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riparte il piano per rilanciare la produzione di alluminio primario a portovesme con sider alloys


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La ripresa degli impianti di Portovesme, storica fabbrica di alluminio primaria rilevata sette anni fa dalla Sider Alloys, si conferma una priorità urgente per le istituzioni e l’industria nazionale. L’obiettivo è riattivare la sala elettrolisi, cuore produttivo dello stabilimento, e riportare l’attività ai livelli produttivi significativi di prima della chiusura del 2012, con un impatto diretto sul territorio del Sulcis e sulla filiera dell’alluminio in Italia, in un contesto economico e geopolitico mutato.

la situazione attuale degli impianti e le difficoltà da superare

La fabbrica di Portovesme è l’unica in Italia a produrre alluminio primario attraverso un processo di elettrolisi, un’operazione importante per garantire un ritorno alla produzione nazionale di materie prime critiche. Attualmente, alla struttura è attiva solo la fonderia interna, mentre gli impianti di elettrolisi sono fermi e necessitano di interventi di revamping, cioè di una ristrutturazione tecnica approfondita.

Il processo di riavvio è rallentato principalmente da procedure legate allo sblocco di un finanziamento di 320 milioni di euro garantito da Sace, uno strumento chiave per finanziare gli investimenti necessari al progetto. L’impresa deve inoltre affrontare questioni legate alla scadenza dei termini di permanenza di Invitalia come partner e valutare la possibilità di coinvolgere un pool di banche per sostenere finanziariamente il rilancio. Questi passaggi sono stati al centro dell’ultima riunione al Ministero delle imprese e del Made in Italy , dove si è discusso inoltre di un primo interesse concreto manifestato da un grande operatore del settore alluminio per una collaborazione nel processo di reindustrializzazione dello stabilimento.

il ruolo del ministero e delle istituzioni nel rilancio industriale

Il ministro Adolfo Urso ha rimarcato il valore strategico della fabbrica di Portovesme per l’intero comparto industriale italiano e per il territorio sardo in particolare. Ha sottolineato come il rilancio di Sider Alloys rappresenti un tassello importante, soprattutto alla luce dei cambiamenti geopolitici internazionali che rendono difficile affidarsi completamente all’approvvigionamento estero. Urso ha quindi annunciato che il governo, insieme all’azienda e a Invitalia, valuterà tutte le azioni possibili per restituire all’impianto la sua capacità produttiva.

Lo scopo, ha detto il ministro, è di raggiungere nei prossimi mesi una svolta forte, che attivi un tavolo di confronto ampio sull’intera area industriale, con una strategia che rilanci produttività e occupazione. Questo approccio punta a evitare che eventuali interventi rimangano isolati, cercando invece di coinvolgere istituzioni, aziende e investitori in un progetto condiviso e sostenuto a lungo termine.

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determinazione della regione sardegna e attenzione sulla situazione del sulcis

Sul versante regionale, la politica porta avanti la stessa linea di attenzione. L’assessore all’industria della Regione Sardegna, Emanuele Cani, ha evidenziato come il riavvio dello stabilimento sia una priorità non solo per il territorio ma per l’Italia intera. La produzione di materie prime in Sardegna assume un’importanza strategica in un contesto globale segnato da crisi e instabilità.

La Regione segue da vicino la vicenda e sostiene iniziative che favoriscano la ricollocazione dei lavoratori e la ripresa industriale. La questione del Sulcis è infatti complessa e supera la sola storia di Sider Alloys, coinvolgendo problemi sociali, economici e ambientali che richiedono risposte coordinate e trasparenti. La sottosegretaria Fausta Bergamotto ha confermato l’impegno del Mimit nel fornire aggiornamenti costanti e aiutare a trovare una via d’uscita concreta.

il piano produttivo e le prospettive per lo stabilimento di portovesme

Prima della fermata nel 2012, Portovesme produceva oltre 155 mila tonnellate di alluminio primario all’anno, con un fatturato superiore a 500 milioni di euro, e occupava 450 persone. Il progetto attuale punta a rimettere in moto gran parte di questa capacità produttiva, prevedendo una produzione annuale attorno alle 145 mila tonnellate di alluminio primario e vergelle.

Se confermato, questo tot dovrà garantire circa il 30% della domanda nazionale di alluminio, un risultato significativo per il territorio e per l’industria italiana che potrebbe limitare la dipendenza dalle importazioni. Per raggiungere questo obiettivo si dovranno però completare le operazioni di revamping, superare le questioni economiche legate al finanziamento e favorire la ricollocazione di personale qualificato.

Il percorso resta impegnativo. Il rilancio richiede di affrontare più fattori contemporaneamente, ma l’attenzione delle istituzioni e gli accordi in corso mostrano che la partita è ancora aperta e con forti prospettive per il futuro della fabbrica di Portovesme.





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