Intervista a Marialaura Ontario, neo presidente del Comitato per l’Imprenditoria femminile della Camera di Commercio del Sud Est
CATANIA – Diventare un punto di riferimento per le imprese siciliane, promuovendo una crescita economica più inclusiva e innovativa, fondata sui principi di equità e giustizia morale. Sono questi gli importanti obiettivi che si pone il Comitato per l’Imprenditoria femminile della Camera di Commercio del Sud Est, che nei giorni scorsi ha scelto come guida Marialaura Ontario, proprietaria della Ontario Group, azienda specializzata nell’emergenza e gestione di Pronto soccorsi pubblici e privati. L’abbiamo intervistata per comprendere meglio i prossimi step previsti per il Comitato, gli obiettivi a breve e lungo termine e le strategie da mettere in campo per supportare le donne che fanno impresa sul territorio siciliano
Quando è stato istituito il Comitato per l’Imprenditoria femminile della Camera di Commercio del Sud Est e di cosa si occupa esattamente?
“Il Comitato per l’Imprenditoria femminile della Camera di Commercio del Sud Est è stato ufficialmente istituito il 7 aprile, attraverso un processo democratico che ha visto l’elezione del Consiglio di presidenza. A breve completeremo anche il Consiglio direttivo. La nostra missione è chiara: sostenere e promuovere l’imprenditoria femminile in Sicilia, una terra ricca di potenziale ma spesso ancora segnata da disuguaglianze di genere nel mondo produttivo. Operiamo in un’ottica di equità, giustizia sociale e valorizzazione delle competenze, con l’obiettivo di rafforzare la presenza delle donne nel tessuto economico e imprenditoriale dell’Isola. Secondo i dati più recenti, il 22% delle imprese siciliane è guidato da donne: un numero che intendiamo far crescere con azioni concrete e mirate”.
Da chi è composto il Comitato?
“Da professioniste di straordinario valore, che rappresentano con orgoglio i diversi settori produttivi del territorio: dall’artigianato all’industria, dai servizi al commercio, fino al mondo dell’agricoltura e della cultura. Abbiamo l’onore di accogliere al nostro interno vere e proprie eccellenze, imprenditrici e dirigenti che portano competenza, visione e passione. Sono presenti anche rappresentanti del mondo sindacale con donne di elevata competenza ed esperienza, a sottolineare l’approccio inclusivo e trasversale del nostro lavoro. All’interno del comitato è presente anche un vice prefetto, Sarita Giuffré, la cui figura istituzionale rappresenta una garanzia di trasparenza, imparzialità e rigore procedurale. La sua partecipazione, inoltre, arricchisce il gruppo con una visione attenta ai valori dell’equità, della legalità e del rispetto delle norme, elementi fondamentali soprattutto in un contesto come quello di un comitato donne, impegnato nella promozione di diritti, inclusione e responsabilità sociale. È un gruppo coeso, unito dalla volontà di creare un cambiamento reale.
Come sono state nominate la presidente e le vice presidenti del Comitato?
“La presidente è stata eletta con voto democratico ottenendo la totalità dei voti delle presenti in aula: il maggiore sostegno espresso da tutto il gruppo femminile. Questa scelta non è stata casuale, ma profondamente voluta sia dalla Camera di Commercio che dal gruppo. È stato ritenuto fondamentale mantenere un assetto democratico, anche se in tante altre Camere di Commercio italiane la nomina è avvenuta in modo diretto, abbiamo preferito affidarci al voto perché crediamo nella partecipazione attiva, nella trasparenza e nei principi di giustizia sociale. La nostra è una comunità che nasce da un voto libero e condiviso: un segno forte e chiaro della direzione che vogliamo intraprendere. Le vice presidenti Chiara Dibenedetto (Ragusa) ed Ermelinda Gerardi (Siracusa), sono state scelte all’unanimità dalle rispettive province.
Durante la votazione, alcune donne e associazioni si sono astenute e hanno lasciato l’aula. Come mai è accaduto questo?
“Sì, è vero: alcune associazioni, Confcommercio, Upla, Claai e Unimpresa, hanno scelto di astenersi e di abbandonare l’aula. Si tratta di un gesto che dispiace e che non può che suscitare rammarico, soprattutto alla luce dei ripetuti inviti al dialogo aperto e costruttivo che, purtroppo, non hanno mai ricevuto risposta. Al contrario, si sono verificati atteggiamenti non coerenti con il contesto istituzionale in cui ci trovavamo, accompagnati da illazioni che, a titolo personale, ho trovato profondamente amare e spiacevoli. Le motivazioni dietro questa decisione rispecchiano dinamiche legate a logiche politiche interne e gestioni maschiliste di partiti politici e persone interessate politicamente alla Camera, modus agendi che noi non condividiamo e continueremo a contrastare con fermezza. Il nostro Comitato è nato con una visione alta, libera da personalismi e strumentalizzazioni. Purtroppo, anziché accettare democraticamente l’esito di un voto trasparente e legittimo, qualcuno ha preferito mettere in dubbio le procedure, sollevando critiche infondate. Ma noi rispondiamo con la forza della verità, dell’integrità e della volontà di costruire qualcosa di autentico. Il nostro è un inno alla partecipazione vera, alla correttezza, alla bellezza del fare bene e insieme. È questo il modello che vogliamo difendere e promuovere, in Sicilia e oltre”.
Lei fa parte di Confindustria. Qual è stata la posizione dell’associazione rispetto a questa iniziativa?
“Confindustria Catania è una realtà di altissimo spessore, non solo per la sua rappresentatività, ma anche per i valori che incarna. È guidata da una grande donna, Maria Cristina Busi Ferruzzi, imprenditrice di fama internazionale, che ha sempre creduto nel potenziale delle donne e nel loro ruolo strategico nello sviluppo economico. Personalmente, sento un forte senso di appartenenza. In Confindustria si respira uno spirito familiare, di supporto reciproco, dove le idee trovano spazio e le iniziative vengono incoraggiate. Il Comitato è nato anche grazie a questo clima favorevole che riconosce e sostiene il talento femminile.
Quali sono gli obiettivi principali per il prossimo futuro?
“I nostri obiettivi si muovono su più livelli. In primo piano c’è il sostegno alle donne più svantaggiate, spesso lontane dal mondo del lavoro per motivi sociali, economici o familiari. Lavoreremo alla creazione di percorsi di formazione, mentoring e accesso al credito per favorire l’avvio di nuove imprese e start-up femminili. Vogliamo costruire ponti, non barriere. L’inclusione non è solo una parola: è un’azione concreta, quotidiana, che vogliamo rendere sistemica e strutturata. Questo è il nostro impegno per il futuro, e lo faremo con determinazione, competenza e cuore”.
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