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“La strategia contro i dazi?. Promuovere i nostri prodotti”


Alessio Mammi, assessore regionale all’agricoltura, che impatto avrebbero i dazi statunitensi sulla nostra economia?

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“I dazi che gli Stati Uniti vorrebbero imporre all’Europa provocherebbero in Emilia-Romagna un danno all’export da oltre 10,5 miliardi di euro l’anno, a partire da automotive, meccanica, farmaceutica e alimentare. Come dichiarato dal presidente de Pascale, dal Vicepresidente Colla e dal sottoscritto, si tratterebbe di un danno durissimo per le filiere del sistema economico regionale, con il rischio di contrazione di crescita economica e di migliaia di posti di lavoro”.

La nostra regione è tra prime esportatrici verso gli Usa.

“Nel 2024, l’Emilia-Romagna ha rappresentato, con un export di beni verso gli Usa di quasi 10,5 miliardi di euro, pari al 16,2% del totale delle esportazioni italiane nel mercato americano (64,8 miliardi di euro), la seconda regione per valore assoluto dopo la Lombardia (con il 21,2% dell’export nazionale negli Usa), prima di Toscana (15,8%) e Veneto (11,2%). Per la regione gli Stati Uniti rappresentano il 12,5% dell’export regionale complessivo (83,6 miliardi di euro). Oltre 6mila le imprese interessate”.

Quali sono i principali segmenti interessati?

“I principali settori per valore di export sono: i mezzi di trasporto/automotive (quasi 3,3 miliardi di euro esportati, pari al 31% dell’export regionale verso gli Usa), i macchinari e gli apparecchi industriali (3,1 miliardi di euro, pari al 29%), l’industria alimentare e delle bevande (986 milioni di euro, pari al 9,4%). Senza contare l’impatto e le ripercussioni sulla farmaceutica (circa 650 milioni di euro, pari al 6,2%)”.

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Esiste una valutazione credibile sul danno che creerebbero sui nostri mercati?

“Al momento non è possibile stimare l’impatto di questi costi sui volumi futuri di beni provenienti dall’Emilia-Romagna e importati dagli Stati Uniti. Se avvenisse l’introduzione di nuovi dazi del 20% su tutti i prodotti provenienti dall’Ue con destinazione Usa, il costo complessivo dei prodotti esportati dalle imprese dell’Emilia-Romagna potrebbe crescere tra 2,1 e 2,7 miliardi di euro. Costi che si scaricherebbero innanzitutto sugli importatori/consumatori americani: questo si configura come una tassa aggiuntiva sul valore di un bene importato, pagata dall’importatore americano a vantaggio del Governo federale. L’elevata internazionalizzazione del sistema emiliano-romagnolo potrebbe amplificare l’impatto negativo dei dazi”.

Un tessuto produttivo solido e ben inserito nelle catene internazionali, quale quello dell’Emilia-Romagna, può essere nelle condizioni di mettere in atto strategie efficaci per mitigare l’aumento delle tariffe?

“Sì, con una diversificazione dei mercati come quelli dell’Oriente, come dimostrerà anche la presenza del sistema economico dell’Emilia-Romagna all’Expo di Osaka, in Giappone, e al Summer Fancy Food di New York il prossimo mese di giugno. È necessaria un’Italia protagonista in Europa nel difendere gli interessi del sistema manifatturiero italiano a tutela del Made in Italy”.

Che cosa sta facendo la Regione in questo senso?

“Assieme al presidente de Pascale e al Vicepresidente Colla abbiamo recentemente chiesto con forza al Governo italiano di guidare la delegazione europea in una trattativa nel difendere gli interessi del Paese, con voce forte e unica. Ma anche di reagire con intelligenza affermando tutti i modelli di sviluppo sanciti nella bussola competitiva che si sta discutendo in Europa, senza indugio e senza titubanze, con un’Italia protagonista in Europa nel difendere gli interessi del sistema manifatturiero italiano a tutela del Made in Italy, con la richiesta al Governo di guidare la delegazione europea in una trattativa per difendere gli interessi del Paese. Aggiungo inoltre che serve una posizione unitaria della Commissione Europea per reagire ai dazi e creare le condizioni perché l’Europa risponda con politiche forti e coese all’offensiva economica lanciata dagli Usa. Da parte nostra, come Regione abbiamo chiesto al Commissario europeo all’agricoltura Christophe Hansen di aumentare le risorse per la promozione dei prodotti a indicazione geografica fino a un miliardo di euro”.

Nel settore agroalimentare di certo a farne le spese sarebbero anche i produttori di lambrusco e di Parmigiano Reggiano.

“Abbiamo messo a disposizione 7 milioni di euro per la promozione extra Ue del vino, e abbiamo intenzione di elevare fino a 5 volte il valore della promozione in territorio Ue per tutti i prodotti a Indicazione geografica. È il momento di mettere in campo la miglior strategia di difesa per i nostri prodotti: vanno promossi, diffusi, fatti conoscere in tutto il mondo, sostenendo le imprese e i consorzi in queste importanti attività di promozione. Del resto l’incertezza sui dazi che stiamo vedendo in questi giorni ha un effetto altrettanto negativo. Diventa molto complesso per un’impresa progettare investimenti a medio/lungo termine senza avere la minima idea di quando potrà rientrare dai propri investimenti perché non ha certezze sulle maggiorazioni dei prezzi che potrebbero essere applicate ai propri prodotti. Una situazione preoccupante che può mandare in crisi alcune filiere. Noi, dal canto nostro, continuiamo a investire, a sostenere la competitività delle imprese. È delle scorse ore l’annuncio fatto con il presidente de Pascale di 105 milioni di euro di bandi per investimenti per le imprese agricole e agroalimentari, in grado di generare un volume di investimenti complessivo sul territorio che si attesta a oltre 270 milioni di euro”.

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r. c.



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