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Mutui e prestiti, ora cambia tutto con il taglio dei tassi BCE


La tanto attesa svolta è arrivata anche per mutui e prestiti. Il 17 aprile 2025, la Banca Centrale Europea ha annunciato un taglio dei tassi d’interesse di 25 punti base. Si tratta della prima mossa concreta per allentare la stretta monetaria iniziata nel 2022, quando l’inflazione aveva toccato livelli record. Il tasso sui depositi scende così dal 2,50% al 2,25%, mentre il tasso di riferimento principale passa dal 2,65% al 2,40%.

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La decisione della BCE ha un impatto immediato sulla vita economica dell’Eurozona e, in particolare, su mutui, prestiti personali e aziendali. Dopo mesi di attesa e un rallentamento dell’inflazione su scala europea, la politica monetaria torna a muoversi in direzione espansiva, con l’obiettivo di sostenere la crescita senza compromettere la stabilità dei prezzi.

Ma cosa cambia, concretamente, per famiglie e imprese italiane?

Mutui: risparmi per chi ha il tasso variabile

Il primo effetto tangibile del taglio dei tassi riguarda i mutui a tasso variabile, che in Italia rappresentano ancora una fetta rilevante del mercato, nonostante il recente boom del tasso fisso. Il costo di questi mutui è direttamente legato all’andamento dei tassi BCE e dell’Euribor, che si sono già leggermente ridotti dopo l’annuncio di Francoforte.

Secondo le stime riportate da QuiFinanza, una riduzione di 25 punti base può tradursi in un risparmio mensile tra 13 e 30 euro per i mutui di importo compreso tra 100.000 e 200.000 euro. In termini annui, si parla di un beneficio tra 156 e 360 euro, una cifra modesta ma comunque significativa in un contesto di incertezza economica e rincari su altri fronti, come bollette e alimentari. L’effetto è tanto più evidente quanto più il debito residuo è alto e la durata del mutuo lunga.

Chi ha acceso un mutuo di recente noterà benefici più marcati rispetto a chi è già in fase avanzata di rimborso.

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Boom di richieste e surroghe in crescita

Il calo dei tassi BCE ha già innescato una dinamica positiva nel mercato creditizio. Le richieste di nuovi mutui immobiliari in Italia sono aumentate del 22,4% nel primo trimestre del 2025, con un picco del +20,5% solo nel mese di marzo. I dati confermano la voglia di ripartire da parte delle famiglie, complici anche i prezzi immobiliari in leggera flessione in molte città.

Parallelamente, crescono anche le surroghe, ovvero i trasferimenti del mutuo da una banca all’altra per ottenere condizioni migliori. Molti istituti stanno rilanciando offerte per attrarre clienti da altre banche, proponendo spread ridotti o costi di istruttoria azzerati.Chi ha un mutuo a tasso variabile e ha vissuto l’impennata degli ultimi due anni potrebbe ora trovare conveniente fissare un tasso più stabile o passare a un altro istituto più competitivo.

Anche il mercato dei prestiti personali beneficia del taglio dei tassi. Le famiglie che intendono finanziare spese legate a viaggi, auto, arredamento o ristrutturazioni troveranno condizioni leggermente più favorevoli. Se il taglio della BCE sarà seguito da una discesa dell’Euribor e da un abbassamento dei tassi medi applicati dagli istituti, l’effetto sarà visibile anche su questo fronte.

Per le imprese, soprattutto piccole e medie, il costo del credito è un fattore chiave per la programmazione degli investimenti. Tassi più bassi significano accesso al capitale più economico, che può facilitare la crescita, l’innovazione e l’occupazione. Le aziende che finora avevano rimandato piani di espansione o digitalizzazione per i costi elevati dei finanziamenti, potrebbero ora tornare a investire.

Prospettive per il resto del 2025

Gli analisti si attendono ulteriori tagli dei tassi BCE nel corso dell’anno. Le prossime riunioni chiave saranno a giugno e settembre. Se l’inflazione resterà sotto controllo, è possibile che il tasso sui depositi venga ulteriormente ridotto, scendendo fino all’1,5% o 1,75% entro la fine del 2025.

Christine Lagarde ha però ribadito che ogni decisione sarà presa “riunione per riunione”, in base ai dati macroeconomici. L’obiettivo è evitare una ripresa dell’inflazione, mantenendo al contempo un sostegno sufficiente alla crescita. Per i risparmiatori, tassi più bassi significano anche rendimenti minori su conti deposito e obbligazioni, ma per chi è indebitato rappresentano una boccata d’ossigeno.

Chi ha già un mutuo o intende accenderne uno dovrebbe valutare con attenzione le nuove condizioni offerte dal mercato. Alcune banche stanno già aggiornando i propri listini, mentre altre potrebbero attendere le prossime mosse della BCE. In ogni caso, la tendenza è in discesa, e il 2025 potrebbe rappresentare un momento favorevole per chi vuole investire nel mattone o rinegoziare il proprio debito.

Per i prestiti personali, è consigliabile confrontare più offerte, anche attraverso i comparatori online, per sfruttare il calo dei tassi prima che venga assorbito dal sistema bancario. Infine, le imprese farebbero bene a consultare il proprio consulente di fiducia per rivedere il piano di accesso al credito, soprattutto in vista di nuove misure pubbliche a supporto degli investimenti green e digitali.

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In sintesi.

  • La BCE ha tagliato i tassi di 25 punti base: il tasso sui depositi è ora al 2,25%.
  • I mutui variabili diventano più leggeri, con risparmi annui fino a 360 euro.
  • Crescono le richieste di mutui (+22,4%) e le surroghe per ottenere condizioni migliori.
  • Anche prestiti personali e finanziamenti alle imprese beneficiano del nuovo scenario.
  • Attesi ulteriori tagli nel corso del 2025, ma sempre sotto stretta sorveglianza della BCE.



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