(AGENPARL) – Roma, 16 Aprile 2025
(AGENPARL) – Wed 16 April 2025 Prot. n.______ Federico Marini
PASQUA – Quasi 2mila imprese sarde del dolciario garantiscono
tradizione e qualità ma resta difficile trovare un terzo dei nuovi addetti.
Meloni e Serra (Confartigianato Sardegna): “Preservare produzioni e
tradizioni puntando su giovani e tradizione. Fare di tutto per scongiurare
“scorciatoie” pur di assicurare la continuità produttiva”. Altre 500 aziende si
occupano di servizi legati alla tradizione pasquale.
Associazioni Nell’Isola quasi 2mila imprese, e 5mila addetti, garantiscono qualità ai dolci
Territoriali tipici di Pasqua ma hanno difficoltà a trovare un terzo dei lavoratori. Infatti, anche
Sud Sardegna
sulle attività dolciarie sarde del settore dolciario, che include pasticceria fresca, gelati,
Cagliari biscotti, cacao, cioccolato, confetteria, si ripercuote la crisi del personale qualificato;
Via Riva Villasanta 241
panettieri e pastai, per il 2025, ben 430 risultano introvabili, il 34,4%.
Oristano
Via Campanelli, 41 Nonostante questo, i dolci e la pasticceria della tradizione pasquale, anche in
Nuoro all’aumento delle materie prime, confermandosi protagonisti indiscussi degli acquisti
Via Brig.Sassari, 37 d’eccellenza delle festività, trainati dalla ricchezza della culturale alimentare e dalla
straordinaria biodiversità del patrimonio gastronomico sardo. Sia la produzione che la
Sassari vendita di uova di cioccolata e colombe glassate, ma anche di Casadinas, Ricottine,
Via Alghero, 30
delle altre leccornie sarde, mostrano segnali di resilienza con i prezzi della pasticceria
Gallura Olbia
Via Sangallo 67 fresca che mantengono un’evoluzione moderata.
Sardegna”, realizzato dall’Ufficio Stampa di Confartigianato Imprese Sardegna, su
dati UnionCamere-Infocamere, nell’Isola sono 1.842 le imprese dolciarie, di cui ben
1.326 artigiane, il 72,8%, che danno lavoro a oltre 5mila addetti oltre a tutto l’indotto.
Oltre a queste altre 500 circa si occupano di produzioni o servizi legati alla Pasqua
come per esempio i fioristi, gli organizzatori di eventi, i produttori di scatole e
confezioni ma anche i distributori di alimenti e bevande a domicilio e gli chef.
Anche i consumi della tradizione pasquale sono caratterizzati dalla biodiversità
della produzione agroalimentare sarda ad elevata vocazione artigianale. La ricchezza
delle varie culture presenti nella nostra regione si declina in ben 270 prodotti
agroalimentari tradizionali (PAT), caratterizzati da metodiche di lavorazione,
Confartigianato Imprese Sardegna
conservazione e stagionatura consolidate nel tempo, L’analisi per tipologia di prodotti,
evidenzia la maggiore diffusione di paste fresche e prodotti della panetteria, della
biscotteria, della pasticceria e della confetteria con 98 prodotti, pari al 36,3% del totale,
seguiti da 68 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, pari al 25,2% del totale:
queste due tipologie di prodotti concentrano ben il 61,5% del totale.
Del settore dolciario fanno parte 1.240 attività di cui 921 artigiane (il 74,3%)
mentre le realtà pasticcere sono 602, di cui 405 artigiane (67,3%). Il settore dolciario e
della pasticceria artigiana rappresenta il 3,9% di tutto il settore artigiano sardo.
Tra le province, in quella di Cagliari sono attive 690 imprese di cui 484
artigiane, il 70,1%, in quella di Nuoro-Ogliastra ci sono 464 attività di cui 355
artigiane, il 76,5%, a Oristano 163 di cui 110 artigiane, il 67,5%, in quella di
Sassari-Gallura 525 di cui 377 artigiane, il 71,8%.
La forte identità artigiana sarda del settore continua a rappresentare un valore
distintivo, capace di garantire standard elevati e una varietà unica di proposte. Tuttavia,
come detto, il comparto è penalizzato dalla persistente difficoltà nel reperire manodopera
qualificata: più di un terzo delle nuove figure professionali richieste risulta infatti di
difficile reperibilità.
“Sempre più attività continuano a trovarsi in difficoltà per la mancanza di
personale specializzato, soprattutto nei periodi di picco de consumi – afferma Giacomo
Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – il pericolo, per gli
artigiani, è che di fronte a questa scarsità di manodopera si inizi a ricorrere a soluzioni
come i semilavorati o, peggio, ai prodotti surgelati già pronti, pur di assicurare la
continuità produttiva. E’ una “scorciatoia”, ovvero un grave rischio che i professionisti
dell’artigianato dolciario stanno cercando con determinazione di evitare”.
Nonostante si stia puntando sui giovani e sulla formazione, sebbene siano stati
compiuti importanti progressi sul piano del welfare, tanti apprendisti, scoraggiati da ritmi
e orari di lavoro spesso poco compatibili con le loro aspettative di equilibrio tra vita
privata e professionale, rinunciano a un percorso lavorativo certo. “Il comparto dolciario
artigianale sardo – prosegue Meloni – garantisce migliaia di posti di lavoro, contribuisce
in modo rilevante all’economia locale e genera valore per il territorio. L’artigiano,
quindi, rappresenta un elemento distintivo sul mercato grazie alla qualità che sa creare.
È quindi essenziale preservare quel legame di fiducia che unisce da sempre artigiano e
consumatore, un rapporto costruito su valori comuni e fiducia reciproca”.
Per Confartigianato Sardegna, chi sceglie un prodotto artigianale porta a tavola
una storia, quella dell’impresa e delle persone che ci lavorano.
“Dobbiamo impegnarci per tutelare questa relazione, rafforzare la collaborazione
con le scuole e continuare a raccontare l’importanza del nostro mestiere per lo sviluppo
Confartigianato Imprese Sardegna
locale – aggiunge Daniele Serra, Segretario di Confartigianato Sardegna – infatti
secondo un recente studio condotto da Unione Italiana Food (Uif), il 20,7% delle
famiglie italiane, per i dolci pasquali, preferisce prodotti artigianali. Ed è per tenere vivo
tutto questo che da tempo siamo impegnati a far avvicinare i giovani al settore,
mostrando quelli che sono gli elementi più attrattivi”.
“I dolci pasquali artigianali – continuano il Presidente e il Segretario – occupano
un ruolo centrale nelle usanze gastronomiche sarde legate a questa festività. Frutto di
una lavorazione attenta e di una sapienza antica, non sono soltanto delizie per il gusto,
ma incarnano anche momenti di condivisione e legami familiari. La loro preparazione
richiede impegno, tempo e competenze tramandate spesso di generazione in generazione.
Queste prelibatezze non rappresentano solo un piacere culinario, ma anche un’occasione
per vivere appieno lo spirito della Pasqua, riunendo le famiglie attorno alla tavola”.
“Con la loro abilità, i pasticceri non offrono soltanto sapori inconfondibili, ma anche
un’eredità culturale e storica da custodire e valorizzare – concludono Meloni e Serra – i
dolci pasquali vanno oltre la semplice funzione alimentare: sono veri e propri portatori
di tradizioni, gioia e condivisione, capaci di rendere questa festività ancora più sentita e
speciale per chi li assapora”.
L’analisi nazionale.
Il contesto in cui operano le imprese del settore dolciario e della pasticceria è
caratterizzato nel quarto trimestre del 2024 da una crescita congiunturale (+0,5% rispetto
al trimestre precedente) dei consumi di beni non durevoli, anche se in rallentamento
rispetto al +1,0% del trimestre precedente. Nel primo bimestre del 2025 il valore delle
vendite al dettaglio di beni alimentari sale dell’1,0% su base annua.
Nella produzione dei dolci di pasticceria si registrano tensioni sui prezzi delle
materie prime, in particolare per burro e cacao.
Le quotazioni delle materie prime sui mercati internazionali registrano forti
turbolenze per il prezzo del cacao che nei primi tre mesi del 2025, valutato in dollari
USA, sale del 68,3% su base annua, oltre che per quelli del caffè (+88,5%) e dell’olio di
palma (+74,0%). I rialzi sui mercati internazionali si ribaltano sui prezzi alla produzione:
a febbraio 2024 si segnala una crescita più marcata per lavorazione di tè e caffè (+15,4%
su base annua), produzione di cacao, cioccolato e dolciumi (+13,7%), lavorazione e
conservazione di carne di pollame (+13,3%) e produzione di formaggi (+6,9%).
Sul fronte dei prezzi al consumo, a febbraio 2025 si registrano rincari significativi
per le materie prime dei dolci di Pasqua, in particolare per il burro (+19,2%), caffè
(+18,3%), cacao e cioccolato in polvere (+15,4%) e il cioccolato (+9,7%). Inoltre,
presentano un accentuato dinamismo i prezzi di frutti a bacca (+7,0%), pesche e nettarine
Confartigianato Imprese Sardegna
(+6,7%) e altri agrumi (+6,3%). In particolare, nella preparazione dei prodotti da forno
pesa il rincaro del costo dell’energia: a seguito della fiammata dei prezzi all’ingrosso tra
fine 2024 e inizio 2025, a marzo 2025 i prezzi retail di energia elettrica e gas salgono del
10,4% rispetto ad un anno prima.
Le pressioni sui costi hanno ricadute sui prezzi al consumo, seppur con intensità
più contenute. A febbraio 2025 i prezzi degli altri prodotti di pasticceria fresca registrano
una crescita del 3,0% in aumento rispetto al +2,5% di gennaio, anche se leggermente più
attenuato del +3,3% registrato un anno prima e del +6,5% di due anni prima.
Naturalmente, per i prodotti che concentrano l’utilizzo di materie prime con costi in forte
crescita – come le uova di cioccolato – i prezzi al consumo presentano una dinamica più
marcata.
Anche i consumi della tradizione pasquale sono caratterizzati dalla biodiversità
della produzione agroalimentare italiana ad elevata vocazione artigianale. La ricchezza
delle varie culture presenti nel nostro Paese si declina in ben 5.640 prodotti
agroalimentari tradizionali, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e
stagionatura consolidate nel tempo, monitorati dal Ministero dell’agricoltura, della
sovranità alimentare e delle foreste.
L’analisi per tipologia di prodotti, evidenzia la maggiore diffusione di paste
fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria
con 1.670 prodotti, pari al 29,6% del totale, seguiti da 1.614 prodotti vegetali allo stato
naturale o trasformati, pari al 28,6% del totale: queste due tipologie di prodotti
concentrano ben il 58,2% del totale.
In chiave territoriale, la ripartizione con il maggiore numero di prodotti
agroalimentari tradizionali è il Mezzogiorno con 2.329 prodotti pari al 41,3%, seguito da
Nord-Est con 1.194 prodotti pari al 21,2%, Centro con 1.165 prodotti pari al 20,7% e
Nord-Ovest con 952 prodotti pari al 16,9%. Tra le regioni italiane primeggia la Campania
con 601 prodotti (10,7% del totale), seguita da Lazio con 472 prodotti (8,4%), Toscana
con 467 prodotti (8,3%), Veneto, prima regione del Nord-Est, con 403 prodotti (7,1%),
Emilia-Romagna con 402 prodotti (7,1%), Puglia con 365 prodotti (6,5%), Piemonte,
prima regione del Nord-Ovest, con 343 prodotti (6,1%), Liguria con 302 prodotti (5,4%),
Sicilia con 289 prodotti (5,1%) e Calabria e Sardegna, entrambe con 270 prodotti (4,8%
ognuna).
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