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Etichettatura energetica ed ecodesign, Bruxelles lancia il piano per spingere prodotti circolari ed efficienti


La Commissione europea ha adottato il Piano di lavoro 2025-2030 per il regolamento Ecodesign sui prodotti sostenibili (Espr) e il regolamento sull’etichettatura energetica. Il piano fornisce un elenco di prodotti che dovrebbero essere prioritari per introdurre requisiti di ecodesign ed etichettatura energetica nei prossimi cinque anni. Ciò promuoverà prodotti sostenibili, riparabili, circolari ed efficienti dal punto di vista energetico in tutta Europa, in linea con il Clean Industrial Deal e il Competitiveness Compass.

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I prodotti prioritari per i requisiti di progettazione ecocompatibile ed etichettatura energetica sono acciaio e alluminio, tessuti (con particolare attenzione all’abbigliamento), mobili, pneumatici e materassi. Questi prodotti sono stati selezionati in base al loro potenziale di realizzazione dell’economia circolare. Nell’ottica di Bruxelles, requisiti armonizzati di sostenibilità dei prodotti a livello dell’Ue rafforzeranno il mercato unico, impediranno le barriere commerciali, miglioreranno la parità di condizioni, ridurranno gli oneri amministrativi e rafforzeranno la competitività globale delle imprese che offrono prodotti sostenibili. Inoltre, la Commissione introdurrà misure orizzontali per i requisiti di riparabilità per prodotti come l’elettronica di consumo e i piccoli elettrodomestici. Ciò includerà l’introduzione di un punteggio di riparabilità per i prodotti con il maggior potenziale e requisiti di riciclabilità delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

La selezione dei prodotti inclusi nel Piano di lavoro varato da Bruxelles si basa su un processo inclusivo con le parti interessate e riflette sia il contributo delle parti interessate che degli Stati membri. Si basa su un’approfondita analisi tecnica e su criteri legati in particolare agli obiettivi dell’Ue in materia di clima, ambiente ed efficienza energetica, nonché su un ampio processo di consultazione, anche attraverso il Forum sulla progettazione ecocompatibile.

I futuri requisiti di progettazione ecocompatibile ed etichettatura energetica per i prodotti selezionati riguarderanno due elementi: prestazioni del prodotto, come durata minima, efficienza energetica e delle risorse, disponibilità di pezzi di ricambio o contenuto minimo di materiale riciclato; e/o informazioni sul prodotto, comprese le caratteristiche chiave del prodotto, come l’impronta di carbonio e ambientale. Le informazioni sul prodotto saranno rese disponibili principalmente tramite il passaporto digitale del prodotto o, per i prodotti con etichetta energetica, tramite il Registro europeo dei prodotti per l’etichettatura energetica (Eprel).

Nello sviluppo dei requisiti di progettazione ecocompatibile, la Commissione presterà attenzione alle esigenze delle aziende, in particolare delle microimprese e delle piccole imprese a media capitalizzazione, e garantirà loro un sostegno personalizzato.

I requisiti di progettazione ecocompatibile e di etichettatura energetica saranno stabiliti mediante atti delegati, prodotto per prodotto o per gruppi di prodotti simili. Ciò si baserà su studi preparatori approfonditi e valutazioni d’impatto. Coinvolgerà le parti interessate e i soggetti coinvolti durante tutto il processo, anche nel Forum sull’ecodesign recentemente istituito.

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Per quanto riguarda alcuni prodotti legati all’energia, il lavoro in corso nell’ambito della direttiva sull’ecodesign dovrebbe continuare e i requisiti pertinenti saranno adottati entro il 31 dicembre 2026.

L’iniziativa della Commissione europea viene salutata con scarso entusiasmo dall’European environmental bureau, che parla sì di «primo passo importante per rendere i prodotti sostenibili», ma aggiunge che «il piano non è all’altezza delle promesse guadagnate a fatica» all’interno dei regolamenti europei. Secondo la rete di associazioni ambientaliste (ne fanno parte 180 con sede in più di 40 paesi) il Piano varato da Bruxelles «omette categorie chiave come sostanze chimiche, calzature vernici e lubrificanti, nonostante le forti richieste della società civile di includerle. Inoltre, non riesce ad affrontare altri settori ad alto impatto come la plastica, il cemento e le infrastrutture di energia rinnovabile». In definitiva, osserva l’Eeb, mentre l’Europa aumenta l’energia rinnovabile nell’ambito del Clean Industrial Deal, questa è un’opportunità mancata per garantire che queste installazioni soddisfino i più alti standard di progettazione ecocompatibile. «Se il piano di lavoro Ecodesign copre solo una serie limitata di prodotti – osserva la responsabile dell’Economia circolare dell’Eeb Eva Bille – allora deve almeno stabilire i più alti standard possibili e chiudere le scappatoie che consentono a beni di bassa qualità di inondare il mercato dell’Ue attraverso piattaforme online».



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