aziendali sembra che la soglia di sostenibilità per rendere profittevole un sito produttivo da 300 mm si ha con almeno 10.000 fette. Sono queste affermazioni legate a tutto il resto che aumentano una già elevata preoccupazione per il futuro dell’azienda e dei lavoratori. Si tratta di un settore strategico e noi ascoltiamo parole quasi non dette da chi fa piani millantando crescite. E sono le stesse persone che hanno ingannato i mercati americani che li ha messi sotto indagine perché davano previsioni fuorvianti. Come ci si può fidare di costoro anche sui numeri di un possibile esubero?>>.

Alle parole di Cogno fanno eco anche quelle dell’altra delegata UILM ST Simona Cavarra. <<I sospetti su piani industriali poco chiari e realistici ci sono stati sin da quando la nuova dirigenza ha cominciato a prendere il comando dell’azienda. Da almeno un decennio una parte di sindacato in azienda, chiedeva delucidazioni su vecchi fabbricati, ma mai nessuno ha risposto a queste preoccupazioni. Hanno preferito fare profitto spremendo il più possibile capacità umana e di facility. Prima o poi si doveva arrivare a un capolinea, ma il problema non può ricadere tutto sui lavoratori e le loro famiglie.

L’azienda deve essere più chiara e sedersi al tavolo ministeriale. Siamo in attesa di conoscere la data per ascoltare un piano industriale rivisitato al fine di salvare più occupazione possibile>>.



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