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TerraPay si espande in Europa


(Intervista pubblicata su L’Economista, inserto de Il Riformista)
«Negli ultimi anni, l’adozione delle soluzioni di pagamento elettronico è cresciuta in modo significativo, e la transizione verso un’economia cashless è già in atto», parola di Marco Boldini, CEO TerraPay Italia e Global Head of Governmental Affairs. Terrapay è un’azienda specializzata in pagamenti crossborder, che si sta diffondendo molto velocemente anche in Europa.  

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La vostra azienda sta investendo molto per espandersi nell’Unione europea. Cosa rende questo mercato particolarmente interessante?
«L’espansione di TerraPay nell’Unione Europea, partendo dall’Italia, è una scelta strategica basata su diversi fattori chiave. Innanzitutto, l’Europa rappresenta un mercato maturo e dinamico per i pagamenti digitali, con una crescente domanda. In particolare, l’evoluzione dei sistemi di pagamento digitali e la crescente interoperabilità tra i vari paesi sono fattori che rendono il mercato estremamente vivo. La digitalizzazione dei pagamenti, infatti, sta accelerando e la richiesta di soluzioni cross-border efficienti è più forte che mai. In questo contesto, TerraPay, con la sua rete globale e l’esperienza acquisita anche nei mercati asiatici e africani, offre soluzioni innovative che favoriscono l’inclusione finanziaria e il miglioramento delle esperienze di pagamento per i propri partner. Con riguardo al mercato italiano, siamo particolarmente orgogliosi di aver ottenuto nel 2023 la licenza come Istituto di Moneta Elettronica (IMEL) da parte di Banca d’Italia. La licenza ci permette di espandere ulteriormente la nostra offerta di servizi di pagamento, rispondendo così alla crescente domanda del mercato di soluzioni digitali rapide e affidabili».

Come vede l’evoluzione dei pagamenti digitali in Italia?
«Negli ultimi anni, l’adozione delle soluzioni di pagamento elettronico è cresciuta in modo significativo. Le soluzioni fintech stanno guadagnando terreno e la transizione verso un’economia cashless è già in atto. Con riferimento all’Italia, ho avuto l’opportunità di partecipare al convegno, organizzato su iniziativa del Senatore Matteo Gelmetti, in Senato, dal titolo “India e Italia. Rotte di incontri tra Oriente e Occidente”. L’evento, che ha visto la partecipazione del Ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, e dei senatori Terzi di Sant’Agata, Scurria e Pellegrino, ha rappresentato infatti un’importante occasione per discutere le potenzialità di collaborazione tra l’India e l’Italia, anche nel settore fintech. In questo senso, come player globale, partendo dall’Italia, TerraPay è pronta a contribuire per rafforzare i legami tra i due paesi e continuare a investire in un ambito che è cruciale per la crescita economica e la competitività internazionale».

Ritiene adeguato l’approccio legislativo a questo tema? Manca qualcosa per preparare il sistema alle sfide future?
«Un passo importante, a livello europeo, in questa direzione, è rappresentato dalla PSD3 (Payment Services Directive 3), che ha l’obiettivo di modernizzare e armonizzare ulteriormente il sistema dei pagamenti nell’Unione Europea. La PSD3 migliorerà l’interoperabilità tra i vari attori del settore, garantendo una maggiore sicurezza e protezione per i consumatori, nonché facilitando l’accesso delle fintech e degli istituti di pagamento al mercato europeo. Ciò renderà più facile per i consumatori e le imprese utilizzare servizi di pagamento innovativi, senza comprometterne la sicurezza. Tuttavia, ci sono ancora aree in cui il legislatore può intervenire e, in particolare, sarebbe importante accelerare l’integrazione tra i vari sistemi di pagamento a livello internazionale. In questo senso il settore è in continua evoluzione e, al fine di garantire che il sistema sia davvero preparato per le sfide future, è fondamentale un dialogo costante tra gli attori del settore e le istituzioni. La creazione, inoltre, di un framework normativo flessibile – ma solido – permetterà di far fronte con efficacia ai cambiamenti rapidi e alle innovazioni tecnologiche del settore».

I pagamenti crossborder sono una sfida di importanza strategica per le imprese. Quali sono i vantaggi e i rischi?
«Tra i principali vantaggi, c’è la possibilità di espandere il proprio mercato e di operare a livello globale, aumentando la competitività e la capacità di raggiungere nuovi partner. Le soluzioni di pagamento cross-border possono ridurre i tempo ed i costi, oltre a migliorare la trasparenza delle transazioni internazionali. D’altro canto, i pagamenti cross-border comportano anche alcuni rischi per chi opera nel settore, come la complessità delle normative locali, le differenze nei sistemi di pagamento delle valute e la gestione della sicurezza e della compliance. Le aziende come TerraPay sono fondamentali per ridurre questi rischi, fornendo strumenti che semplificano e velocizzano le transazioni e garantiscono che siano conformi alle normative locali. La nostra missione, da sempre, è rendere i pagamenti crossborder immediati, trasparenti, sicuri ed economici».

In che modo Terrapay contribuisce a una maggiore consapevolezza economica e finanziaria tra gli utenti?
«In TerraPay, il nostro impegno si concretizza attraverso l’offerta di soluzioni di pagamento digitali sicure, rapide e trasparenti. Puntiamo a semplificare e democratizzare l’accesso agli strumenti finanziari avanzati, riducendo le barriere che spesso esistono tra le persone e le soluzioni di pagamento digitali. Inoltre, siamo impegnati nella promozione di iniziative che aiutino a comprendere meglio il funzionamento dei pagamenti digitali e l’importanza della sicurezza finanziaria. Ad esempio, attraverso il dialogo con le istituzioni e i think thank di categoria o la partecipazione a workshop e campagne di sensibilizzazione, al fine di diffondere la cultura della sicurezza e della gestione consapevole delle risorse. Il nostro obiettivo finale è non solo offrire un servizio di trasferimento di denaro, ma diventare un partner di fiducia, contribuendo a costruire una comunità più informata, consapevole, inclusiva e preparata a navigare le sfide dell’economia digitale».

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