Come funzionano le detrazioni per le ristrutturazioni nel 730 2025 per i familiari conviventi? Sono sempre più le coppie che convivono in Italia più che convolare a nozze.
Secondo dati recenti, circa il 7% degli italiani e delle italiane coabita con il proprio partner, un valore in effetti minore che nel resto d’Europa ma che comunque include milioni e milioni di persone
I conviventi sono dunque tantissimi eppure restano ancora privi di tutele. Alle coppie che convivono non vengono, infatti, riconosciuti gli stessi diritti spettanti alle coppie coniugate e spesso non gode di alcuna agevolazione o altro beneficio chi convive con un’altra persona pur non essendo una coppia.
Vediamo allora cosa prevede la normativa vigente sulla possibilità di potare in detrazione le spese sostenute per lavori di ristrutturazione edilizia per i familiari conviventi.
- Le detrazioni nel 730 2025 per lavori edilizi per i familiari conviventi
- Quali sono le condizioni da rispettare
Le detrazioni nel 730 2025 per lavori edilizi per i familiari conviventi
La Manovra Finanziaria 2025 ha cambiato le regole per le detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie, con modifiche alle aliquote e prevedendo requisiti più stringenti per chi vuole beneficiare della detrazione massima.
Dal primo gennaio di quest’anno, infatti, le detrazioni per la ristrutturazione sono state confermate al 50% per l’abitazione principale su un massimo di spesa di 96mila euro (l’aliquota scenderà al 36% nel 2026-2027) e al 36% per le seconde case e gli immobili non destinati a residenza principale (che si ridurrà al 30% dal 2026).
Cambiano, fissate nelle stesse misure del bonus ristrutturazioni, quindi al 50% al 36%, anche le percentuali di detrazione anche per l’ecobonus e il sismabonus mentre è stato del tutto cancellato il superbonus che resta quest’anno solo per chi ha cantieri avviati entro il 15 ottobre 2024 e con una percentuale comunque ridotta al 65% (dal 70%) del 2024.
Possono portare in detrazione del 730 2025 le spese sostenute per effettuare lavori di ristrutturazione edilizia in casa coloro che hanno un diritto reale di proprietà o di godimento e utilizzano l’immobile come abitazione principale.
Possono, però, usufruire delle detrazioni in dichiarazione dei redditi anche i familiari conviventi del proprietario o del detentore dell’immobile, come il coniuge, i parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado, e anche i conviventi di fatti, ma in questo caso l’unica aliquota che possono detrarre sulle spese sostenute è quella al 36%.
La condizione da soddisfare comunque è quella di sostenere la spesa per i lavori insieme all’avere la residenza nell’immobile oggetto di interventi.
Dunque, stando alla normativa vigente, possono portare in detrazione le spese sui lavori edilizi in casa anche i familiari conviventi individuati dalla legge ma usufruendo non dell’aliquota più alta al 50% ma di quella al 36%.
Quali sono le condizioni da rispettare
Se, dunque, come stabilito dalla normativa vigente, è possibile per i familiari conviventi portare in detrazione le spese sostenute per i lavori di ristrutturazione edilizia di casa, pur se in misura minore, è anche necessario che si certifichi lo status di convivenza.
Questo deve sussistere sia al momento in cui si attiva la procedura o alla data di inizio dei lavori e sia al momento di sostenimento delle spese ammesse alla detrazione, anche se vengono effettuate prima dell’avvio dei lavori.
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