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Ischia News ed Eventi – Ischia/il piano senza economia e demografia


Entro il 2 maggio cittadini singoli e associazioni potranno presentare osservazioni al PDRi e al PPI regionali.

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E’ un dovere di tutti far sentire la propria voce perche’ sulla testa di tutti non siano calate decisioni istituzionali che poi non saranno accettate in seguito.
Esprimiamo le nostre posizioni ora che siamo in tempo e siamo autorizzati a farlo.
Per confrontarci sulle varie osservazioni il Fronte Unito dell’Ambientalismo Isola d’ISCHIA ha promosso un’assemblea popolare aperta a tutti SABATO 19 ORE 17.30 NELLA SALA POA (difronte al bar La Violetta ad Ischia).
Ognuno cerchi responsabilmente di non mancare.
Controcorrente/ il piano senza economia e finanza e senza demografia di Giuseppe Mazzella
Il fronte unitario ambientalista organizza una assemblea popolare per le osservazioni dei cittadini al nuovo piano paesistico dell’isola d’ischia ed al piano di ricostruzione di casamicciola, Lacco ameno e Forio colpiti – in maniera differente – dal sisma del 21 agosto 2017. In verità ed in evidenza avrebbe dovuto essere fatto in sei mesi un serio piano di “demolizione e ricostruzione” della cittadina di casamicciola, interamente colpita dal terremoto dal nono al settimo grado della scala Mercalli, mentre lacco ameno é stato colpito dallo ottavo grado della scala Mercalli soltanto nella frazione del fango mentre Forio soltanto per pochi metri di confine amministrativo nell’area del Fango. Gli interventi pubblici di “ricostruzione” avrebbero dovuto essere concentrati da un intervento straordinario di governo a casamicciola perché la cittadina ha tutti gli edifici pubblici – scuole dell’obbligo, municipio, museo civico, Osservatorio Geofisico, centro per l’impiego – inagibili e dopo 7 anni sono ancora oggi abbandonati e sono stati vandalizzati. Basta vedere lo stato del palazzo Manzoni, del palazzo ibsen, del palazzo della bellavista, della sede del centro per l’impiego, dell’immobile dell’osservatorio Geofisico 1885,per avere conferma di una ricostruzione mai iniziata. La ricostruzione avrebbe dovuto partire dalle opere pubbliche e dal sistema viario ancora oggi sconquassato per poi allargarsi alla eventuale ricostruzione privata o ancor meglio ad una decisa edilizia residenziale pubblica nelle aree a mitigazione sismica non solo nella cintura daziaria di casamicciola ma ovunque possibile nell’isola d’ischia in una logica di “coesione sociale ed economica”. Se realisticamente un piano del genere fosse stato fatto ed avviato é lecito presumere che anche gli effetti terribili dell’alluvione del 26 novembre 2022 sempre a casamicciola sarebbero stati meno tragici.
Una pietas per casamicciola
Due catastrofi ambientali in 5 anni hanno distrutto socialmente ed economicamente casamicciola. Per umana pietà gli sforzi del sistema pubblico (governo centrale, regione, ex provincia, comuni) avrebbero dovuto essere massicciamente ed immediatamente concentrati su casamicciola in una bella “catena di solidarietà” anche col sistema bancario e le grandi imprese in modo che questa ricostruzione o riqualificazione potesse essere di esempio storico per una reale “unità amministrativa, politica, sociale ed economica” di tutta l’isola d’ischia e proprio dal salone della poa il 18 marzo 2018 lanciammo – Gianni vuoso ed io insieme ad Osvaldo Cammarota e Saverio Coppola il nuovo ruolo o la nuova missione dell’associazione del comune unico (acui) che avrebbe dovuto impostare la sua costante azione sulla “coesione economica” di tutta l’isola che ci veniva “imposta” dalla tragedia di casamicciola e dalla fragilità ambientale che interessava, in modo differente, i sei Comuni dopo il grande saccheggio di Ischia del ventennio 1970-1990 per non andare oltre o prima del grande boom economico. Quel convegno del 2018 in una giornata di pioggia rimase grido nel deserto e ne è rimasta memoria soltanto sul n. 2/2019 della rivista “il continente” dalla pagina 38 alla pag. 41. Bisognerebbe partire dal quel resoconto per formulare osservazioni di metodo e di sostanza a due strumenti urbanistici che non hanno analisi economiche, sociali e demografiche di un’isola con 64mila abitanti e di 3mila imprese con circa o oltre 50mila posti letto in alberghi, case private e b&b.
Obiettivi della politica urbanistica
C’è quella osservazione di Giorgio Fua’ e Paolo Sylos-Labini nel loro libro “idee sulla programma economica” (1963-editori Laterza Bari) con la quale aprono il capitolo settimo sull’urbanistica che ho citato centinaia di volte e che mi è sempre parsa come stella cometa nelle proposte di assetto territoriale. Eccola: “l’obbiettivo fondamentale della politica urbanistica è di tradurre sul territorio i programmi economici. La programmazione economica e la pianificazione urbanistica non rappresentano due fasi separabili sotto il profilo operativo ma sono due aspetti di un unico processo. “. La avrei messa come epigrafe di un piano di assetto territoriale dove il disegno di uno o più architetti si confrontasse con l” economista, lo statistico, il demografo. Perché qui si tratta di difendere la natura dell’isola d’ischia sottoposta a tre rischi naturali (vulcanico, sismico, idrogeologico) ma di difendere, consolidare, espandere un sistema sociale di 64mila abitanti su 46km2 ed un sistema economico con 3mila imprese e 14mila lavoratori iscritti al collocamento e 3500 ragazzi che frequentano 4 istituti superiori per 15 indirizzi. Così il programma economico non può essere separato da quello ambientale. Dove lavoreranno i 3500 ragazzi? L’isola é diventata terra di emigrazione per diplomati e laureati? Quali saranno le esigenze abitative per i prossimi 10 anni della popolazione? Quale è il tasso di crescita della popolazione? Dove si insedia maggiormente? Come cambiare la tendenza? Quale è la consistenza quantitativa e qualitativa dei servizi pubblici nei sei comuni? C è qui un disvello come un piccolo Mezzogiorno in miniatura?
Queste sono le domande fatali che richiedono risposte mentre 35 medici esiminano un malato con mille ferite e senza più forza di gridare.



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