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470 aziende lottano contro maltempo


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Con l’arrivo dei ponti primaverili del 2025, balconi e giardini tornano a vestirsi di colori e profumi. Cresce la voglia di verde, di piante ornamentali e aromatiche, e con essa si riaccende la passione per orti urbani e terrazzi fioriti. È questo il momento d’oro per il florovivaismo, un settore che solo nella provincia di Torino vale circa 300 milioni di euro, con 470 aziende impegnate nella coltivazione diretta e oltre 700 addetti. Numeri importanti, che raccontano non solo di un’economia viva, ma anche di un desiderio sempre più diffuso di bellezza e natura.

Le preoccupazioni del settore

Tuttavia, dietro ai colori sgargianti dei fiori si nascondono le preoccupazioni di molte imprese agricole, messe alla prova da una primavera capricciosa. Le piogge insistenti e le temperature ancora basse rallentano le vendite e compromettono il ciclo naturale delle fioriture.

“Il settore floristico e vivaistico è fortemente influenzato dall’andamento climatico dei primi mesi di primavera”, sottolinea il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, “Il bel tempo spinge l’acquisto di fiori e piantine da balcone e da giardino proprio per godere delle fioriture. Ma il momento dei fiori è molto limitato in una pianta: se sta per passare la stagione di quel fiore la gente non compra più la piantina. E più si protrae la primavera piovosa e fredda e più passano le varie fioriture lasciando le piante invendute”.

A complicare ulteriormente le cose ci sono i costi di produzione, in costante ascesa. Terricci, vasi, plastica per coperture e trasporto, riscaldamento delle serre: tutto costa di più, mentre le risorse scarseggiano. Persino la torba, fondamentale per i substrati, è sempre più rara e cara a causa delle restrizioni ambientali nei Paesi del Nord Europa.

Il nuovo regolamento europeo

Ma in mezzo a queste difficoltà, arriva finalmente una buona notizia dal fronte normativo. Grazie all’azione congiunta di Coldiretti e Filiera Italia, è stata ottenuta l’esenzione dal Contributo Ambientale CONAI (CAC) per i vasi da florovivaismo utilizzati nel ciclo produttivo, indipendentemente dal loro spessore.

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“Nel nuovo Regolamento UE 2025/40 sugli imballaggi”, spiega il direttore di Coldiretti Torino, Carlo Loffreda, “era già stata recepita la proposta italiana che proponeva che tali vasi non fossero considerati imballaggi, bensì beni strumentali alla coltivazione, escludendoli cosi dal contributo. Oggi CONAI precisa che “i vasi impiegati nei rapporti tra imprese come fattori produttivi vengono già esclusi dalla classificazione di imballaggi” indipendentemente dal loro spessore e che “con l’applicabilità del nuovo Regolamento UE 2025/40, saranno espressamente esclusi dalla classificazione di imballaggio”. È prevista la totale esclusione del Contributo Ambientale Conai per gli articoli riutilizzabili adibiti alla movimentazione di merci nell’ambito di un ciclo produttivo”.

Il florovivaismo torinese guarda quindi avanti, tra sfide climatiche, rincari e piccole vittorie legislative. Perché la bellezza di un fiore è effimera, ma dietro ogni petalo c’è il lavoro, la resilienza e la passione di un intero settore.

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