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Consolidamento murature storiche: tecniche tradizionali, materiali compatibili e innovazione con General Admixtures | Articoli


Prima di qualsiasi intervento è fondamentale conoscere la tipologia di struttura, qualità e prestazioni dei suoi materiali

Intervenire su edifici storici richiede competenze specialistiche, una conoscenza profonda delle tecniche tradizionali e l’utilizzo di materiali compatibili con le murature originarie. General Admixtures S.p.A., grazie alla sua esperienza e alla costante attività di ricerca e sviluppo, si propone come partner tecnico per progettisti e imprese. In questa intervista in esclusiva per INGENIO Sandro Polidori racconta il valore della diagnosi strutturale, l’importanza della multidisciplinarietà e le soluzioni innovative per il miglioramento sismico e la conservazione del patrimonio edilizio.

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Intervenire sulle murature storiche richiede una profonda conoscenza del costruito antico. Quanto è importante oggi, secondo voi, lo studio delle tecniche costruttive tradizionali nella scelta degli interventi?

Sandro Polidori:

Conoscere le tecniche costruttive impiegate nella realizzazione delle strutture esistenti è il punto di partenza di ogni intervento, manutentivo o di rinforzo, che aspiri ad integrarsi correttamente nella struttura originaria.

Le stesse NTC 2018, assieme alla relativa Circolare applicativa, affermano chiaramente che la “conoscenza della storia di un fabbricato è elemento indispensabile sia per la valutazione della sicurezza attuale, sia per la definizione degli interventi e della loro efficacia”.

Viene sottolineata inoltre la necessità di dover indagare non solo le “tecniche e le regole costruttive” ma anche (se disponibili), “le normative tecniche dell’epoca di costruzione”.
Per poter approcciare in maniera razionale ed efficace interventi su edifici esistenti è imprescindibile la conoscenza dei princìpi che ne regolano il loro equilibrio.

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Spesso si sottovaluta l’importanza dell’anamnesi dell’edificio: conoscere la sua storia, le modifiche nel tempo, gli eventi sismici subiti. Quanto incide questo aspetto nel determinare l’intervento più adatto? è un’attività su cui date un supporto e in che modo?

Sandro Polidori:

Quando si affronta lo studio di una struttura al fine di individuare le migliori tecniche di intervento per un suo consolidamento e ripristino, si utilizza spesso lo stesso approccio di un Medico che si trova a dover curare e guarire un paziente: stilare innanzitutto un’anamnesi che sia la più accurata possibile.

Senza una scrupolosa ed attenta Diagnostica che consenta al Medico di comprendere sia lo stato di salute della persona che le cause che ne hanno determinato il malessere, ogni suo intervento, per quanto innovativo possa essere, è destinato al fallimento.

Conoscere nel dettaglio la tipologia di struttura, le eventuali “modifiche” che sono state applicate al manufatto, “i traumi” subiti e, cosa fondamentale, la qualità e le prestazioni dei suoi materiali costituenti, rappresentano l’unica maniera che il Tecnico ha per poter scegliere il tipo di intervento e di individuare i materiali più adeguati ad affrontare e risolvere, in maniera definitiva, ogni patologia strutturale. A tale riguardo, General Admixtures S.p.A. mette a disposizione dei Tecnici Professionisti e delle Imprese l’Esperienza di Ingegneri i quali hanno maturato, nel corso della loro carriera, una profonda esperienza nel Settore della Diagnostica strutturale.

 

Sandro Polidori – General Admixtures (Crediti: General Admixtures)

 

Ha alcuni casi/esperienze da raccontarci a proposito?

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Sandro Polidori:

Ad oggi, la General Admixtures S.p.A. ha partecipato, in qualità di Fornitore di materiali per la protezione, il ripristino ed il consolidamento strutturale, ad innumerevoli interventi.
In ciascuno di essi, che fosse una struttura edilizia abitativa o un viadotto di importanti dimensioni, i primi confronti con il Progettista, la Direzioni Lavori e l’Impresa hanno sempre riguardato l’analisi dello stato di fatto della struttura.
Nell’ambito degli interventi di consolidamento di opere in muratura, ad esempio, la scelta della tipologia di malta più adeguata non si è basata esclusivamente sulla mera “resistenza” del Prodotto, ma è stata frutto di una attenta valutazione di specifiche analisi chimiche condotte sulle murature dell’epoca (anche con l’ausilio del nostro Laboratorio interno).
In questo modo è stato possibile mettere in opera un materiale altamente compatibile, da un punto di vista meccanico, chimico e fisico, con la struttura originaria.

 

La progettazione degli interventi su murature storiche è un processo che richiede competenze specialistiche. Qual è, secondo voi, il ruolo della multidisciplinarietà in questi progetti? E quanto conta la formazione del progettista?

Sandro Polidori:

Il settore del Ripristino e del Consolidamento strutturale, cosi come quello dei Materiali da Costruzione possono contare su innovazioni significative, inimmaginabili fino a qualche decennio fa. Tale innovazione tecnologica, se da un lato garantisce la possibilità di disporre di una vasta gamma di Tecniche e Tecnologie per interventi sul costruito, dall’altro comporta la necessità di dover contare su diverse Figure Professionali che, ciascuna nel proprio Settore, siano in grado di apportare un significativo contributo al Progetto.

La similitudine con il Settore medico è sempre calzante: non esiste un Medico diagnostico o un Chirurgo che sia in grado di gestire da solo la cura e la guarigione di un Paziente.
Così come si parla quotidianamente di “equipe medica”, bisognerebbe cominciare a parlare, nell’ambito strutturale, di “equipe tecnica”.

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In merito all’importanza della Formazione del Progettista, riteniamo non solo che essa sia fondamentale ma che, alla luce di quanto poc’anzi affermato, ciascun Tecnico debba organizzare la propria attività formativa in maniera estremamente “settoriale”, in modo da diventare “vero esperto” su uno specifico aspetto anziché essere un “conoscitore superficiale” di tutti i settori dell’Ingegneria.

Si dice che il terremoto è il test per verificare la qualità degli interventi fatti nel passato. Questo richiede però investimenti in ricerca e una continua collaborazione con chi progetta e chi realizza gli interventi. Quanto questo è fonte per voi di studio per definire nuove soluzioni? Avete in corso progetti di ricerca con l’università?

Sandro Polidori:

L’ evento sismico è “l’azione” meccanica che più di tutte comporta le maggiori sollecitazioni strutturali ed è maggiormente in grado di evidenziare i limiti e le criticità di ogni soluzione strutturale rispetto a qualsiasi altro evento.
Non a caso, le principali innovazioni nell’ambito delle tecniche costruttive, da applicare sia nella realizzazione del “nuovo” che negli interventi di ripristino sull’”esistente”, sono il frutto dell’analisi delle criticità emerse durante gli eventi tellurici.

Per questo motivo, General Admixtures S.p.A. ha sempre creduto nella necessità di investire risorse nella Ricerca e nello Sviluppo di materiali e tecniche di intervento che potessero fornire soluzioni tecnologicamente avanzate.
GA ha investito notevoli risorse nello studio e nella progettazione di microcalcestruzzi fibrorinforzati ad elevate prestazioni da impiegarsi nell’ambito degli interventi sulle strutture in c.a. e in muratura. (HPFRC COMPOSITE M130)

In tale ambito diverse sono state le collaborazioni con strutture universitarie che hanno permesso di approfondire aspetti specifici di questa tipologia di materiale, come ad esempio la elevata capacità di aderenza alle strutture ed ai materiali esistenti, le prestazioni meccaniche e la durabilità.

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Sulla scia di queste esperienze, ulteriori Progetti Sperimentali sono al momento in fase di definizione ed avranno lo scopo di investigare più da vicino Materiali e Tecniche di rinforzo specifici per interventi su strutture ed infrastrutture in muratura.

Può raccontarci un’esperienza in cui una nuova soluzione è nata da queste collaborazioni?

Sandro Polidori:

Con riferimento agli studi condotti sui microcalcestruzzi fibrorinforzati ad elevate prestazioni tipo HPFRC, sono state approcciate molteplici casistiche di intervento. Fra le più interessanti, oltre a quelle applicate nell’ambito di grandi opere infrastrutturali per adeguamenti sismici/strutturali, sono state sviluppate soluzioni di rinforzo di solai esistenti in edifici storici, sia in c.a. che con struttura portante in legno ed acciaio, con cappe strutturali a ridotto spessore e prive di armatura di rinforzo. In questo ambito, sono state proposte e valutate, tra le altre cose, diverse tipologie di connessione, sia meccaniche che chimiche, tra il solaio esistente e la nuova “cappa collaborante”.

 

…Continua a leggere nel PDF in allegato.

 

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