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Corecom: Stati generali, serve un patto tra istituzioni e mondo dell’informazione toscana


15 Aprile 2025

Si sono tenuti questa mattina a palazzo Strozzi Sacrati, gli ‘Stati generali dell’informazione in Toscana’, con la presentazione di un rapporto dell’Irpet. Mazzeo: “Servono ingenti finanziamenti pubblici e regole chiare”. Meacci: “Favorire strategie orientate alla cooperazione fra operatori”. Bartoli: “Un sostegno mirato e forte al settore è indispensabile”. Giacomelli: “Contributo pubblico fondamentale: pensare a un contratto in cambio di un’attività più rigorosa d’informazione”. Giani: “Apertissimo a queste ipotesi”

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Comunicato n. 0385

di

Firenze – Si sono tenuti oggi, martedì 15 aprile, presso la presidenza della Regione, a palazzo Strozzi Sacrati gli Stati generali dell’informazione in Toscana. L’incontro è stato organizzato dal Corecom della Toscana insieme a Regione, Associazione stampa e Ordine dei giornalisti della Toscana. L’appuntamento è l’atto conclusivo di un percorso che ha visto coinvolti gli operatori dell’informazione della regione. Nella fase preparatoria, si sono tenuti ‘focus group’ con rappresentanti delle emittenti televisive, delle radio, della stampa quotidiana e delle testate online.

Sono intervenuti il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, in collegamento video, il presidente della Giunta Eugenio Giani, il presidente del Comitato regionale per le comunicazioni, Marco Meacci, la presidente della commissione Cultura dell’Assemblea legislativa, Cristina Giachi (Pd). In collegamento da Roma, il commissario Agcom, Antonello Giacomelli, mentre un contributo video è stato inviato dal presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli. In sala, anche la vicepresidente della commissione Cultura, Luciana Bartolini (Lega), il capogruppo del Partito democratico, Vincenzo Ceccarelli, e il vicecapogruppo Andrea Vannucci.

Nell’occasione, è stata presentata l’indagine svolta da Irpet sugli ‘operatori dell’informazione in Toscana. Un’analisi quantitativa sulla recente evoluzione di radio, tv ed editoria’.

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“È un momento di confronto prezioso per l’intero ecosistema dell’informazione nella nostra regione. Il rapporto dell’Irpet si rivela strumento fondamentale per le decisioni politiche che andremo a prendere nei prossimi mesi”, sottolinea Antonio Mazzeo. La fotografia consegnata dal rapporto mostra “un settore in profonda trasformazione, dall’editoria agli strumenti e gli spazi di comunicazione a disposizione dei cittadini. Avere un’informazione locale libera, ma anche in grado di garantire informazione di qualità è fondamentale. In questi anni abbiamo continuato a sostenere soprattutto le emittenti televisive locali. Stiamo vivendo forti cambiamenti epocali, a fronte dei quali dobbiamo porci domande profonde. Serve una visione condivisa per il futuro dell’informazione nella nostra regione. Ritengo fondamentale – conclude Mazzeo – continuare a garantire condizioni di lavoro dignitose, tutelare l’autonomia dei professionisti dell’informazione, sostenere l’innovazione tecnologica. Per fare tutto questo, servono ingenti finanziamenti pubblici, che hanno bisogno di regole chiare. Grazie al Corecom per la qualità del lavoro che svolge”.

“Viviamo un’epoca di profonda trasformazione: il modo in cui si produce, si diffonde e si consuma informazione è cambiato radicalmente negli ultimi anni, mettendo in discussione modelli consolidati e aprendo scenari nuovi, spesso incerti”, spiega il presidente del Corecom, Marco Meacci. “I problemi sono molteplici: precarizzazione del lavoro giornalistico, che incide sulla qualità e sull’indipendenza della informazione, concentrazione delle proprietà editoriali, fragilità economica delle piccole testate locali, spesso essenziali per la coesione sociale e la democrazia territoriale, urgenza di sviluppare una educazione critica ai media, soprattutto tra i giovani per affrontare la sovrabbondanza di informazioni e la disinformazione”. Nel panorama toscano, dice ancora Meacci, “questi temi si intrecciano con specificità locali: un sistema informativo vivace ma spesso sottofinanziato. È evidente a tutti l’importanza strategica che riveste l’ecosistema informativo locale, che svolge a tutti gli effetti un ruolo di ‘servizio pubblico’. In generale, si tratterebbe di favorire una serie di strategie orientate alla cooperazione fra soggetti economici locali che abbiano la finalità di creare massa critica e agganciare alcune traiettorie di rilancio e di sviluppo del settore che passano dall’aumento di produttività, da adeguati livelli di redditività, e in primis dalla qualità dei prodotti e dei contenuti. In questo senso, le istituzioni, Regione in primis, possono svolgere un ruolo fondamentale di supporto e garanzia. Il Corecom è a disposizione come organismo settoriale della comunicazione per fornire informazioni e monitorare lo sviluppo del settore.”

“Il rapporto Irpet ci consegna una serie di considerazioni abbastanza pesanti e allarmanti – dice Carlo Bartoli –, non solo dal punto di vista occupazionale e produttivo, ma anche riguardo al possibile depauperamento del sistema pluralistico dell’informazione in Toscana. Il rafforzamento delle imprese è quasi sempre legato a una delocalizzazione, con perdita di caratterizzazione su base regionale e locale. Le conclusioni ci dicono che piccolo non è bello, specie se isolato. Dobbiamo sforzarci e lavorare per rafforzare il settore in Toscana: l’ordine, il sindacato, la Regione, gli enti locali, le istituzioni, perché un sostegno mirato e forte al settore è indispensabile”.

In effetti, il rapporto dell’Istituto per la programmazione economica della Toscana, “fotografa un piccolo settore che dimostra capacità di resilienza, ma manifesta allo stesso tempo aspetti di fragilità. Che meritano l’attenzione delle istituzioni”, come spiega e il dirigente dell’Irpet, Marco Mariani.

La ricerca commissionata a Irpet dal Corecom, si inserisce nel solco delle altre effettuate nel 2006, 2011 e 2018. A fronte della crisi della carta stampata che perdura, cresce l’editoria online. Così come soffrono tv e radio tradizionali e di contro si assiste alla crescita di nuovi servizi, produzioni video e sonore che sono in espansione. Le performance economiche del settore informazione-comunicazione evidenziano un generale stato di difficoltà, soprattutto con riferimento all’analisi dei dati economici in un’ottica di medio periodo. Alcuni dati suggeriscono che siano in atto delle polarizzazioni dal punto di vista dell’assetto delle imprese con una maggiore strutturazione societaria delle più grandi e un ampliamento della platea dei fornitori di servizi, essenzialmente microimprese legate alle nuove produzioni.

Dal punto di vista occupazionale dall’analisi IRPET emerge una certa vitalità del settore, ma al contempo i dati generano preoccupazione per la precarietà delle forme contrattuali che vengono attivate. Nel complesso, infatti, la quasi totalità degli avviamenti al lavoro (96,7 per cento) sono relativi a contratti a tempo determinato (57,4 per cento) e a forme più o meno flessibili (atipiche) di lavoro (39,3 per cento). Il contratto di lavoro a tempo indeterminato (al cui interno è presente anche il contratto di apprendistato) è pari ad appena il 3,3 per cento del totale degli avviamenti al lavoro.

Dal rapporto emerge dunque un quadro con luci e ombre per un settore dell’informazione che in Toscana presenta certamente opportunità importanti, che è dotato al suo interno di professionalità di alto livello, ma che evidenzia punte di debolezza sui dati che essenzialmente afferiscono alla qualità dell’occupazione, come anche alla capacità di creare valore da parte di alcune imprese.

Secondo Antonello Giacomelli, “lo studio offre una fotografia da cui emerge chiaramente sia la potenzialità del settore, ma anche una debolezza strutturale”. Il mercato, osserva Giacomelli, “non sembra avere la possibilità di sostenere da solo il panorama degli operatori dell’informazione locale. La sola pubblicità non basta, il contributo pubblico è fondamentale. Le emittenti locali svolgono una funzione riconosciuta d’interesse generale per la comunità civile. Non potremo riconoscere la stessa funzione di servizio pubblico, ma nulla vieta di riconoscere lo svolgimento di una funzione di pubblico interesse e ancorare a questo un rapporto con il pubblico simile a quelli della Rai. Un contratto per cui vi sia la corresponsione in cambio di un’attività più rigorosa d’informazione in termini di quantità e di qualità”.

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“Viviamo in un tempo ipercomplesso, caratterizzato da una fortissima povertà educativa – dice Cristina Giachi –, il nostro sistema dell’informazione, come fotografato da Irpet, è un mondo d’impresa e di lavoro con una fortissima pressione innovativa: da un lato la necessità di adeguamento a una tecnologia sempre nuova e dall’altro il tema delle risorse necessarie ad affrontare questo cambiamento”. Secondo la presidente della commissione Cultura, “dobbiamo in primo luogo occuparci di fronteggiare questa emergenza, quindi superare forme di competizione naturale per immaginare anni di forte cooperazione e collaborazione per individuare le linee strategiche. La complessità non è risolvibile dai singoli operatori”.

Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, si dice “apertissimo a ipotesi di contratti di servizio gestiti in modo equilibrato per dare ancora più sostegno all’attività dei mezzi d’informazione. Auspicherei l’approdo a una sorta di contratto di servizio con caratteristiche simili a quello con la Rai. A fronte di una pluralità di soggetti che sono cresciuti a livello locale, dobbiamo trovare un metodo. Prendo lo stimolo che arriva da questa iniziativa – afferma Giani – ogni anno faremo un focus per fare il punto di come in Toscana l’informazione si rapporta nel suo complesso. Al momento, lo stato dell’informazione nella nostra regione è buono e il rapporto con le istituzioni è sereno e costruttivo. Il sostegno pubblico è fortissimo già ora, accanto alla Regione pensate ai Comuni, alle società del settore pubblico allargato. È però evidente che questa dimensione di crescita andrebbe più coordinata e razionalizzata”.

Ipotesi di lavoro che trovano consenso diffuso tra i rappresentanti del Consiglio regionale presenti all’iniziativa. “Sono rimasta colpita dalla fragilità di cui si è parlato, sapevo dell’editoria, non mi aspettavo che toccasse anche le emittenti televisive. Giusto fare un focus sul problema – dichiara Luciana Bartolini –. Ciascuno di noi guarda quotidianamente almeno una televisione locale, cominciamo a pensare che non devono vivere solo di pubblicità e che dobbiamo aiutarle a strutturarsi. Come Consiglio regionale affronteremo la questione, a cominciare dalla commissione Cultura, della quale sono vicepresidente”.

“Servono risposte concrete – conferma Vincenzo Ceccarelli –. Le testate dell’informazione locale sono strumenti oltre che d’informazione anche di democrazia. Avere un sistema che sia diffuso, pluralista è una ricchezza della quale non ci possiamo privare. Si tratta di favorire un rapporto corretto e una forte attenzione delle istituzioni, a iniziare dalla Regione. L’ipotesi di un contratto di servizio è una possibilità che va approfondita – aggiunge Ceccarelli –: la Giunta regionale potrebbe anche cimentarsi in un percorso di questo genere e arrivare a una formalizzazione”.

Il giornalista Francesco Giorgino, docente alla Luiss su comunicazione e marketing, ha tenuto una relazione sull’ecosistema comunicativo digitale.

Sono intervenuti inoltre, in apertura del dibattito con gli operatori dell’informazione, il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti, Giampaolo Marchini, il presidente dell’Associazione stampa toscana, Sandro Bennucci, i ricercatori local global Andrea Manuelli e Alessio Monticelli, che hanno curato il rapporto dell’Irpet.

 

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Le dichiarazioni in video

Marco Meacci, presidente del Corecom

 

Cristina Giachi, presidente della commissione Cultura in Consiglio regionale

 

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Eugenio Giani, presidente della Giunta

 

Vincenzo Ceccarelli, consigliere regionale

 

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Luciana Bartolini, consigliere regionale

 

Giampaolo Marchini, presidente dell’Ordine dei giornalisti

 

 

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