Promesse di investimenti, acquisti e allineamenti politici, ma nessun guadagno
La recente visita della Premier Giorgia Meloni a Washington, accolta con calore dal Presidente Donald Trump, ha suscitato un acceso dibattito in Italia e all’estero. Sebbene alcuni media abbiano celebrato l’incontro come un successo diplomatico, un’analisi più sobria e distaccata rivela un bilancio complessivo negativo per l’Italia e, in particolare, per il suo ruolo nel contesto europeo.
L’obiettivo primario della visita, come dichiarato dagli stessi collaboratori della Premier, era quello di scongiurare l’imposizione di dazi commerciali americani che avrebbero gravemente danneggiato l’export italiano. Tuttavia, non è stato ottenuto alcun risultato tangibile in tal senso. Trump ha semplicemente ribadito la sua posizione protezionistica, senza offrire garanzie o concessioni all’Italia.
In cambio, Meloni ha assunto una serie di impegni che peseranno sul futuro del Paese. Innanzitutto, ha promesso un aumento significativo della spesa militare, portandola al 2% del PIL e con l’obiettivo di raggiungere il 3,5% in futuro. Questo incremento, che comporterà ingenti investimenti in armamenti americani, rischia di sottrarre risorse cruciali ad altri settori vitali come la sanità e l’istruzione.
In secondo luogo, l’Italia si è impegnata ad aumentare l’importazione di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti, nonostante i costi elevati rispetto ad altre fonti di approvvigionamento. Questa scelta, dettata da logiche geopolitiche, si tradurrà inevitabilmente in un aumento delle bollette energetiche per i cittadini italiani.
In aggiunta, è stato annunciato un investimento di 10 miliardi di euro da parte di imprese italiane negli Stati Uniti. Sebbene questo possa rafforzare i legami economici bilaterali, in un contesto di difficoltà economiche interne, l’impegno solleva preoccupazioni riguardo alla disponibilità di risorse per lo sviluppo nazionale.
Infine, Meloni ha allineato la propria posizione politica a quella di Trump, criticando la cosiddetta “ideologia woke” (un termine che indica una presunta attenzione eccessiva a questioni di giustizia sociale e disuguaglianza, spesso percepita come eccessivamente politicamente corretta dai suoi critici) e sostenendo una linea dura sull’immigrazione.
Questa convergenza ideologica, sebbene apprezzata dal Presidente americano, rischia di isolare l’Italia nel contesto europeo e di compromettere la sua immagine internazionale.
La visita di Meloni a Washington, quindi, si è risolta in un nulla di fatto sul fronte commerciale, con l’Italia che ha dovuto cedere su diversi fronti per compiacere l’alleato americano. Gli impegni assunti dalla Premier, in particolare l’aumento della spesa militare, l’incremento delle importazioni di gas e i significativi investimenti delle imprese italiane negli Stati Uniti, avranno un impatto negativo sull’economia e sulla società italiana.
È cruciale notare che, mentre Meloni cercava di rafforzare i legami con gli Stati Uniti, il suo approccio sembra aver ulteriormente distanziato l’Italia dai suoi partner europei. L’assenza di risultati concreti sul fronte commerciale, unita all’allineamento politico con Trump, ha generato preoccupazione a Bruxelles e nelle capitali europee.
La percezione è che l’Italia abbia privilegiato gli interessi bilaterali con gli Stati Uniti a scapito della solidarietà europea.
In un momento di crescente incertezza globale, l’Italia avrebbe bisogno di una politica estera più equilibrata e autonoma, capace di tutelare gli interessi nazionali.
La visita di Meloni a Washington, purtroppo, sembra aver preso una direzione opposta, accentuando l’isolamento dell’Italia nel contesto europeo e compromettendo la sua capacità di agire come un partner affidabile e influente.
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