Customise Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorised as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyse the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customised advertisements based on the pages you visited previously and to analyse the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!

 

che succede a chi coltiva cannabis light


Il decreto-legge sulla sicurezza approvato dal governo è ufficialmente entrato in vigore, introducendo diverse novità tra cui il divieto totale del settore della cosiddetta cannabis light. A partire da sabato 12 aprile, la coltivazione di canapa sativa finalizzata alla vendita nei negozi sono diventate attività illegali, esponendo agricoltori e commercianti al rischio di sequestri e denunce. Un colpo terribile al giro d’affari di questo settore, pari a mezzo miliardo di euro e che dà lavoro in pianta stabile a 10mila persone.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Cosa dice l’articolo 18

L’articolo 18 del decreto sicurezza stabilisce il divieto di “importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze di canapa”. Una misura giustificata dalla necessità, secondo il testo, di prevenire “comportamenti che possano mettere a rischio la sicurezza o l’incolumità pubblica, nonché la sicurezza stradale”.

A partire da sabato, tutti gli imprenditori agricoli e i commercianti attivi nel settore del Crd e dei suoi derivati si trovano esposti al rischio di sequestri e denunce per violazione del Testo Unico sugli stupefacenti, l’insieme di norme che regolano l’uso e la distribuzione di queste sostanze. L’unica eccezione ammessa riguarda chi opera nel settore florovivaistico, e solo per la produzione di semi. Già ad agosto dello scorso si era arrivati a questa situazione, ma in quel caso il Tar del Lazio bloccò il divieto.

Nel frattempo, le associazioni che rappresentano coltivatori e rivenditori stanno ricevendo un’ondata di richieste di consulenze legali e di chiarimenti pratici su come muoversi. Molti operatori, per precauzione, hanno scelto di sospendere le attività produttive o di chiudere temporaneamente i punti vendita, nel tentativo di evitare sanzioni.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Via ai ricorsi

La prima mossa si gioca sul fronte civile. Gli imprenditori del settore contestano al governo la violazione della direttiva europea sulla trasparenza del mercato unico, la cosiddetta Single Market Transparency Directive, numero 1535 del 2015. In particolare, l’articolo 5 della direttiva impone agli Stati membri di notificare alla Commissione europea ogni progetto di norma tecnica che possa influenzare gli scambi commerciali. L’obiettivo è garantire la tutela del mercato unico: spetta infatti a Palazzo Berlaymont informare gli altri Stati membri e raccogliere eventuali osservazioni. È la cosiddetta procedura Tris.

Una volta ricevuta la notifica, l’articolo 6 stabilisce che l’adozione della norma debba essere sospesa per tre mesi. Secondo le associazioni della canapa, però, il governo italiano avrebbe ignorato questo passaggio obbligatorio, procedendo senza la necessaria trasparenza nei confronti di Bruxelles. Per questo motivo si è deciso di ricorrere al tribunale civile.

Quanto è grande il giro d’affari

L’Associazione Imprenditori Canapa Italia era già intervenuta sul tema lo scorso 24 ottobre 2024, nel corso di un’audizione al Senato. In quell’occasione aveva subito evidenziato le criticità del provvedimento, denunciando la mancanza di distinzione tra infiorescenze contenenti Thc e quelle con cannabinoidi non psicotropi come Cbd e Cbg, l’assurdità di un fiore considerato “legale solo se ha semi” e l’assenza di una normativa transitoria per gestire le scorte già presenti sul mercato.

A essere in bilico, secondo l’associazione, è un comparto che coinvolge circa 30mila lavoratori: 10mila assunti a tempo indeterminato e 20mila stagionali, impegnati da maggio a dicembre nei campi per la semina, la raccolta e le fasi iniziali di lavorazione della canapa. Le aziende attive nella filiera sono circa 3mila: 1.600 agricole, 800 negozi specializzati in cannabis light e 600 imprese dedicate alla trasformazione.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Source link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati