La presidente della Bce Christine Lagarde ha avvertito che una guerra commerciale, causata dai dazi Usa, potrebbe rallentare la crescita dell’Eurozona e aumentare l’incertezza sull’inflazione
“L’outlook dell’economia è oscurato da un livello eccezionale di incertezza”, Queste parole, pronunciate da Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo che ha deciso di ridurre i tassi di interesse di 25 punti base, riflettono una realtà complessa per l’economia globale, schiacciata tra tensioni geopolitiche e commerciali, mercati ballerini e una crescita che sembra viaggiare col freno a mano tirato. Ma nonostante tutto, Lagarde mostra ottimismo: “Il processo di disinflazione è ben avviato”, ha dichiarato, sottolineando come l’inflazione – sia quella generale che quella “core” – abbia continuato a scendere anche a marzo.
Anche l’inflazione dei servizi sta finalmente dando segnali di cedimento, e la crescita dei salari sembra gradualmente rallentare. Insomma, i primi segnali di normalità sembrano affacciarsi sul Vecchio Continente, tanto che Lagarde ha ribadito: “La maggior parte delle misure di inflazione di fondo suggerisce che l’inflazione si stabilizzerà intorno al nostro obiettivo del 2% nel medio termine”.
L’economia europea tra resilienza e ostacoli
Nonostante il calo dell’inflazione faccia tirare un sospiro di sollievo, il quadro economico resta tutt’altro che privo di insidie. In merito all’effetto dei dazi commerciali “sappiamo che è uno shock di domanda negativo e possiamo anticipare che avrà un certo impatto sulla crescita. Ma l’impatto netto sull’inflazione diventerà chiaro solo nel corso del tempo e ci sono visioni divergenti di ogni genere sul breve termine e sull’impatto di lungo termine”.
La presidente ha però riconosciuto che, nonostante tutto, “l’economia dell’area euro ha costruito una certa resilienza contro gli shock globali”. L’occupazione resta forte – “Il tasso di disoccupazione è sceso al 6,1% a febbraio, il livello più basso dall’introduzione dell’euro” – e l’industria manifatturiera, dopo mesi difficili, sta mostrando segnali di stabilizzazione.
E mentre l’Europa fa i conti con guerre, dazi e cambiamenti climatici, Lagarde ha anche lanciato un monito: è il momento di spingere su riforme strutturali, investimenti in difesa e infrastrutture e – sì, anche sul digitale – compresa la preparazione per un possibile euro digitale.
Inflazione in calo, ma occhio ai rischi: dazi hanno impatto sulla crescita
Se l’inflazione sembra in discesa, restano però molte nuvole all’orizzonte. Lagarde non lo ha nascosto: “I rischi per la crescita economica sono aumentati”, ha avvertito, puntando il dito contro la guerra commerciale innescata da Trump, che potrebbe pesare su esportazioni, investimenti e consumi.
Non solo commercio e consumi. Secondo Lagarde, anche l’umore dei mercati sta peggiorando: “Il deterioramento del sentiment sui mercati finanziari potrebbe portare a condizioni di finanziamento più restrittive, aumentare l’avversione al rischio e rendere imprese e famiglie meno propensi a investire e consumare”.
Sul fronte geopolitico, le incognite non mancano: “Le tensioni geopolitiche, come l’ingiustificata guerra della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, rimangono una delle principali fonti di incertezza”, ha aggiunto.
Sul fronte dei prezzi, la Bce non esclude che ulteriori cadute dell’energia e un euro più forte possano spingere l’inflazione ancora più in basso. Ma attenzione: dazi più alti, colli di bottiglia nelle filiere e persino eventi climatici estremi potrebbero farla risalire, come in un eterno ping-pong tra rischi al rialzo e ribasso. “Allo stesso tempo, un aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture contribuirebbe alla crescita”, ha sottolineato la numero uno della Bce avvertendo che tali spese “potrebbero anche contribuire a mantenere l’inflazione su livelli elevati nel medio termine”.
Tassi più bassi, mutui (forse) più leggeri
Le decisioni della Bce hanno già iniziato a farsi sentire sui mercati. I tassi d’interesse senza rischio sono scesi, le aziende hanno trovato condizioni un po’ più favorevoli per finanziarsi, e persino i mutui – dopo mesi di salite – hanno mostrato qualche timido segnale di allentamento. “Il tasso medio sui nuovi prestiti alle imprese è sceso al 4,1% a febbraio”, ha confermato Lagarde.
E per le famiglie? Anche qui qualche timido segnale: i mutui si sono assestati al 3,3% in media, e la domanda di credito da parte dei privati è tornata a crescere. Non sarà la fine dei tempi duri, ma un piccolo spiraglio c’è.
Altri tagli dei tassi in arrivo? Niente promesse, solo prudenza
La Bce non si sbilancia su cosa succederà ai tassi nei prossimi mesi. Lagarde lo ha ribadito più volte: “Non stiamo preimpostando un percorso dei tassi. In particolare – ha spiegato – le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensita’ della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”. In poche parole: ogni decisione sarà presa riunione per riunione, con i dati alla mano, senza automatismi.
La presidente non chiude la porta, ma mette le mani avanti: “In ogni caso, siamo pronti ad adeguare tutti i nostri strumenti, nell’ambito del nostro mandato, per garantire che l’inflazione si stabilizzi in modo sostenibile al nostro obiettivo nel medio termine”.
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