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9 milioni di euro in arrivo


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Ok dal consiglio regionale al disegno di legge per sostenere le attività economiche dell’entroterra, un provvedimento che ha l’obiettivo di integrare risorse e misure per rendere omogenee le strategie di sviluppo dell’entroterra.

Un intervento della durata quinquennale che prevede lo stanziamento di oltre 9 milioni di euro con cui si cercherà di valorizzare l’entroterra ligure. Due le misure previste: una consiste nel contributo all’affitto destinata all’insediamento di microimprese che avviano una nuova attività o aprono sedi operative in comuni non costieri fino a 2.500 abitanti (la gestione del contributo è affidata al sistema camerale). L’altra sarà dedicata al sostegno alla liquidità di imprese già attive nei comuni non costieri (fino a 5.000 abitanti) a valere sul fondo strategico regionale e che sarà gestita da Filse.

La soddisfazione della giunta regionale

“Il provvedimento – comunicano il presidente della Regione Liguria Marco Bucci e il consigliere delegato allo Sviluppo economico Alessio Piana – si prefigge di contrastare gli effetti dello spopolamento e di sostenere la resilienza economica locale. L’obiettivo è favorire l’insediamento di nuove attività economiche e rafforzare quelle esistenti, con particolare attenzione alle micro e piccole imprese dei comparti artigianato, commercio, servizi di ristorazione e cooperative di comunità che esercitano attività economiche”.

Infine, queste realtà “non rappresentano soltanto un fattore determinante per mantenere e creare occupazione, ma svolgono anche un’insostituibile funzione di presidio sociale, essenziale per la vitalità e la coesione delle comunità locali”.

Opposizione all’attacco: “Misure spot insufficienti”

L’opposizione va all’attacco: “Abbiamo provato a migliorare un disegno di legge che si presentava come una misura spot e inefficace nel medio lungo termine, incapace di dare quelle coperture strutturali per garantire all’entroterra la prospettiva di cui ha bisogno, ma questa destra ha deciso di cassare tutte le nostre proposte tranne due, l’apertura ad attività promosse dalle cooperative di comunità e il sì a un report annuale sui risultati della misura. Troppo poco per imprimere una svolta a un provvedimento che si conferma parziale e limitato. Per questo abbiamo deciso di astenerci e di non votare” dice il consigliere regionale del Partito Democratico Simone D’Angelo.

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“Avevamo chiesto di portare il sostegno all’apertura di nuove imprese anche per i comuni fino a 5mila abitanti, anziché limitarlo solo a quelli di 2500. Abbiamo chiesto – prosegue D’Angelo – di ampliare l’ambito delle nuove attività, senza limitarlo solo all’artigianato o la ristorazione, ma aprendo anche ad attività del settore turistico ricettivo; che valorizzano prodotti tipici locali; ecosostenibili certificate per le quali prevedere una premialità pari al 10 per cento delle risorse e prevedere una riserva del 20 per cento delle risorse per promuovere l’imprenditoria giovanile under 35. Ma hanno deciso di accogliere solo l’apertura alle cooperative di comunità, tutto il resto bocciato. Speravamo in una misura che non fosse spot, ma che garantisse una copertura pluriennale mantenendo il finanziamento anche per il 2026 e il 2027, senza limitarlo al solo 2025. Ampliare il sostegno anche alle frazioni più piccole che appartengono ai Comuni che per numero di abitanti non rientrerebbero perché sopra i 5mila residenti. Ma sono arrivati ancora dei no. È un disegno di legge vuoto”.



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