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Italia in ritardo rispetto all’Europa


La formazione continua riveste un ruolo cruciale per garantire la competitività delle imprese, soprattutto in un’era dominata dall’innovazione tecnologica. Tuttavia, l’Italia è ancora lontana dagli standard europei, con significativi ritardi nell’investimento sull’ICT, un settore strategico per lo sviluppo economico e professionale. Il 2° Rapporto di Fondoprofessioni fornisce un quadro dettagliato, analizzando le sfide e le opportunità per colmare il divario.

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ICT e formazione continua: il confronto con l’Europa

L’Italia fatica a tenere il passo dell’Europa nell’accesso alla formazione continua, soprattutto nel nell’area strategica dell’Information and Communication Technologies (ICT). Nel 2024, solo il 17,9% delle imprese italiane ha investito nella formazione ICT per il personale, un dato ben al di sotto della media europea del 22,3%. La Germania guida con il 26,4%, seguita dalla Spagna al 21,2%. Fanalino di coda la Francia con il 13,1%. E il divario è ancora più marcato nelle microimprese.

I numeri del 2° Rapporto Fondoprofessioni

Questi dati emergono dal 2° Rapporto di Fondoprofessioni, elaborato dall’Osservatorio delle Libere Professioni e presentato a Roma lo scorso 10 aprile, durante il convegno “La formazione continua tra opportunità da cogliere e ostacoli da rimuovere”. All’evento hanno partecipato figure istituzionali come Massimo Bitonci, Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Maurizio Politi, Esperto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e Virginio Merola, Deputato PD e Componente della VI Commissione Finanze, insieme a rappresentanti delle parti sociali ed esperti del settore.

Il ruolo delle microimprese: una sfida nel sistema formativo

Il Rapporto restituisce una fotografia dettagliata del mondo delle imprese di piccola dimensione e degli studi professionali: il 93% delle aziende aderenti a Fondoprofessioni ha infatti meno di 10 dipendenti e il 70% non supera i tre addetti. Un unicum nel panorama dei Fondi interprofessionali.

Le dichiarazioni: servono regole più semplici e strumenti adeguati

“Nonostante l’importanza dei Fondi interprofessionali nell’erogare risorse per la formazione, occorre rimuovere gli ostacoli normativi e agevolare l’accesso alla formazione continua nelle microimprese per ridurre il ritardo rispetto all’Europa”, ha sottolineato Marco Natali, Presidente di Fondoprofessioni. “I modelli di lavoro stanno evolvendo verso una digitalizzazione completa, spinti dall’intelligenza artificiale. Vogliamo accompagnare gli studi professionali e le aziende in questo cambiamento sostenendo lo sviluppo di competenze adeguate”, ha aggiunto Natali.

La crescita della formazione continua ICT e digitale 

Senza trascurare le tematiche tradizionali, Fondoprofessioni, negli ultimi anni, ha infatti intensificato il supporto alla formazione digitale. Dal 2019 al 2024, i corsi di innovazione e digitalizzazione finanziati sono aumentati del 173,8%.

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Le competenze più richieste secondo l’indagine

L’indagine sul campo, condotta dall’Osservatorio e basata su quasi 10mila risposte di datori di lavoro e dipendenti, mostra una crescente consapevolezza dell’importanza del digitale. Il 75% dei dipendenti ritiene cruciale la conoscenza di software specifici entro i prossimi due anni, il 47% considera centrale l’intelligenza artificiale, mentre il 23% punta sulla sicurezza informatica.

Le proposte emerse dal convegno per la formazione continua ICT

Durante il convegno, sono emerse proposte per rafforzare il sistema formativo: superare gli aiuti di Stato alla formazione, valutare l’incidenza della fiscalità e della burocrazia, aumentare i contributi alla formazione continua, incentivare il training attraverso leve fiscali e migliorare il coordinamento tra gli attori del sistema nazionale.

di Miriam Minopoli – Confprofessioni

Leggi anche: I webinar sugli appalti pubblici: un’opportunità per superare le difficoltà burocratiche

 



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