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la dolce carica di 150 pasticcerie lecchesi


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La produzione dolciaria e della pasticceria artigianale si conferma protagonista dei consumi pasquali di qualità, anche grazie all’offerta dei prodotti della tradizione e alla biodiversità del settore agroalimentare italiano. Nonostante un contesto economico incerto e il rialzo dei costi di alcune materie prime, si osservano segnali di tenuta dei consumi mentre i prezzi dei prodotti di pasticceria fresca mostrano un ritmo di crescita contenuto. La vocazione artigiana del comparto dolciario e della pasticceria rappresenta un elemento di valore aggiunto, garantendo una elevata qualità e varietà dei prodotti. Tuttavia, persiste la carenza del personale specializzato, con oltre la metà delle nuove assunzioni considerate di difficile reperimento.

La diffusa presenza di imprese artigiane: i dati

L’offerta dei prodotti dolciari e della pasticceria della tradizione pasquale è caratterizzata da una diffusa presenza di imprese artigiane. In Lombardia sono interessate dai consumi dei dolci pasquali oltre 6 mila pasticcerie e imprese del settore dolciario, un perimetro settoriale che include pasticceria fresca, gelati, biscotti, cacao, cioccolato, confetteria, caratterizzato da un’alta vocazione artigianale: sono oltre 4 mila le imprese artigiane, che rappresentano il 69,1% delle imprese totali del settore.

Il peso dell’artigianato nel settore in esame è più elevato tra le province lombarde, a Sondrio (89,6% delle imprese totali del settore), Bergamo (78,0%), Mantova (77,9%) e Brescia (77,3%). Anche a Lecco la percentuale è importante, pari al 73,4%: 146 realtà, delle 199 complessive, sono artigiane. Emerge da un’elaborazione dell’osservatorio Mpi Confartigianato Lombardia su dati Unioncamere Infocamere.

Ilaria Bonacina: “Nel Lecchese il 73% del settore è artigiano”

“La nostra provincia – commenta la presidente di Confartigianato imprese Lecco, Ilaria Bonacina – conferma una solida vocazione artigiana anche nel comparto alimentare, con oltre il 73% delle attività dolciarie gestite da artigiani. Questo dato ci parla di radicamento, competenze, cultura della qualità del prodotto. Siamo parte di quel Made in Italy che tutto il mondo conosce e apprezza e che le nostre imprese contribuiscono a valorizzare con il loro saper fare e la capacità di essere protagoniste della tradizione dolciaria, in cui l’aggettivo ‘artigianale’ è sempre e comunque sinonimo di eccellenza”.

Le tendenze dei consumi

Il contesto in cui operano le imprese del settore dolciario e della pasticceria è caratterizzato nel quarto trimestre del 2024 da una crescita congiunturale (+0,5% rispetto al trimestre precedente) dei consumi di beni non durevoli, anche se in rallentamento rispetto al +1,0% del trimestre precedente. Nel primo bimestre del 2025 il valore delle vendite al dettaglio di beni alimentari sale dell’1,0% su base annua.

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Le tensioni sui costi delle materie prime

Nella produzione dei dolci di pasticceria si registrano però tensioni sui prezzi delle materie prime, in particolare per burro e cacao. Le quotazioni delle materie prime sui mercati internazionali registrano forti turbolenze per il prezzo del cacao che nei primi tre mesi del 2025, valutato in dollari USA, sale del 68,3% su base annua, oltre che per quelli del caffè (+88,5%) e dell’olio di palma (+74,0%). I rialzi sui mercati internazionali si ribaltano sui prezzi alla produzione: a febbraio 2024 si segnala una crescita più marcata per lavorazione di tè e caffè (+15,4% su base annua), produzione di cacao, cioccolato e dolciumi (+13,7%), lavorazione e conservazione di carne di pollame (+13,3%) e produzione di formaggi (+6,9%).

Sul fronte dei prezzi al consumo, a febbraio 2025 si registrano rincari significativi per le materie prime dei dolci di Pasqua, in particolare per il burro (+19,2%), caffè (+18,3%), cacao e cioccolato in polvere (+15,4%) e il cioccolato (+9,7%). Inoltre, presentano un accentuato dinamismo i prezzi di frutti a bacca (+7,0%), pesche e nettarine (+6,7%) e altri agrumi (+6,3%). In particolare, nella preparazione dei prodotti da forno pesa il rincaro del costo dell’energia: a seguito della fiammata dei prezzi all’ingrosso tra fine 2024 e inizio 2025, a marzo 2025 i prezzi retail di energia elettrica e gas salgono del 10,4% rispetto ad un anno prima.



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