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Automotive, Ficco (Uilm): «L’industria italiana lotta per la sopravvivenza»


TERMOLI. “L’industria dell’auto europea e, più specificamente, italiana è oramai impegnata in una vera e propria lotta per la sopravvivenza, colpita dalle contorte politiche di elettrificazione della UE, nonché dalle preoccupanti misure protezioniste degli USA. Il tavolo automotive insediato dal Governo ha focalizzato i nostri principali punti deboli e ha creato in astratto i presupposti per un’azione di salvaguardia e di rilancio. Ora, però, è il momento di intraprendere azioni coraggiose in sede sia europea sia nazionale”.

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Lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, al termine dell’audizione parlamentare sul settore automotive.

“In sede europea occorre eliminare per davvero le famigerate sanzioni ai produttori di veicoli, che fino ad ora si è pensato semplicemente di rinviare attraverso un macchinoso sistema di medie triennali. Questo percorso è autolesionista non solo per la produzione di autovetture, ma ancor di più per quella di veicoli commerciali pesanti. Si pensi che una azienda di per sé sana come Iveco a breve sarà costretta a produrre quote crescenti di camion elettrici che però vengono rifiutati dai clienti. Dobbiamo evidentemente cambiare approccio, utilizzare le tecnologie effettivamente a portata di mano per ridurre le emissioni come l’ibrido per i veicoli privati e i motori a basso impatto per i camion, introdurre il principio della neutralità tecnologica ed essere maggiormente rispettosi della libertà di scelta dei consumatori. Solo così potremo conseguire effettivi benefici ambientali e guidare la nostra industria verso la transizione”.

“A livello nazionale, è urgente intervenire su almeno due fronti: il costo dell’energia, che è incomparabilmente superiore a quello di tutti i nostri competitors, e la riforma degli ammortizzatori sociali, che devono diventare più tutelanti per i lavoratori e meno onerosi per le imprese. Bisogna far pagare di più le imprese che chiudono e licenziano, ma aiutare quelle che cercano di superare la crisi, innanzitutto le innumerevoli imprese dell’indotto che vivono le difficoltà maggiori e i cui lavoratori rischiano l’imminente licenziamento. Inoltre, è auspicabile un intervento normativo sulle auto aziendali che renda accessibili non solo le full electric e le plug-in, ma anche le mild hybrid. Fatto questo, si può passare a piani più ambiziosi e a politiche industriali di lungo termine, per prepararci alla ulteriore dirompente sfida della guida autonoma e cercare soluzioni innovative come la propulsione ad idrogeno“,

“Per quanto riguarda specificamente Stellantis, restano punti critici da risolvere, a cominciare dalla necessità di chiarire le prospettive di Termoli, di assegnare i modelli ibridi a Cassino e di rilanciare il marchio Maserati. Come sindacato ci siamo battuti e ci continueremo a battere per difendere ogni posto di lavoro, ma la dimensione e la natura degli eventi impongono al nostro Paese di fare sistema: è a repentaglio il primo settore industriale italiano con i suoi oltre duecentomila occupati”.

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