di Daniele Bovi
Un incremento del 6,02 per cento per le utenze non domestiche e del 6,47 per cento per quelle domestiche. A tanto ammontano i rincari per quest’anno della Tari, la tassa sui rifiuti già aumentata sensibilmente nel corso degli ultimi anni. Le tariffe sono state approvate mercoledì dalla commissione Bilancio del Comune di Perugia: 10 i sì della maggioranza e 6 i no dell’opposizione.
I calcoli La tariffa viene calcolata sulla base del Piano economico finanziario di Gesenu approvato nell’aprile di un anno fa da Auri e Comune. Pef che prevede aumenti importanti per il biennio ’24-’25, dovuti principalmente all’inflazione registrata negli anni scorsi; rincari che vengono applicati tramite meccanismi che prevedono un ritardo strutturale di circa due anni. In termini percentuali nel 2024 l’aumento è stato del 7,6 per cento: il gettito Tari al netto delle riduzioni tecniche è passato dai 47,7 milioni del 2023 ai 51,6 del 2024, mentre nel 2025 la cifra – tenendo conto delle riduzioni tecniche e recupero dell’evasione – sale comunque a 54,9 milioni di euro, 29,3 dei quali relativi alla parte fissa. «L’aumento delle tariffe non è una scelta locale – ha spiegato l’assessora al Bilancio Alessandra Sartore – ma un adeguamento imposto a livello nazionale e recepito da tutti i Comuni italiani».
IN ATTESA DEL PORTA A PORTA PIÙ CONTROLLI IN DUE QUARTIERI
Agevolazioni In compenso la giunta ha spiegato che «nonostante il quadro normativo nazionale e le decisioni ereditate si interverrà con misure concrete di sostegno sociale». In particolare oltre alla conferma delle agevolazioni esistenti (per utenze non domestiche che riciclano autonomamente, per famiglie che conferiscono ai centri di raccolta e per i cittadini in zone soggette a disagio ambientale), sarà ampliata la platea dei beneficiari per quanto riguarda le esenzioni legate alle Isee (qui il modulo per presentare entro il 30 giugno le domande): sul piatto ci sono 2 milioni di euro che arrivano da diverse voci e che copriranno le richieste delle famiglie in maggiore difficoltà economica.
DAI TELEFONI AI PHON, NUOVI CONTENITORI PER MATERIALI PREZIOSI
Le date Per quanto riguarda le date dopo le polemiche dell’anno scorso, quando furono inviate tre rate sulla base della tariffa 2023 con conguaglio a dicembre, si torna alla normalità. Famiglie e imprese nelle prossime settimane riceveranno un unico invio con i quattro bollettini da pagare entro 3 giugno, 30 luglio, 30 settembre e 2 dicembre, mentre per chi potrà c’è la possibilità di versare tutto in un’unica soluzione entro il 16 giugno.
PONTE SAN GIOVANNI, IN ARRIVO IL PORTA A PORTA
Niente emendamento Sul punto, è stato ritirato un emendamento della sindaca Ferdinandi che disponeva l’invio di tre bollettini con l’80 per cento della somma più un conguaglio a dicembre. Il primo aprile infatti l’Arera (l’Autorità nazionale di regolazione per energia, reti e ambiente) ha adottato una delibera relativa al cosiddetto Bonus sociale rifiuti, con la quale si punta a rendere effettive le agevolazioni economiche per gli utenti domestici che si trovano in condizioni economiche e sociali disagiate. Gesenu, era scritto nell’emendamento, ha bisogno di tempo per aggiornare i software gestionali, mentre si attende ancora il provvedimento attuativo dell’Arera. Da qui, tenuto conto dei tempi stretti e dell’«esigenza di far pervenire ai contribuenti gli avvisi di pagamento con congruo anticipo», era nata la scelta dell’emendamento; nel frattempo però Gesenu ha risolto i problemi, permettendo l’invio in un’unica soluzione.
Evasione Sul fronte dell’evasione invece la dirigente di Gesenu, Annalisa Maccarelli, ha spiegato che nei primi mesi dell’anno sono stati recuperati 300mila euro, un terzo dell’obiettivo annuale, e che con il nuovo sistema di raccolta in arrivo a Ponte San Giovanni (20mila le persone coinvolte) si potranno avere dati ulteriori incrociando le dichiarazioni e verificando le omissioni. In arrivo poi solleciti per 19 milioni di euro. In media l’incasso è pari al 77,5 per cento, sopra la media nazionale per città della stessa dimensione. Quanto ai residui attivi totali, invece, dal rendiconto di gestione emerge che a fine 2024 ammontavano a 36,7 milioni di euro.
Lo scontro Le tariffe hanno riacceso lo scontro politico e il gioco delle parti. I gruppi di opposizione (gli stessi consiglieri che un anno fa hanno approvato il Pef ’24-’25 e gli aumenti) attaccano duramente la giunta, parlando di «ennesimo colpo a famiglie e imprese», già provate da inflazione e rincari fiscali, denunciando la mancanza di soluzioni strutturali come il termovalorizzatore e accusando la maggioranza di gestire male le risorse pubbliche. Dall’altra parte della barricata la maggioranza, che l’anno scorso ha messo nel mirino la giunta Romizi, definisce «ipocrita» la protesta dell’opposizione, ricordando che è stata la precedente amministrazione di centrodestra a votare l’aumento. La giunta attuale, sottolineano, ha invece ampliato le esenzioni, aiutando concretamente le famiglie più fragili. Scontro dal quale emerge come la libertà di manovra dei sindaci di ogni colore in materia sia limitata.
Source link
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Source link