Sono 95 mila le aziende guidate dalle donne, un numero elevato anche se l’occupazione femminile resta bassa
In Sicilia una impresa su 4 è a conduzione femminile. Secondo i dati messi a disposizione dall’ufficio studi della Cgia, l’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, che ha elaborato i numeri delle iscrizioni in Camera di commercio, nell’Isola sono presenti 95.370 imprese femminili, pari al 25,2% del totale in attività. Al di sopra della media nazionale, che si ferma al 22,7%.
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In termini percentuali, i valori maggiori si registrano nel territorio di Enna, dove si raggiunge il 27,9%, seguito da Trapani, al 26,4%, e Siracusa, al 26,1%. In termini assoluti, il maggior numero delle imprese femminili si trovano nella provincia di Catania, dove se ne contano 20.202, e a Palermo, dove si arriva a 19.701 imprese. Numeri interessanti anche a Messina e Trapani, dove sono collocate rispettivamente 11.758 e 10.470 imprese. Un quadro del momento del lavoro siciliano che lascia ben sperare, nonostante i dati messi a disposizione da Eurostat mostrino come l’occupazione femminile sia ancora bassa.
Il confronto con l’Italia
In particolare, a livello nazionale, le donne italiane occupate sul totale della popolazione è di appena il 53,6%, contro una media dell’Unione europea del 66,5%. Poco più della metà delle donne imprenditrici attive nel nostro Paese è impiegata nel settore dei servizi alla persona, quali parrucchiere, estetiste, tatuatrici, massaggiatrici, pulitintolavanderie ed altri, e nei servizi alle imprese, in qualità di titolari o socie di agenzie di viaggio, agenzie immobiliari, imprese di pulizie, noleggio di veicoli, agenzie pubblicitarie, fotografe, video maker, studi di commercialisti e consulenti del lavoro. Inoltre, poco meno del 20% opera nel commercio, mentre poco oltre il 10% è attivo tra hotel, ristoranti e bar, e circa un ulteriore 6% nell’industria, medesima percentuale si riscontra anche nell’agricoltura.
Tasso di occupazione che però resta basso
“Il basso tasso di occupazione femminile in Italia è principalmente attribuibile all’elevato carico di lavoro domestico che grava sulle spalle delle donne – scrivono dalla Cgia di Mestre -. Purtroppo, il nostro Paese ha storicamente investito in misura limitata nello sviluppo dei servizi sociali e della prima infanzia, penalizzando le donne in modo duplice”.
In assenza di adeguati investimenti in questi ambiti, infatti, non sono stati creati nuovi posti di lavoro che avrebbero potuto essere occupati prevalentemente da donne. Numerosi studi a livello internazionale dimostrano invece come l’imprenditoria femminile possa rappresentare una chiave per incrementare l’occupazione femminile; infatti le donne che fanno impresa tendono ad assumere altre donne in misura significativamente maggiore rispetto ai loro colleghi maschi. In Italia sono le province del Mezzogiorno a registrare l’incidenza percentuale più elevata di imprese a conduzione femminile sul totale delle attività presenti. A guidare la graduatoria nazionale è Cagliari, con il 40,5% delle attività guidate da donne sul totale provinciale. Seguono Benevento con il 30,5%, Avellino con il 30,2%, Nuoro con il 29,3% e Chieti con il 28,9%.
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