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Camera Commercio Romagna: a Rimini imprese in calo nel 2024


La Camera di Commercio della Romagna lancia l’allarme sulle imprese a Rimini. Dopo l’evento di presentazione del “Rapporto sull’Economia Romagna – Forlì-Cesena e Rimini 2024 e scenari” il quarto focus sintetico è dedicato al settore Commercio, importante settore per l’economia nazionale e dei nostri territori, attualmente ancora impegnato in una fase di profonda trasformazione in un contesto economico complesso e incerto. Per approfondire è disponibile il documento completo, sul sito istituzionale, nella pagina dedicata al Rapporto sull’economia.

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Il settore Commercio in provincia di Rimini

In provincia di Rimini, al 31 dicembre 2024, operano 8.277 imprese attive del settore “Commercio” che rappresentano il 23,9% del totale (20,9% in regione e 24,7% in Italia). La numerosità, rispetto al 2023, risulta in diminuzione (‑1,1%) in maniera meno accentuata della variazione rilevata a livello regionale (‑2,2%) e nazionale (‑2,7%).

Nel corso del 2024 in provincia sono state registrate 363 iscrizioni a fronte di 545 cessazioni (non d’ufficio), per un saldo negativo di 182 unità. Rispetto al 2023, le iscrizioni sono aumentate del 9,7% mentre le cessazioni sono diminuite dell’1,3%.

Per ciò che riguarda la natura giuridica, il 63,4% sono imprese individuali, il 19,8% società di capitale e il 16,4% società di persone; rispetto al 2023 si rileva un incremento delle società di capitale (+2,9%) mentre risultano in flessione sia le imprese individuali (‑1,3%) sia le società di persone (‑4,6%). Il commercio al dettaglio in particolare è caratterizzato da una prevalenza di imprese individuali (68,6%) e da un’incidenza del 13,1% di società di capitale, il commercio all’ingrosso invece è costituito al 60,6% da imprese individuali e dal 27,9% da società di capitale (alle quali corrisponde ben il 72,7% degli addetti di tale settore).

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Le imprese operanti nel commercio al dettaglio rappresentano la maggioranza del settore (55,0%) e rispetto all’anno precedente sono diminuite dell’1,8% (‑2,6% in regione e ‑3,5% in Italia). In particolare, con riferimento alle principali tipologie di negozi specializzati (incidenza del 62,9% sul commercio al dettaglio e variazione del ‑2,2%), rispetto al 2023 si assiste, in ordine di importanza, ad una diminuzione della maggior parte di queste: ‑5,5% i negozi di abbigliamento, ‑1,6% le tabaccherie, ‑0,6% le ferramenta, ‑3,4% i negozi di calzature, ‑3,9% le edicole, ‑6,8% i negozi di mobili, ‑2,0% le profumerie ed erboristerie, ‑5,6% i fiorai/negozi per animali, ‑2,7% le macellerie, ‑2,5% le librerie, ‑14,6% i negozi di prodotti per la telefonia e ‑9,1% le sanitarie. Aumentano, invece, le farmacie (+0,8%), i negozi di frutta e verdura (+1,0%), quelli di articoli sportivi (+1,2%), le pescherie (+1,5%) e i negozi di bevande (+4,8%) mentre risultano stabili i distributori. Tra i negozi non specializzati, risultano in calo dell’1,8% quelli che commercializzano in prevalenza prodotti alimentari (supermercati), rappresentano il 7,1% del commercio al dettaglio, mentre sono in aumento (+1,5%) quelli non alimentari (grandi magazzini ed empori), che però hanno un’incidenza minore (2,9%). Le imprese attive del commercio al dettaglio ambulante (incidenza del 18,0% sul commercio al dettaglio) sono diminuite del 3,9% (‑4,9% a livello regionale e ‑6,1% in Italia). Infine, in provincia aumentano del 4,9% (in regione del +3,9% e in Italia del +6,1%) le imprese che svolgono e-commerce (sono l’8,0% del commercio al dettaglio).

Le imprese attive nel commercio all’ingrosso (34,5% del totale Commercio) registrano una diminuzione dello 0,7%, decisamente migliore delle variazioni negative registrate in Emilia-Romagna (‑2,5%) e in Italia (‑2,4%).

Infine, le imprese del commercio e riparazione di veicoli, che costituiscono il 10,5% del totale del settore in provincia, rilevano un aumento (+1,8%) in controtendenza con l’andamento negativo nazionale (‑0,3%) e la quasi stabilità regionale (+0,2%).

Il settore del Commercio nel suo complesso impiega il 17,5% del totale degli addetti, e le imprese attive della provincia assorbono il 9,5% degli addetti regionali del settore. Nel commercio al dettaglio provinciale si colloca il 47,2% degli addetti totali del Commercio, il commercio all’ingrosso ne occupa il 42,3% e le imprese attive del commercio e riparazione di veicoli ne occupano il 10,5%.

L’analisi congiunturale, elaborata da Unioncamere Emilia-Romagna, premesso uno scenario strutturalmente difficile e molto complesso che purtroppo prosegue da anni, rileva nel 2024 una certa stabilità delle vendite del commercio al dettaglio (‑0,2% la variazione media degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti). L’andamento trimestrale ha mostrato una notevole variabilità, con un forte calo nel secondo trimestre (‑1,0%) che ha influenzato negativamente la performance annuale, ma il trend positivo del quarto trimestre (+0,3%) potrebbe indicare una stabilizzazione.

In termini di variazione media annua 2024, si riscontra una variazione del ‑0,2% per le vendite del commercio al dettaglio di prodotti alimentari, sostanzialmente stabili, e una lievissima diminuzione per il non alimentare (‑0,3%); si rileva, invece, un leggero aumento (+0,8%) per le vendite negli iper, supermercati e grandi magazzini.

Secondo la dimensione delle imprese, le vendite della piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) hanno registrato una leggerissima diminuzione media annua dello 0,3%, quelle della media distribuzione (da 6 a 19 addetti) e quelle della grande distribuzione (imprese con almeno 20 addetti) sono risultate stabili (rispettivamente, +0,1% e ‑0,1%).

 

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