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Perché sull’AI generativa le pmi italiane temono l’effetto combinato di AI Act e Gdpr


A entrambi servirebbe un “aiutante Llm”, ma a entrambi serve prima anonimizzare i propri dati, per potersi fidare di lui. Un altro settore interessato ad anonimizzare è quello delle risorse umane: l’AI Act rende complesso sfruttare l’intelligenza artificiale generativa con i curricula, per ora, ma pulirli dalle informazioni sensibili aiuterebbe a fare un passo avanti in termini di pari opportunità e equità.

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AI generativa, prove di anonimizzazione in corso

Se per questi settori e molti altri il Gdpr rappresenta uno scoglio, per AidaMask potrebbe essere una leva. Nata nel 2023, questa startup sta infatti lavorando a una soluzione per usare modelli Llm anche quando sono vcoinvolti dati personali. Si tratterebbe di uno strato intermedio, una sorta di “membrana”, da inserire tra i database aziendali e l’AI generativa per bloccare le informazioni sensibili in modo preciso.

Il primo step di questo processo comporta il taggare entità “Gdpr relevant” e lo si può compiere “assemblando e affinando tecnologie di named entity recognition già esistenti e open source – spiega l’ad Andrea Giannuzzi -. Ciò che abbiamo ideato e brevettato per primi è il processo di mascheramento dei dati tramite uno scambio di token. Miriamo a trattenere il più possibile il contenuto semantico dei dati, per il loro futuro utilizzo”.

Per ora il benchmark è l’italiano, ma sta pensando di studiare inglese e tanti altri diversi possibili usi della propria tecnologia, per sfruttare al meglio la spinta ricevuta durante i 4 mesi nell’acceleratore Plai. Aidamask è infatti una delle 10 startup che il Gruppo Mondadori ha scelto di supportare nel 2024 con il suo programma di accelerazione. Ce ne sono altre 9, tutte nate con l’intento di dare concretezza alle promesse dell’intelligenza artificiale.

Le altre startup di Plai

Chi con vocazione “education”, chi più determinata a fare la differenza nel mondo dell’advertising e dell’editoria, tutte le startup hanno provato a sfruttare il percorso vinto, per tracciarne uno solido e luminoso per il futuro. Tra le più interessanti, Similar, AD Cube e Equal Education.

La prima “aggredisce” il ricco mercato dei video per advertising, usando l’AIgenerativa per supportare chi ne deve creare a gran ritmo e per tanti canali, sempre uno diverso dall’altro ma tutti fedeli alla brand identity. Per ora ha sviluppato tre soluzioni, una dashboard per creare blog post da video, una per produrre un copione “base” per video e una per affinare la postproduzione.

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Anche AD Cube vuole conquistare il settore dell’advertising, ma promettendo di ottimizzare l’efficacia delle campagne con l’AI generativa. Vuole usare questa tecnologia per renderle sia più multimediali e multicanale, sia più aggiornate ai gusti dei funnel di riferimento. Equal Education invece vuole sfruttarla per aumentare l’efficacia dei metodi di insegnamento delle materie scientifiche. Partendo dalla matematica, propone una piattaforma che crea sfide di active learning ispirate alle lacune di ogni singolo studente, tracciandone continuamente i progressi. Una sfida lanciata all’analfabetismo scientifico, con il sogno di non lasciare indietro nessuno.



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