CATANZARO L’entrata a pieno regime della ReDigit, la nuova società in house della Regione, una Academy per formare le giovani generazioni e un Hpc, un grandissimo data center, per mettere in rete pubblica amministrazione, imprese e università e affrontare le sfide della modernità: sono questi i passaggi per la “rivoluzione” digitale in Calabria. A delinearli il vicepresidente della Giunta regionale, con delega alla Digitalizzazione, Filippo Pietropaolo, che ha fatto il punto della situazione in occasione della presentazione dei risultati del progetto “Citizen Inclusion – miglioramento dell’accessibilità dei servizi pubblici digitali”, finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
La ReDigit
Per quanto riguarda la ReDigit, approvata alcune settimane fa dal Consiglio regionale nella forma di una proposta d legge promossa dal gruppo di FdI e in particolare dello stesso Pietropaolo, il vicepresidente della Regione ha osservato: «Sul piano operativo bisogna adesso fare dei passaggi in giunta, con l’approvazione dell’atto costitutivo, dello Statuto. Ci sono dei passaggi obbligati e spero di farli insieme con il presidente in tempi molto rapidi in maniera da rendere la ReDigit subito operativa: ci sarà bisogno di qualche mese per andare al regime. Poi la società, almeno fin quando ci sarò io, sicuramente diventerà un punto di riferimento per la crescita e lo sviluppo del digitale in Calabria insieme alle imprese e insieme alla pubblica amministrazione, perché non è contro le imprese e su vuole creare rete con le imprese. Uno degli obiettivi principali che ci terrei a realizzare insieme alla società – ha sostenuto Pietropaolo è l’Academy di digitale per favorire la crescita di profili professionali di ragazzi che non obbligatoriamente devono uscire dal percorso di laurea per accedere a certificazioni di competenze che sono richieste dalle aziende e che in questo modo possono trovare lavoro immediatamente. Queste secondo me sono le cose principali da fare. Poi la società avrà molti incarichi operativi per realizzare diverse iniziative del Dipartimento Transizione Digitale della Regione Calabria, ma anche per mettersi in rete con le altre società in house della Regione e con il Dipartimento nazionale».
Hpc in Calabria
Pietropaolo ha poi aggiunto: «Stiamo predisponendo – e verrà firmato a giorni – un protocollo tra Regione Calabria, Unical e Dipartimento nazionale della Trasformazione Digitale, quindi il sottosegretario Butti, il presidente Occhiuto e il Rettore Leone, per concordare azioni per raggiungere alcuni particolari obiettivi che riguardano lo sviluppo del digitale in Regione Calabria. Uno è la realizzazione di un Hpc, cioè di un High Performance Computing, in Calabria: è una proposta che è stata lanciata dal sottoscritto. Per realizzare questa iniziativa serviranno parecchi fondi per cui stiamo cercando di dialogare con la Coesione nazionale per capire come poterlo finanziare. Quindi – ha concluso Pietropaolo – questa struttura di grandissima innovazione tecnologica – questo grandissimo data center – potrà riuscire a coinvolgere e a far crescere le aziende, la ricerca dell’università in Calabria, e la pubblica amministrazione utilizzando e sviluppando potenzialità enormi e sviluppando l’intelligenza artificiale anche per la pubblica amministrazione locale. Insomma, le iniziative in cantiere sono talmente tante che poi piano piano le potremmo raccontare».
“Citizen Inclusion”
Pietropaolo infine ha presentato i risultati del progetto “Citizen Inclusion – miglioramento dell’accessibilità dei servizi pubblici digitali”. «Accessibilità e rete di facilitazione digitale sono due facce della stessa medaglia perché – ha affermato il vicepresidente della Giunta – vogliono raggiungere l’obiettivo dell’inclusione delle persone più fragili della nostra società al digitale, con modalità differenti. L’accessibilità è rivolta ai dipendenti pubblici che hanno delle forme di disabilità e quindi viene realizzato tutto quello che serve per favorire l’accesso semplice ai servizi degli enti in cui lavorano, come Regione Calabria e Comuni. E poi c’è la formazione. La facilitazione digitale riguarda l’esterno alla pubblica amministrazione: qui l’obiettivo è avvicinare al digitale i gruppi di persone più fragili, tipo gli anziani, soprattutto nelle aree interne. Per questo abbiamo creato una rete di 170 sportelli di punti di facilitazione digitale in tutta la regione e stanno andando avanti a fare quello per il quale sono stati coinvolti. L’aspetto importante è che per fare queste due iniziative abbiamo deciso di coinvolgere fortemente tutto il terzo settore, non le stiamo facendo da soli: la rete di facilitazione digitale è fatta con i Comuni capo-ambito dei distretti sociosanitari e con le associazioni di volontariato aderenti al terzo settore». (a. cant.)
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