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Il crollo di ACR: paradossale chiedere soldi ai commercianti in una città in cui il piano aiuti è stato solo annunciato . Fallimento dell’amministrazione comunale? Ma con tanti bei concerti


QUANTO HA MESSO IL COMUNE? QUANTO L’IMPRENDITORE E ASSESSORE ALLO SPORT? QUANTO IL PARTITO A CUI APPARTIENE BASILE? QUANTO LUI E IL SUO LEADER?

Dopo il crollo dell’ACR Messina è il momento della rabbia, della delusione, dello sconforto per una squadra che deve ripartire da zero. Ed è la quarta volta che accade in 32 anni. Allo scoccare della mezzanotte di oggi, scaduti i termini per il pagamento di stipendi, contributi, quote e quant’altro, deve essere anche il momento della riflessione. Così quel che accaduto induce a delineare un quadro che si è concluso come non poteva concludersi in modo diverso, se non con un miracolo che non c’è stato.

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LA COLLETTA: COME SI E’ POTUTO CHIEDERE SOLDI AD IMPRESE MESSINESI IN CRISI E SENZA AIUTI CONCRETI?

basile sornione

La prima riflessione è pratica: come ha potuto pensare Federico Basile che una città come Messina, in conclamata crisi economica e commerciale, gli imprenditori messinesi avrebbero potuto salvare di tasca propria la squadra di calcio cittadina. Ed a questa riflessione ne deve seguire obbligatoriamente un’altra: che fine ha fatto il piano aiuti al commercio della amministrazione Basile e del suo assessore Finocchiaro annunciata a marzo di quest’anno. Ci sembra che i commercianti non abbiano visto granché. Pertanto come possono aziende in crisi, che licenziano, che lottano con un commercio che non si muove e che si è sostanzialmente spostato dal centro cittadino per le scelte volute da uno solo, poter sostenere una squadra che stava colando a picco? La “colletta” proposta è stata percepita quasi come una beffa.

I FONDI PER GLI AIUTI ALLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE MESSINESI SPESI IN CONCERTI, BELLI MA ECONOMICAMENTE INUTILI

basile duomo

La risposta a questa riflessione che è sotto gli occhi di tutti passa per la “Messina della musica”, per i tanti e costosissimi concerti che dovevano portare indotto e sviluppo. Eventi e concerti pagati dal Comune di Messina con i fondi che erano destinati proprio ad aiutare i commercianti e che, se si fosse fatto come è stato fatto dall’ex sindaco De Luca sotto Covid, sarebbe stato consequenziale che oggi i commercianti avrebbero potuto mettere mano al portafogli e sostenere l’ACR Messina.

Oggi, invece, le piccole imprese in crisi, ma anche quelle più grandi, come i marchi del caffè messinese, eccezion fatta per una che ha offerto una cifra di non considerevole importo, non hanno risposto all’appello, nonostante fuori Stretto siano abituate ad investire.

FINE DEL CALCIO IMPORTANTE A MESSINA? E’ UN FALLIMENTO POLITICO

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Il fallimento prossimo del calcio a Messina è anche, quindi, un fallimento politico che passa per Sciotto e la sua famiglia, che si è seduta istituzionalmente vicino ai sindaci che si sono avvicendati e che non hanno saputo imporre una programmazione fatta di investimenti, sviluppo e crescita, anche nella politica della gestione degli impianti. Sciotto, da parte sua, nonostante la vicinanza politica di uno stretto componente della famiglia con l’amministrazione Basile e De Luca alla regione, ne ha dovute anche sopportare tante. La minore quella maledetta caldaia che allo stadio non ne voleva mai sapere di funzionare, con grande delusione dell’assessore comunale allo sport Massimo Finocchiaro.

LA LEGGEREZZA, IL DISINTERESSE E LA CECITA’ DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

basile cisse acr messina

La caduta di ACR e del calcio messinese in generale non è quindi “un fallimento collettivo” visto l’amore dei tifosi, l’impossibilità ad intervenire dei commercianti in crisi, ma è essenzialmente un fallimento dovuto ad una insostenibile “leggerezza”, immotivata, disinteressata e cieca di una Amministrazione comunale che non ha sostenuto adeguatamente il vecchio patron dell’ACR, che ha imboccato la via di fuga non appena si è presentato “qualcuno” che ha promesso mari e monti. Un supposto “Messia” che fino all’ultimo nessuno ha scoperto, se non quando era fin troppo tardi. Ma bastava fare una semplice ricerca sul web…

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I SELFIE E IL NULLA

Così i sorrisi, i tappeti rossi, le conferenze stampa ad effetto, quelle degli ultimi mesi che annunciavano la rinascita della squadra, sono evidenti atti di accusa ben documentati e con attori ben in vista.

I tentativi di salvataggio dell’ultima ora, resi improbabili dall’impossibile sostegno alle imprese messinesi, i cui fondi che dovevano andare in loro favore sono stati “investiti” dal Comune in concerti che nulla hanno portato (e con i quali si persevera), rappresentano la ricerca di un alibi, di un’occasione per poter dire “non è colpa mia, io ci ho provato”. Ma le foto e la storia recente cancella ogni improbabile alibi puntando il dito in un pesantissimo J’ACCUSE.

P.S. – Al Messina, ai suoi tifosi, gli unici che meritano attenzione, auguriamo che il miracolo possa sempre concretizzarsi, anche nella città delle parole e del nulla. In ultimo una domanda: QUANTO HA MESSO IL COMUNE? QUANTO L’IMPRENDITORE E ASSESSORE ALLO SPORT? QUANTO IL PARTITO A CUI APPARTIENE BASILE? QUANTO LUI E IL SUO LEADER? (Magari, fino alla mezzanotte, sono ancora in tempo…).

FORZA MESSINA

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