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Il presente ed il futuro del Made in Italy secondo l’industria bergamasca


Bergamo. Moda, cibo, design, ma non solo. La qualità della produzione italiana sta anche nell’innovazione e soprattutto nella tecnologia. Questi i temi discussi all’evento “L’industria storica come motore di sviluppo del territorio grazie a ricerca e innovazione” organizzato nel pomeriggio di martedì 15 aprile in occasione della giornata nazionale del Made in Italy nella sede di Confindustria Bergamo.

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A fare gli onori di casa Fabrizio Clermont, dirigente della Casa del Made in Italy Milano (Mimit – Ispettorato Territoriale Lombardia), Claudia Persico, vicepresidente di Confindustria Bergamo, e Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Lombardia.

Le parole della vicepresidente Persico hanno introdotto i punti cardine dell’appuntamento: “Ci ritroviamo molto nel titolo che è stato attribuito al nostro incontro: “L’industria storica come motore di sviluppo del territorio grazie a ricerca e innovazione”. Crediamo fortemente nel legame tra impresa e territorio. Siamo, anzi, persuasi che “non esiste impresa competitiva in un territorio che non è competitivo”. Siamo persuasi che il tema della competitività si incroci con la robustezza e la qualità dell’ecosistema territoriale nel quale le imprese operano. E siamo, infine, persuasi che una buona politica industriale, per essere efficace, deve tenere conto dei territori” – ha spiegato.

“Nella nostra esperienza anche il territorio può essere decisivo nel garantire l’efficacia della trasmissione degli impulsi e delle direttive. Infatti è sul territorio che le imprese operano, assumono, dialogano con il sistema formativo, con le istituzioni, con gli attori del trasferimento tecnologico – ha proseguito la dottoressa Persico. – I territori industriali in Italia – e in Europa – sono pochi e, aggiungiamo, preziosi, perché contribuiscono in modo decisivo alla crescita delle imprese garantendo un “business environment” fatto di fiducia, di soggetti facilitatori, di capitali, di infrastrutture, di un sistema scolastico e formativo coerente con i fabbisogni.

 

 

“In questo senso si può affermare, come dice il titolo, che l’industria è motore di sviluppo del territorio, perché le istanze che essa sa portare sono istanze di migliore produttività, di innovazione e di progresso, di sostenibilità, di orizzonte temporale a lungo termine. Celebrare questi elementi è chiaramente in linea con gli obiettivi della giornata del Made in Italy” – ha concluso la vicepresidente.

A seguire un interessante tavola rotonda che ha coniugato tutti gli elementi citati in apertura e che ha spiegato come questi collaborino tra loro: L’ecosistema del territorio a supporto dell’Innovazione nell’Industria. Lo scambio ha visto protagonisti Paolo Casalino, dirigente generale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Armando De Crinito, direttore generale Sviluppo Economico della Regione Lombardia, Gianluigi Viscardi, presidente di Intellimech e di Cluster Fabbrica Intelligente, Salvatore Majorana, direttore del Kilometro Rosso, Sergio Cavalieri, Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, Roberto Sella, direttore ITS Rizzoli e coordinatore ITS Lombardia e Augusto De Castro, direttore generale di MADE, Competence Center Industria 4.0.

Una seconda tavola rotonda su “L’industria come identità e motore di sviluppo” ha invece visto protagonisti i rappresentanti di alcune delle più importanti realtà imprenditoriali del territorio bergamasco, che hanno spiegato cosa significano e qual è il valore del Made in Italy e dell’innovazione secondo loro e le loro aziende.

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Prima ad intervenire Monica Santini di Santini Cycling: “Quest’anno compiamo 60 anni e siamo tra i più famosi produttori di abbigliamento per il ciclismo a livello mondiale. Per noi il Made in Italy è proprio produrre tutto ancora in Italia, a Bergamo. Siamo un azienda con grande storia ma che per essere ancora sul mercato deve innovare costantemente collaborando molto da vicino con gli atleti professionisti, senza dimenticare il tema della sicurezza, della circolarità e del riciclo”.

“Siamo un’azienda familiare al vertice ma la nostra forza è il capitale umano e per noi l’innovazione è essenziale. La parte principale rimane legata al mondo automotive, ma ci stiamo spostando in tanti altri settori. Per la creazione dei nostri stampi la digitalizzazione e robotica sono la chiave. Abbiamo filiere in altri luoghi ma siamo fieri di essere bergamaschi, questo è il valore del Made in Italy per noi” ha continuato Claudia Persico di Persico Group.

Gianmarco Lanza di Fae Technology ha invece raccontato così il punto di vista della società che si occupa di innovazione elettronica: Negli ultimi sei o sette anni abbiamo avuto un grande crescita e facciamo tutto in Italia, al 100%. Made in italy in Fae vuol dire grande curiosità e  fame di fare cose nuove.  Anche Leonardo, che celebriamo oggi nell’anniversario della sua nascita, diceva che godeva assai di più nel provarci che nel riuscirci”.

Dopo di lui è stato il turno di Giacomo Ghilardi di BGreen Technologies, che ha spiegato: “Siamo nati con l’obiettivo della sostenibilità. Ad esempio ci occupiamo di produrre coloranti innovativi per il settore tessile, che per me che vengo dalla Valle Seriana significa semplicemente storia, questo è il senso del Made in Italy: un punto di partenza e opportunità. Ci divertiamo molto in laboratorio, qui al Kilometro Rosso, e ogni giorno ci piace sperimentare, questa è la nostra forza”.

Stefano Albini di Albini Group: “Siamo nel cuore del Made in Italy e della moda. Siamo nei negozi più prestigiosi al mondo e l’innovazione ce l’abbiamo dentro. Abbiamo persone che ogni giorni studiano nuovi tessuti, materie prime, colorazioni ma ad un certo punto abbiamo pensato che questo non bastasse. Per questo stiamo collaborando con altre aziende su temi come riciclo, sostenibilità e chimica verde, come BGreen, che abbiamo conosciuto qui al Kilometro Rosso.

Per concludere Roberto Vavassori di Brembo ha posto l’attenzione sui valori chiave dell’azienda leader nella progettazione e produzione di sistemi frenanti: “Fortissime radici nella bergamasca, ma sfide grandissime nel mondo. Oggi non siamo più tra i primi cento produttori di componentistica e dobbiamo essere bravi ad innovare e continuare a crescere. Lo abbiamo sempre fatto: negli anni ’90 eravamo meno di 600 persone, oggi più di 15mila”.

La giornata si è conclusa con il videocollegamento del Ministro delle imprese e del Made in Italy e Senatore Adolfo Urso.

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