Il presidente dell’Antitrust Roberto Rustichelli: «Servono risposte all’altezza delle sfide» se si vorrà davvero rimettere il nostro paese sulla via della ripresa economica. Si fa forte l’esigenza di un riassetto regolatorio che favorisca l’imprenditorialità e bisognerà riallocare le risorse sulle attività più produttive. 5G e fibra i pilastri infrastrutturali
Innovazione e sviluppo tecnologico: sono questi i pilastri portanti della «nuova politica industriale» su cui l’Europa deve necessariamente puntare per recuperare competitività a livello globale e per accelerare la crescita delle imprese e dei servizi, in primis quelli digitali attorno ai quali ruota ormai l’intera economia. È questo il messaggio forte emerso dalla relazione annuale dell’Antitrust presentata nei giorni scorsi.
«Il sistema del commercio internazionale, a lungo fondato sull’integrazione produttiva e sul libero scambio, è oggi scosso dall’introduzione di un pervasivo reticolo di dazi e di altre misure non tariffarie gravemente distorsivi del confronto concorrenziale tra imprese e tra paesi», ha detto il presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato Roberto Rustichelli, secondo il quale le tensioni rendono particolarmente esposta l’economia europea e per crescere in uno scenario geopolitico mutevole e complesso è ora di spingere su quel mercato unico europeo che si sbandiera da anni, ma come strada da perseguire ma che si è perso nel mare fra il dire e il fare.
Ridurre le «dipendenze» è dirimente ancor di più quando si parla di innovazione e tecnologie in cui Usa e Cina sono campioni assoluti. Aperto, integrato e concorrenziale: queste devono essere le caratteristiche del mercato unico europeo se si vorranno abbattere davvero le vulnerabilità.
E venendo all’Italia «le prospettive di ripresa dell’economia nazionale sono strettamente connesse alla capacità di mettere in campo risposte all’altezza delle sfide».
La priorità numero uno è rilanciare la produttività, un obiettivo che «può essere raggiunto stimolando gli investimenti in tecnologia, eliminando le barriere all’entrata e all’uscita, migliorando l’efficienza del settore pubblico e del sistema giudiziario, nonché riducendo la complessità normativa che caratterizza l’ordinamento nazionale». E a tal proposito si fa forte «l’esigenza di una riforma regolamentare in direzione pro-concorrenziale, che favorisca l’imprenditorialità e la riallocazione delle risorse alle attività più produttive».
La concorrenza è motore dell’economia
Rustichelli ha ricordato che le liberalizzazioni nei mercati dei servizi introdotte nel nostro paese tra il 2005 e il 2019 hanno generato un aumento della produttività del lavoro fra 3 e 8 punti percentuali. E la riduzione delle barriere regolatorie ha fatto diminuire i prezzi del 6,5 per cento.
Ancora: le attività svolte dall’Autorità nel periodo 2015-2024 hanno sortito benefici per imprese e consumatori quantificabili in oltre 9 miliardi, di cui 729 milioni nel solo 2024. E nel biennio 2023-2024 le azioni a tutela dei consumatori hanno consentito risparmi per oltre 28 milioni e la restituzione di più di 150 milioni a ben 900mila cittadini.
Ma quali sono le leve su cui bisogna fare forza per spingere la competitività? Intanto su infrastrutture di telecomunicazioni “efficienti” che secondo Rustichelli sono «strumentali alla digitalizzazione, all’innovazione e alla connettività globale» nonché “indispensabili per garantire un’economia competitiva e una società aperta». Ed è per questa ragione che bisogna continuare a «stimolare gli investimenti nelle nuove reti in fibra ottica e 5G».
Altro dossier importante sul tavolo è quello dell’intelligenza artificiale. Determinante secondo il presidente dell’Autorità che le imprese assicurino «un elevato livello di trasparenza, il rispetto dei diritti e delle aspettative dei consumatori» e che non si generino «ecosistemi chiusi» a danno della concorrenza.
Di qui, ha ricordato Rustichelli, l’adozione lo scorso ottobre – da parte delle Autorità dei paesi che anno partecipato al G7 Concorrenza dedicato proprio all’intelligenza artificiale – di una serie di impegni a salvaguardia di una concorrenza «leale» e di un’equa distribuzione dei benefici economici.
La digitalizzazione «pervasiva» ha inoltre indotto l’Autorità italiana a puntare il faro negli ultimi mesi anche su fenomeni quali il proliferare delle fake news a livello ad esempio delle recensioni online nell’ambito delle strategie promozionali delle imprese. Per non parlare poi della questione influencer fra pubblicità occulte e finti follower per aumentare la popolarità a danno della trasparenza nei confronti dei consumatori.
E anche il settore del credito e dei pagamenti non è immune da operazioni “borderline” ad esempio attraverso la vendita di servizi finanziari online poco chiare e dunque lesive della libertà di scelta da parte dei consumatori.
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