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Sardegna-Toscana, Siddùra vince la sfida tra i Vermentini


La cantina Siddùra di Luogosanto continua a mietere successi internazionali. L’ultimo ha per protagonista ancora Maìa, Vermentino di Gallura DOCG. La vendemmia 2023 ha conquistato il primo posto nel panel dedicato ai Vermentini organizzato da Decanter, una delle pubblicazioni enologiche più autorevoli al mondo. Come si legge in un comunicato stampa, «tra 83 vini Vermentino in degustazione, provenienti dalla Sardegna e dalla Toscana, Maìa si è distinto nettamente, ottenendo il punteggio più alto: 95 punti. I giudici – Jason Millar, Michael Garner e Vincenzo Arnese, personalità di spicco del mondo del vino – non hanno avuto dubbi, definendolo senza esitazione “Un vino impressionante”».

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«Confrontarsi con le produzioni nazionali e internazionali è sempre stato per Siddùra una filosofia di vita: 867 premi fa la nostra azienda riceveva il suo primo riconoscimento, proprio da Decanter e proprio con il Maìa», sottolinea Mattia Piludu, direttore generale di Siddùra. «Oggi si conferma la qualità e l’eleganza dei prodotti che, anno dopo anno, ci rendono orgogliosi di far parte di questa azienda. Mettersi in discussione e misurarsi con i mercati più affermati, ci permette di avere una visione più ampia. La tradizione e l’innovazione si incontrano nel lavoro meticoloso che quotidianamente svolgiamo. Sappiamo che abbiamo ancora tanta strada da fare», conclude Piludu, «e questi riconoscimenti ci confortano e rendono il nostro lavoro sempre più stimolante».

La classifica del Decanter, col primo posto assoluto per Siddùra, ha un valore specifico anche sul piano commerciale. Ai riconoscimenti della critica enologica più autorevole si sommano quelli del mercato. «Maìa è un vino che soddisfa i palati più esigenti dei consumatori finali di tutto il mondo», conferma Massimiliano Farci, direttore commerciale della cantina sarda. «È un vino che sin dalla sua nascita ha regalato alla cantina tante soddisfazioni e che manifesta un trend di crescita delle vendite a doppia cifra. Questo riconoscimento ci dà ancora una volta consapevolezza del fatto che la strada intrapresa è quella giusta: produrre vini autoctoni sardi di alta qualità, longevi, che esprimano le caratteristiche uniche del territorio di produzione e dal giusto rapporto tra qualità e prezzo».

«Oggi le vigne che danno origine a Maìa sono nel pieno della loro maturità e rappresentano il frutto di un insieme di scelte: suolo, portinnesto, clone ed esposizione ci hanno permesso di ottenere un simile risultato», spiega l’enologo Dino Dini, sottolineando le caratteristiche del Maìa 2023. «Dietro il Maìa si cela poi un ulteriore progetto: produrre un vino che fosse appagante sin dalla sua uscita in commercio, ma anche in grado di migliorare con il passare del tempo. Partendo da una materia prima di indubbia qualità, la sfida è stata quella di esaltare le caratteristiche di longevità di questo vino, da cui l’utilizzo di fusti di rovere di grande capacità già a partire dalle prime fasi di fermentazione».

(Unioneonline)

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