Massimo Giurgola, di Pmitalia Lecce: «La proroga non basta, le imprese sono ancora più sommerse da costi, burocrazia e mancanze di certezze»
«Una proroga non è una soluzione, ma un sollievo solo a metà. Il rinvio dell’obbligo di assicurazione contro le calamità naturali, con scadenze scaglionate per tipologia d’impresa, non risolve i problemi strutturali che oggi mettono in ginocchio le aziende italiane»: così la vede Massimo Giurgola, direttore di Pmitalia Lecce, associazione datoriale. Il decreto-legge, approvato dal Consiglio dei ministri a ridosso della scadenza del 31 marzo, ha evitato l’impatto immediato, concedendo più tempo alle micro, piccole e medie per mettersi in regola. La questione, però, resta.
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Il costo della polizza, la burocrazia che strangola, le incertezze interpretative, nonostante i chiarimenti con le recenti faq del Mimit: tutto questo, per Pmitalia Lecce, è l’ennesimo segnale di un sistema normativo che non ascolta il tessuto produttivo. Il rischio è che le aziende, da qui al 31 dicembre, ultima data fissata per le piccole e le micro, si ritrovino ancora una volta sole, senza risposte, con un ulteriore termine da rispettare e un fardello in più da portare.
«Le imprese non possono continuare a essere trattate come sportelli bancomat da cui attingere nuove risorse ogni volta che si apre un’emergenza», denuncia Massimo Giurgola, direttore dell’associazione datoriale.
L’obbligo è slittato per micro, piccole e medie imprese
Una misura attesa, che cerca di andare incontro alle difficoltà operative del mondo produttivo. L’obbligo, come sappiamo, è restato in vigore dal 1° aprile solo per le grandi imprese. Ma secondo Pmitalia Lecce, il problema non è solo il calendario. «Stiamo parlando di una misura che coinvolge oltre quattro milioni di imprese. Serve un quadro chiaro e una linea guida unica su chi deve fare cosa, quanto costa e come si applica. È un obbligo che comporta costi aggiuntivi e una gestione operativa tutt’altro che semplice, specie per le Pmi», osserva il direttore.
Serve meno burocrazia e più equità
Secondo l’associazione datoriale per affrontare con serietà il tema della protezione dal rischio climatico serve un sistema mutualistico vero, solidale, ma anche sostenibile per le imprese. «Non si può chiedere sempre di più alle aziende. Specie le micro e piccole sono già alle prese con tassazione elevata, inflazione, burocrazia e difficoltà di accesso al credito. Per non parlare dei costi energetici, instabili e imprevedibili. Introdurre una nuova spesa fissa, come l’obbligo di assicurazione, senza coordinamento né sostegni, significa colpire proprio il cuore produttivo del Paese», ribadisce Giurgola.
Per Pmitalia Lecce sarebbe indispensabile sospendere l’obbligo fino a quando non ci sarà un quadro normativo sostenibile ed equo. Introdurre misure senza un’ulteriore fase di confronto e ascolto porta solo ad alimentare il malcontento e a frenare la crescita. «Le imprese vogliono tutelarsi, ma non a qualsiasi costo e senza sapere come farlo. Non possiamo più subire decisioni calate dall’alto», conclude il direttore.
a cura della redazione
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